mario draghi concessioni balneari

L’EUROPA TIRA LE ORECCHIE A DRAGHI SU LICENZE, CONCESSIONI BALNEARI E TAXI: “LA PAZIENZA È FINITA, BISOGNA LIBERALIZZARE TUTTO QUANTO E SUBITO” - BRUXELLES È INSODDISFATTA DEL DDL CONCORRENZA E MINACCIA DI FAR PROSEGUIRE LE PROCEDURE DI INFRAZIONE AVVIATE PER IL MANCATO RISPETTO DELLA DIRETTIVA BOLKESTEIN - LEGA E FORZA ITALIA, CHE SI INTESTANO LA DIFESA DEL COMMERCIO, NON INTENDONO ARRETRARE SUL TEMA. LA POSIZIONE DEL PD – I PALETTI DELL’ANTITRUST E IL CONSIGLIO DI STATO CHE...

GIAN MARIA DE FRANCESCO per ilgiornale.it

 

MARIO DRAGHI

Bruxelles ha esaurito la pazienza ma il richiamo all'Italia sul rispetto della direttiva Bolkestein che impone la messa a gara delle concessioni demaniali resta soft nonostante il tema sia rimasto fuori dal testo del ddl Concorrenza. La Commissione è «consapevole dei recenti sviluppi sulla legislazione italiana», ha dichiarato ieri una portavoce nel corso del consueto briefing.

 

«È prerogativa delle autorità italiane decidere come affrontare il processo di riforma per le concessioni balneari, per la Commissione è importante il contenuto non la forma di questo processo», ha aggiunto sottolineando l'importanza di procedere «velocemente per portare la propria legislazione in conformità con il diritto Ue e con la giurisprudenza della Corte di giustizia europea». Identico il discorso in merito alle gare per le licenze dei venditori ambulanti.

concessioni balneari

 

«La Commissione è a conoscenza della situazione ed è in contatto con le autorità italiane competenti», ha riferito la portavoce della Commissione Ue. Nel mirino di Palazzo Berlaymont e dei magistrati comunitari ci sono, infatti, le previsioni della legge di Bilancio 2019, che ha allungato le concessioni balneari fino al 2033, norme successivamente confermate dal decreto Rilancio dell'anno scorso (varati rispettivamente dai governi Conte I e Conte II).

 

L'Unione europea ha aperto, in pratica, due procedure di infrazione e anche le autorità italiane stanno mettendo in questione la bontà delle decisioni prese. È in procinto di essere pubblicata la sentenza del Consiglio di Stato sulla materia e anche l'Antitrust ha dato alla Regione Sardegna, che aveva deliberato in questa direzione, 30 giorni di tempo per rivedere la legge.

 

DRAGHI 17

 Il ddl Concorrenza, invece, ha lasciato la questione in sospeso, seguendo lo stesso metodo utilizzato per la riforma fiscale: prendere tempo. Entro 30 giorni dall'approvazione, infatti, dovrà essere varata una legge delega per la mappatura telematica delle concessioni che dovrà essere effettuata dal ministero dell'Economia. Su questo tema hanno prevalso Forza Italia e Lega, da sempre vicine al mondo degli esercenti e contrarie all'entrata in vigore di norme che potrebbero penalizzare un settore fondamentale per l'economia italiana.

 

tassista a roma

Il premier Mario Draghi ha preferito questa modalità non invasiva per avviare una riforma per ricompattare la maggioranza, tant' è vero che anche i Cinque stelle hanno ottenuto un rinvio delle nuove norme per facilitare la costruzione di termovalorizzatori. «La Lega ha evitato il ritorno alla direttiva Bolkestein, che avrebbe messo a rischio il futuro di migliaia di aziende e decine di migliaia di posti di lavoro», ha commentato Matteo Salvini, mentre i senatori del Carroccio in commissione Lavoro hanno stigmatizzato i richiami di Bruxelles rimarcando che «non è con i ricatti o le imposizioni che si affronta o si individua una equa soluzione per il comparto: il nervosismo che traspare dai palazzi di Bruxelles non aiuta la distensione».

 

Anche Forza Italia ha voluto chiarire di essere al fianco di balneari e ambulanti. «Perché l'Europa, in una fase problematica, in cui si sono perse migliaia di posti di lavoro, con il sostegno di alcuni politici italiani continua ad accanirsi contro le nostre aziende cercando di imporre una direttiva, la Bolke

 

mario draghi

STRATEGIE Sul ddl Concorrenza, il premier Mario Draghi (in alto a destra) ha scelto di mediare tra il diktat dell'Europa e le posizioni delle diverse forze politiche. Il responsabile leghista del dipartimento Lavoro, Claudio Durigon (in basso), ha rivendicato la sospensione della direttiva Bolkestein. Il ministro della Pa, Renato Brunetta (al centro), ha invece sottolineato che grazie al ddl Concorrenza i controlli della Pa non saranno più invasivi e vessatori ma ci sarà un preavviso che consentirà alle imprese di preparare i documenti risparmiando tempo e denaro stein che nulla ha a che vedere con le imprese turistiche e il commercio ambulante?», si sono chiesti il senatore Maurizio Gasparri e il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli.

DURIGON E SALVINI ALL INCONTRO CON DRAGHI SULLE PENSIONI

 

«Grazie al lavoro di Forza Italia - hanno rivendicato - in questi anni siamo riusciti più volte ad arginare i tentativi di invasione da parte di multinazionali in settori strategici per la nostra economia attraverso l'imposizione di questa direttiva e abbiamo ottenuto che i due settori fossero esclusi dal ddl Concorrenza».

 

Ma all'entusiasmo del centrodestra fanno da contraltare i malumori dei Cinque stelle e della sparuta minoranza degli «ultrà del vincolo esterno», i nostalgici dell'era Monti. «La questione balneari non può più attendere», ha chiosato il senatore grillino Marco Croatti auspicando un intervento dell'esecutivo contro «un oligopolio all'italiana sulle spalle dei consumatori». Duro il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova (+ Europa): «Nel no ideologico alla Bolkestein, resta il sovranismo economico di Salvini», ha chiosato. Il Pd è rimasto sostanzialmente in silenzio, pronto a scambiare lo stop alla Bolkestein con una frenata sulle liberalizzazioni delle concessioni idroelettriche e delle rinnovabili.

concessioni balneari concessioni balneari

 

concessioni balneari

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