gelli turone

“GELLI BURATTINAIO? NO, SEMMAI BURATTINONE!” PARLA TURONE, IL GIUDICE CHE SCPRI' LA P2: "GELLI RISPONDEVA A UNA LOGICA CHE ANDAVA AL DI LÀ DELLA SUA PERSONA MA I VERTICI DELLA PIRAMIDE P2 SONO RIMASTI NASCOSTI”

Paolo Colonnello per “la Stampa”

 

GELLIGELLI

Grande Burattinaio» o semplice «burattino»? Il mistero di Licio Gelli, morto l' altra sera ad Arezzo, rischia di rimanere sepolto per sempre nella sua stessa tomba. «Gelli in un certo senso non era né "burattino" né "burattinaio".

 

Meglio: più che altro fu un "burattinone", custode e notaio di un meccanismo che garantiva a un certo potere la possibilità che le grandi decisioni venissero prese passando per percorsi deviati, paralleli, occulti…».

 

TURONETURONE

Così racconta Giuliano Turone, oggi scrittore e attore di teatro, ma all' epoca, insieme all' ex pm Gherardo Colombo, uno dei due giudici istruttori che scoprì e rivelò le trame della P2 cavandoli dal nascondiglio di Castiglion Fibocchi. Per capire chi era Gelli, il venditore di materassi diventato «maestro venerabile» di una loggia massonica «segreta», la Propaganda 2, alla quale risultarono iscritti potenti di ogni tipo all' inizio degli Anni 80, bisogna fare un lungo salto nel tempo, fino al patto di Yalta che divise il mondo in due blocchi, assegnando all' Italia un posto di confine. «Altrimenti non si può capire nulla della sua storia e del suo ruolo», spiega Turone.

 

gelli gelli

Un «burattinone» al servizio di chi? «Gelli rispondeva a una logica che andava al di là della sua persona. La relazione di Tina Anselmi, presidente della commissione parlamentare d' inchiesta, a un certo punto parlò della P2 come di una doppia piramide: una era la base solida, quella che trovammo noi con gli elenchi degli iscritti P2 a Castiglion Fibocchi; poi c' era la piramide superiore, quella più occulta, la cui lista probabilmente è rimasta nascosta in qualche giardino di Montevideo».

Chi faceva parte di questo "meccanismo superiore" che muoveva i fili di Gelli?
«Noi arrivammo a Gelli investigando sull' omicidio Ambrosoli e sul finto sequestro Sindona. La documentazione relativa al nascondiglio segreto di Gelli ci arrivò all' ultimo momento grazie agli americani "buoni", che a loro volta avevano incriminato Sindona negli Usa. Vi fu un' enorme collaborazione a quell' epoca, primi Anni 80, tra il nostro ufficio istruzione e la Procura di Brooklyn… Sembra un film, ma non lo è».

VILLA WANDA DI LICIO GELLI VILLA WANDA DI LICIO GELLI

 

Se c' erano gli americani «buoni», c' è da supporre vi fossero quelli «cattivi»...
«C' erano quelli ossessionati dal fattore "K" e dall' esigenza di tenere in vita quest' incubo del comunismo e della guerra tra i blocchi per continuare a muoversi nell' ombra. Gelli rispondeva a queste logiche».

Dunque «il Venerabile» si porta nella tomba ancora dei segreti?
«Le cose che non sono state chiarite sono ancora una caterva. Pensiamo ad esempio alla strage di Bologna, vicenda per la quale Gelli e uomini dei servizi piduisti furono condannati per depistaggio. Ci sono stati tre giovanotti condannati, ma probabilmente ci sono responsabilità di altri rimaste nel buio».
 

LICIO GELLI A VILLA WANDA LICIO GELLI A VILLA WANDA

Gelli ha mandato messaggi fino all' ultimo: come quando comparve in tv rivendicando i diritti d' autore sui progetti politici dell' ex premier Berlusconi, che non a caso fu tra gli iscritti della P2.
«Sì, Gelli rivendicava i diritti d' autore sul cosiddetto Piano di Rinascita Democratica che riteneva applicabile da Berlusconi: bavagli per la stampa, autonomia limitata della magistratura… Ma siamo sempre lì: non è che Gelli fosse il deus ex machina di tutto, diciamo che gestiva certe esigenze politiche, alcune delle quali passarono anche da quel famigerato "piano"».

Il suo ex collega Gherardo Colombo ha sostenuto che se l' inchiesta sulla P2 non fosse stata portata a Roma - e lì lasciata ad ammuffire per anni -, Mani Pulite sarebbe emersa con dieci anni d' anticipo. Concorda?
«Certamente se la documentazione che portammo alla luce fosse stata investigata adeguatamente, certe verità, certe storture del sistema, sarebbero emerse ben prima».

GELLI TURONEGELLI TURONEUN GIOVANE LICIO GELLI UN GIOVANE LICIO GELLI

 

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