blackout venezuela maduro

CHI L’AVREBBE MAI DETTO? MADURO HA VINTO LE ELEZIONI IN VENEZUELA! IL PARTITO FILOGOVERNATIVO “GRAN POLO PATRIOTTICO” HA OTTENUTO IL 68,43% DEI VOTI, MA OVVIAMENTE È L’ENNESIMA FARSA – L’OPPOSIZIONE SOSTIENE CHE ABBIANO VOTATO APPENA DUE VENEZUELANI SU DIECI, NONOSTANTE LE MINACCE DEL DITTATORE DI TOGLIERE GLI AIUTI ALIMENTARI A CHI NON VOTAVA – GUAIDÒ: “LA PERSECUZIONE AUMENTERÀ, NON ESCLUDO L’ESILIO”

 

 

1 – VENEZUELA: ELEZIONI, CONFERMATA VITTORIA GPP

nicolas maduro 1

(ANSA) - CARACAS, 8 DIC - Il Consiglio nazionale elettorale (Cne) del Venezuela ha diffuso il suo secondo bollettino relativo al 98,63% dello scrutinio delle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea nazionale (An, 277 seggi) avvenute domenica, in cui si conferma la vittoria del filogovernativo 'Gran Polo Patriottico' (Gpp) con oltre i due terzi dei suffragi.

 

I voti validi, ha indicato la presidente del Cne Indira Alfonzo, sono stati 6.251.008, con una affluenza alle urne del 30,50% degli aventi diritto. Su questa base, il Gpp ha raccolto il 68,43% dei suffragi, mentre alla principale coalizione dell'opposizione moderata formata da AD, Copei, Cambiemos e AP, è andato il 17,51% dei voti.

 

juan guaido

Il restante 14,06% è ripartita fra una seconda coalizione di opposizione moderata, il Partito comunista del Venezuela, e varie altre organizzazioni con fini politici minori. Infine il Cne ha indicato che domani si svolgeranno le elezioni per i tre seggi riservati nella An alle etnie indigene venezuelane.(ANSA).

 

2 – VENEZUELA: GUAIDÓ A BBC, POTREI ESSERE COSTRETTO ALL'ESILIO

(ANSA) - CARACAS, 8 DIC - Il leader oppositore venezuelano Juan Guaidó ha sostenuto di prevedere che, dopo la vittoria del governo 'chavista' nelle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea nazionale (An), la persecuzione nei suoi confronti "aumenterà" e che quindi non è escluso un suo possibile esilio.

 

nicolas maduro

In una intervista alla Bbc, Guaidó ha ribadito che il voto di domenica è stato "un tentativo di truffa" e che "l'esigenza della nostra causa, come presidente dell'Assemblea nazionale uscente, sono elezioni presidenziali e parlamentari libere". Il leader oppositore, che il 5 gennaio non sarà più membro del Parlamento perdendo anche l'immunità che dall'incarico deriva, non ha escluso di essere costretto ad esaminare l'opportunità di rifugiarsi in un altro Paese, visto che "la persecuzione aumenterà".

 

taglia su maduro

Per questo nell'intervista Guaidó ha risposto "sì" ad una specifica domanda se era nei suoi piani considerare la via dell'esilio, come avvenuto per molti altri leader oppositori. "Vediamo - ha concluso - che questo rischio è latente, il rischio esiste ogni giorno in Venezuela".(ANSA).

 

3 ­ – LO VOTANO DUE VENEZUELANI SU 10. MADURO FESTEGGIA LE ELEZIONI FARSA

Paolo Manzo per “il Giornale”

 

L'altro ieri si è consumata l'ennesima farsa elettorale in Venezuela, questa volta per rinnovare il Parlamento tornato ovviamente nelle mani chaviste. Secondo il comitato elettorale di regime hanno votato 5,2 milioni di venezuelani, il 31% degli aventi diritto. Per l'opposizione sono ancora meno, appena il 20% e questo nonostante le minacce di Maduro che aveva tuonato alla vigilia «chi non vota non mangia».

 

maradona maduro

Un ricatto vile visto che oggi l'80% della popolazione del Venezuela dipende in toto dagli aiuti alimentari statali. 45 paesi si sono rifiutati di riconoscere il voto dell'altroieri mentre il leader dell'opposizione Juan Guaidó ha lanciato attraverso piattaforme telematiche un plebiscito per dire «no alla frode» di domenica.

 

guaidò

Per esprimersi c'è tempo sino al 12 dicembre e possono partecipare online anche i venezuelani della diaspora, che sono oramai più dei 5,2 milioni che, a detta di Maduro, hanno accolto il suo appello di «vote for food». Il delfino di Chávez ieri ha anche proposto all'opposizione, «sia quella che ha partecipato alle elezioni legislative sia quella astenutasi di Guaidó e soci» di partecipare ad un nuovo dialogo nazionale per chiedere a Joe Biden la fine del «bloqueo» che «fa soffrire il popolo» come dice lui, in realtà le sanzioni ad personam che colpiscono quasi tutti i leader della sua dittatura che ha rubato l'inverosimile. Probabile che tra un paio di anni si arrivi ad una soluzione come in Nicaragua a fine anni 80, quando dopo accordi di pace vinse le prime elezioni post sandinismo Violeta Chamorro. Il precedente non conforta visto come è finito poi lo stesso Nicaragua.

arresto di otto sospetti a chuao

 

Di certo l'altro ieri il Venezuela ha perso anche il suo ultimo baluardo di democrazia, il Parlamento uscito dal voto del 2015, vinto a sorpresa dall'opposizione. Poi c'era stata una lenta ma inesorabile avanzata della dittatura. Prima l'annuncio di Maduro, il 1 maggio del 2017, dell'Assemblea Costituente sul modello cubano. L'opposizione reagiva con un plebiscito a metà luglio di quell'anno, cui parteciparono oltre 8 milioni di persone, mentre Maduro organizzava la sua prima elezione al 100% «fake», quella per eleggere i membri della Costituente comunista.

 

marcia contro maduro a caracas

Anche allora come l'altro ieri pochi andarono ai seggi, anche se Maduro disse che erano stati di più rispetto al plebiscito, smentito sia dalle immagini che da Smartmatic, la società che sino ad allora aveva gestito il voto elettronico nel Paese. «C'è stata una frode, il governo ha aggiunto un milione di voti, denunciò da Londra il Ceo della multinazionale. Per tutta risposta la dittatura sostituì Smartmatic con ex-Clé, società argentina specializzata in biometria ma, a differenza della prima, controllata al 100% da Maduro. Società usata dal regime alle presidenziali del 2018, quando Maduro vinse ma non fu riconosciuto da quasi nessuno in Occidente, neanche dall'Italia. Poi a inizio 2019 l'apparizione sulla scena di Juan Guaidó, proclamatosi presidente della Repubblica e riconosciuto da tutti i paesi dell'Unione europea meno Cipro e l'Italia.

 

MADURO SFILA CON L ESERCITO

Grandi speranze che però svaniscono quando alle parole di Guaidó - «fine dell'usurpazione, governo di transizione, elezioni libere» - si susseguono una sequela di negoziati sottobanco tra dittatura ed opposizione. Tutto inutile e una costante sullo sfondo: la maggiore crisi umanitaria di sempre, con una popolazione che sopravvive grazie a bonus di stato alimentari, un'élite che con il regime lucra in dollari come mai prima ed oltre 5 milioni di venezuelani fuggiti all'estero con ogni mezzo, per non morire. Di dittatura.

MADURO PUTINluke denman e airan berry insieme agli altri arrestai

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…