giorgia meloni luciano violante

“IL COMPAGNO CHE SUSSURRA ALLA PREMIER” – “L’ESPRESSO”: “LUCIANO VIOLANTE È IL SAGGIO CHE NON C’ERA, NELLO SCARNO PANORAMA DELLE AUTORITÀ DELLA DESTRA. COME SI È VISTO IN QUESTI GIORNI IN CUI IL SUO NOME È STATO ASSOCIATO A QUELLO DI MANTOVANO NEL FAVORIRE L’ASCESA AL VERTICE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI ANDREA DE GENNARO, FRATELLO DI GIANNI” – “HA TROVATO UN NUOVO GENIALE ASSETTO PER IL RUOLO CHE INTERPRETA DA VENTISETTE ANNI, IN FUNZIONE DELLA CARICA CUI AMBISCE DA QUASI TRENTA: DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA” – “AMICO DI MANTOVANO, CON L’EX CAPO DELLA POLIZIA GIANNI DE GENNARO VIOLANTE COMPONE UNA IDEALE TRIADE DEL DEEP STATE CHE GOVERNA GLI APPARATI DI SICUREZZA ITALIANI” - QUANDO COSSIGA LO CHIAMAVA IL PICCOLO VYŠINSKIJ

Estratto dell’articolo di Susanna Turco per “l’Espresso”

 

luciano violante giorgia meloni foto di bacco

L’ultima investitura, passata abbastanza inosservata, serve giusto a dare un riordino, una veste formale. Una ciliegina sulla torta: il 22 marzo, infatti, Luciano Violante è stato nominato dalla premier Giorgia Meloni, via ministro dello Sport Andrea Abodi, come presidente del Comitato per gli anniversari nazionali, la valorizzazione dei luoghi della memoria e gli eventi sportivi di interesse nazionale e internazionale.

 

Una dizione burocratica per significare in breve che, da ora, in poi Violante fa anche formalmente parte dell’universo di Chigi. A titolo gratuito, è chiaro. Un mondo dove di fatto stava già, a sentire chi frequenta d’abitudine il Palazzo e descrive il poligono magico che fisicamente si compie in quel corridoio su cui si aprono le porte di Giovanbattista Fazzolari, di Alfredo Mantovano, della premier e del portavoce Mario Sechi.

 

luciano violante 1

Un poligono che idealmente si conclude appunto con Luciano Violante. Il saggio che non c’era, verrebbe da dire, nello scarno panorama delle autorità della destra dei Fratelli d’Italia. Il Compagno che sussurra alla premier, come si è visto anche in questi giorni in cui il suo nome è stato associato a quello di Mantovano nel favorire l’ascesa al vertice della Guardia di finanza di Andrea De Gennaro, fratello di Gianni; così come qualche settimana prima Violante aveva speso una parola anche per Fabio Pinelli, oggi vicepresidente del Csm e ieri membro del comitato scientifico della Fondazione Leonardo.

 

luciano violante 3

Presidente della stessa Fondazione Leonardo, ex magistrato, ex presidente della Camera, Violante ha fatto trent’anni in Parlamento a partire dal 1979, nel Pci, Pds, Ds fino al Pd (ha votato anche alle ultime primarie). Quando era in magistratura, toga rossa per eccellenza, arrestò il partigiano monarchico Edgardo Sogno, accusato di preparare un golpe. Quando era responsabile giustizia del Pci, Francesco Cossiga lo chiamava il piccolo Vyšinskij, a significare il prototipo del giudice stalinista. Da presidente della commissione Antimafia, tra il 1992 e il 1994, produsse la relazione che inchiodava la Dc alle collusioni con la mafia.

 

[…] Oggi ha in ultimo trovato un nuovo geniale assetto per il ruolo che interpreta da ventisette anni, in funzione, dicono da sempre nei corridoi, della carica cui ambisce da quasi trenta: diventare presidente della Repubblica. In effetti, un domani non sfigurerebbe in una cinquina per il Quirinale: soprattutto visti i nomi snocciolati l’ultima volta da Meloni e Matteo Salvini; che, infatti, nel gennaio 2022 portarono dritti dritti alla riconferma di Sergio Mattarella (ricordiamo che furono Maria Elisabetta Alberti Casellati, Marcello Pera, Giulio Tremonti: imbarazzo della scelta).

 

gennaro sangiuliano giorgia meloni virman cusenza luciano violante foto di bacco

[…] Violante è in effetti da tempo il Re dei Due mondi della Trasversalità [...] nella ricerca, come ha detto più volte, di «un nucleo di valori fondamentali condivisi da tutti» e in nome di una post-ideologia che gli fa comodamente raccontare destra e sinistra non più come «categorie», ma come «arcipelaghi».

