L’EMERGENZA RIFIUTI? UNA FINZIONE PER FARE SOLDI! - WALTER GANAPINI, EX PRESIDENTE DI GREENPEACE, AFFONDA IL COLPO: “COSTRUIRE L’EMERGENZA IN UN PERIODO DI CRISI ECONOMICA SOLO PER AUMENTARE SPARTIZIONE E MANGIATOIE È INACCETTABILE” - “A NAPOLI LA PRIMA VOLTA CHE INCONTRAI BERTOLASO MI DISSE: MA TU QUI CHE SEI VENUTO A FARE?” - “NEL 1998 ERO ALL’AMA A ROMA: AVEVAMO 3 MILA DIPENDENTI. OGGI SONO 7.800…”

Nello Trocchia per il "Fatto quotidiano"

L'emergenza rifiuti è una finzione. Ne è convinto Walter Ganapini, tra i massimi esperti italiani in materia ambientale, un passato da presidente di Greenpeace e per due anni assessore in Campania, seconda giunta Bassolino. Napoli porta fuori nazione i rifiuti, Roma vorrebbe fare lo stesso. Il Consiglio di Stato potrebbe bloccare i camion che trasportano il pattume fuori regione, sarebbe la catastrofe.

Lei dice che non c'è l'emergenza, ma scherza?
L'emergenza non esiste. Costruirla in un periodo di crisi economica solo per aumentare spartizione e mangiatoie è inaccettabile.

Ci faccia capire. Partiamo da Napoli.
Basta far funzionare gli ex Cdr (oggi Stir, ndr) in Campania attraverso un semplice revamping, una messa a nuovo, basta un mese. Sette impianti con una potenzialità di trattamento pari a 8 mila tonnellate di rifiuti al giorno, la Campania ne produce mille tonnellate in meno. Considerando la differenziata, i rifiuti in quella regione si potrebbero importare.

Il problema è che quegli impianti li hanno fatti ammalare, quando arrivai erano inutilizzati, pieni zeppi di cataste di rifiuti, con il tempo sono stati derubricati a separatori di pattume. Un disastro. Se funzionassero bene, le frazioni in uscita sarebbero due: il secco e il biostabilizzato. Il primo combustibile in impianti esistenti o ulteriormente riciclabile, l'altro utilizzabile per ricomposizione ambientale: copertura di discariche esaurite, riempimento di cave. In Campania ci sono anche gli impianti di compostaggio, trattano la frazione umida da raccolta differenziata, ma sono inutilizzati .

Ma scusi, ma se basta questo, perché si vogliono costruire altri impianti di incenerimento in Campania?
Il piano regionale è stato bocciato in sede europea. Di quegli impianti non c'è alcun bisogno, con una crescita della raccolta differenziata al 65% come prevede la legge, l'impiantistica è sufficiente e si può pensare di selezionare ulteriormente la parte restante mandando in archivio anche il discusso inceneritore di Acerra.

E lei da assessore perché non ha risolto il problema?
Non potevo neanche entrare negli impianti. Era tutto commissariato. Feci due cose: aumentare la differenziata (arrivammo al 29%) e aprire isole ecologiche.

Roma vuole portare il pattume fuori nazione...
A Roma ci sono 4 impianti di trattamento meccanico biologico dove entrano i rifiuti non differenziati, per intenderci il sacchetto nero. Quando arriva viene separato in una parte secca e in un'altra umida trattata, per dirla alla buona quello che dovrebbero fare gli ex Cdr campani. Possono trattare 4 mila tonnellate al giorno. Il problema è che li fanno funzionare a poco più della metà della loro potenzialità e così restano mille tonnellate non trattate che oggi vanno in discarica. Il quantitativo che domani dovrebbe essere spedito fuori dall'Italia. Ce lo chiede anche l'Europa.

E perché non si fa?
I rifiuti sono un canale di finanziamento della politica aggravato dalla presenza del crimine organizzato. In Campania bisogna fare i conti, come è successo a me, con intimidazioni e minacce.

La Campania ha anche un debito nel ciclo di gestione pari a un miliardo di euro. Un pozzo senza fine?
C'è un problema relativo all'evasione della tassa sui rifiuti e di sovrapposizione dei soggetti interessati alla gestione, ma non è l'unico. Gli ex Cdr sono stati costruiti con i fondi europei. L'Europa ha avviato una indagine per capire le ragioni del mancato utilizzo di quegli impianti e potrebbe chiedere la restituzione di due miliardi di euro.

A Napoli e in Campania è difficile intervenire. Poco dopo la mia nomina, nel 2008, la prima volta che incontrai Guido Bertolaso mi disse: "Ma tu qui che sei venuto a fare?". Compresi la situazione quando per caso trovai una discarica inutilizzata nel Casertano e ne comunicai l'esistenza ai giornali. Mi fu detto da altri soggetti di tenere la notizia riservata. Ho seguito un vecchio adagio: la migliore assicurazione sulla vita è evitare di avere segreti.

Chiudiamo con Roma. Il rischio è anche finanziario?
Le rispondo con un aneddoto. Nel 1998 ero all'Ama: avevamo 3 mila dipendenti. Io sono figlio di operaio, il lavoro è sacro, ma bisogna tener i conti in ordine. Oggi i dipendenti Ama sono 7800. Quando è arrivato un manager milanese competente come Salvatore Cappello volevano fargli digerire altre 250 assunzioni. Ha tenuto botta. Gli hanno tolto l'incarico.

 

WALTER GANAPINIWALTER GANAPINI jpegDiscarica di Malagrotta monnezza roma jpegmonnezza napoliNapoli Monnezzamonnezza rifiuti napoli campanianapoli monnezza ovunque maggio napoli mare monnezzaMonnezza a Napoli da Repubblica it Monnezza a Napoli da Repubblica it

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…