 

[…] Il suo personale viaggio nella trasversalità e nella destra cominciò ufficialmente nel 1996, con il famoso discorso sui ragazzi di Salò, quello in cui, nell’insediarsi alla presidenza della Camera dei Deputati, Violante chiese agli italiani di fare «pace» con quella storia e disse che bisognava sforzarsi di capire le ragioni per cui tanti ragazzi e ragazze scelsero di arruolarsi nella Repubblica di Salò.

 

gianni de gennaro foto di bacco

Uno sdoganamento, il riconoscimento del percorso in quel momento ancora fresco della svolta di Fiuggi (1995) che lo pose di lì in poi come un faro per coloro che tentavano di uscire dalla dimensione catacombale. L’ultimo passo di quel lungo cammino è in quella specie di abbraccio avvolgente con il quale è arrivato proprio Violante a cavare dall’impaccio la premier alle prese con la tenaglia Liberazione/conti col fascismo, arrivati peraltro dopo la spaventosa serie delle mosse del presidente del Senato Ignazio La Russa, da via Rasella in poi.

 

Il 24 aprile, intervistato dal Corriere della Sera, per la rabbia di molta sinistra, Violante ha impartito la sua benedizione: «Giorgia Meloni è estranea al fascismo, sta lavorando per ricostruire un partito conservatore italiano. Non sarà mai il mio partito, ma spero che ci riesca. Supererà le nostalgie retrograde esistenti a destra», che comunque sono residuali, «una pagina definitivamente chiusa».

 

meloni mantovano

Una copertura sulla quale, il giorno appresso, cioè il 25 aprile, si è assisa la stessa premier nella lettera anche lei al Corriere della Sera con cui ha ritenuto di chiudere il discorso, citando Violante dopo Augusto Del Noce e prima di Berlusconi, sempre senza nominare la parola «antifascismo».

 

In mezzo […] c'è una lunga traversata, non sempre lineare neppure nel trasversalismo, che in ultimo passa per le interviste a Libero contro la gestazione per altri, gli errori di Enrico Letta, per le intemerate contro l'onnipotenza della magistratura e gli attacchi al populismo penale (Paolo Cirino Pomicino in autunno si è inalberato: emozionanti le conversioni, ma dove è stato Violante per trent'anni?), cosi come per le ospitate ad Atreju, la festa dei Fratelli d'Italia […] e che passa soprattutto per una rete di rapporti davvero fuori dal comune.

 

luciano violante gennaro sangiuliano foto di bacco (1)

Dalla rete trasversale di Italia-decide, think tank fondato nel 2009 per «guardare i problemi di fondo del nostro Paese», con persone come Giuliano Amato, Gianni Letta, Giulio Tremonti, il banchiere Pellegrino Capaldo, fino al gruppone di 61 saggi (li guida Sabino Cassese) chiamati dal ministro Roberto Calderoli per individuare i livelli dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni nella sua riforma dell’Autonomia.

 

Ovviamente Violante era anche tra i dieci saggi di Giorgio Napolitano, quelli chiamati dal presidente della Repubblica nella spaventosa impasse della primavera 2013. Amico di Mantovano, con l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro Violante compone una ideale triade del Deep State che governa gli apparati di sicurezza italiani, nel mutare delle maggioranze e dei governi.

 

buttafuoco meloni

Sul piano intellettuale, da tempo fa coppia fissa col genialoide e irregolare Pietrangelo Buttafuoco. […] Una collaborazione anche fattiva: Buttafuoco, pure lui adesso membro del Comitato per gli anniversari di Palazzo Chigi, è fra l’altro vicedirettore di Civiltà delle macchine, rivista della Fondazione Leonardo di cui Violante fu nominato presidente nel 2019, quando la ex Finmeccanica era guidata da De Gennaro. Buttafuoco è nel consiglio di amministrazione anche di un’altra sorella del gruppo: la fondazione Med-Or, guidata dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, proveniente dal Pci come Violante, per la quale fino alla sua nomina a direttore del Maxxi ha collaborato un altro irregolare della destra, Alessandro Giuli, nome che Meloni tiene in gran conto […]

gaetano quagliariello luciano violantegen andrea de gennaro foto mezzelani gmt 007luciano violante foto di baccogen andrea de gennaro foto mezzelani gmt 008Confalonieri Fedele e Luciano Violante Luciano Violante

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...