meloni pugnalin rossi fazzolari

GIORGIA, PERDE-RAI! – L’IDEA DELLA DUCETTA DI PORRE FINE AL CAOS ESPLOSO DALLA CENSURA A SCURATI, “COMMISSARIANDO” IL PROSSIMO A.D. ROSSI CON UN DG CHE SI CHIAMA RICCARDO PUGNALIN, NON PASSERÀ MAI - DOPO LA VITTORIA ALLE POLITICHE, MELONI LO AVREBBE VOLUTO A CAPO DEL SUO GABINETTO, MA IL CERCHIO MAGICO CAPITANATO DA FAZZOLARI, BEN CONOSCENDO IL GIRO DELL’EX SEGRETARIO DI DELL’UTRI (DAI SERVIZI SEGRETI A MARCO MANCINI, DA TAVAROLI A BOCCHINO) SI MISE DI TRAVERSO E NON SE NE FECE NULLA – E POI ROSSI, CHE HA DALLA SUA ARIANNA, NON LO ACCETTERÀ MAI…

Giovanna Vitale per “la Repubblica”

 

roberto sergio con rossi

«L’unica certezza che ho è che non c’è stata alcuna censura». Prima ancora d’aver completato l’indagine interna da lui stesso avviata al grido di «chi ha sbagliato paga», l’ad Roberto Sergio si rimangia la linea dura — tutti i «provvedimenti drastici» annunciati ai giornali amici — e assolve i dirigenti meloniani della Rai: nessuno avrebbe impedito ad Antonio Scurati di partecipare al programma di Serena Bortone su Rai3 per declamare il suo monologo sul 25 Aprile.

IL CASO SCURATI - VIGNETTA BY VUKIC

 

Devono avergli fatto capire che non poteva più continuare a chiamarsi fuori: «Non sapevo nulla, non sono stato informato, si doveva agire diversamente, io di sicuro non lo avrei censurato», s’era sfogato a caldo il capo azienda in un colloquio mai smentito con la Stampa. 

 

Una retromarcia inevitabile: dalle carte dell’istruttoria risulterebbe infatti che, alla vigilia della messa in onda di Chesarà, il suo staff era stato avvertito del tentativo di boicottaggio ai danni dello scrittore. Sergio, quindi, non poteva non sapere. Per cui insistere a recitare la parte del Torquemada non gli sarebbe convenuto.

 

paolo corsini

Talmente chiaro, il messaggio ricevuto, che alla sua prima uscita pubblica dopo due giorni trascorsi rintanato in casa, l’ad ha scagionato ufficialmente tutti gli indiziati, a cominciare dal direttore degli Approfondimenti Paolo Corsini, il luogotenente di FdI accusato di aver cucito il bavaglio a misura di Scurati. Alleggerendo pure la posizione di Bortone che aveva fatto deflagrare il caso sul suo profilo Instagram: «Mai parlato di sanzioni disciplinari, stiamo aspettando una relazione e sulla base di quella si valuterà». 

marinella soldi roberto sergio giampaolo rossi simona agnes

 

E pazienza se la relazione ce l’ha in mano già da lunedì. La tesi difensiva è pronta: «Siamo stati sommersi da valanghe di polemiche strumentali. Non dirò chi sta facendo male alla Rai, ma trovo tutto questo inaccettabile», sbotta a margine della mostra su Guglielmo Marconi.

 

Eccola la narrazione cucinata nel forno di Viale Mazzini, che nessuno può permettersi di disturbare. Tant’è che quando il Pd, d’accordo con le altre forze di opposizione, chiede alla presidente della Vigilanza di inserire nel calendario delle audizioni — oltre ai vertici Rai — anche i due principali protagonisti della vicenda, Corsini e Bortone, il centrodestra fa muro. 

 

MELONI FAZZOLARI

Bocciando sia la proposta di sentirli prima dell’8 maggio, data di convocazione in commissione dell’ad e del dg Giampaolo Rossi, sia dopo. Terrorizzati dalla possibilità che dai documenti prodotti in Parlamento dalla conduttrice possano emergere elementi in contrasto con la trama tessuta dai meloniani. 

 

In grado di smentire quel che persino la presidente del Consiglio ha accreditato: è per una questione di soldi se Scurati è stata cancellato; se avesse voluto, l’autore di M. avrebbe potuto partecipare a titolo gratuito. «Una forzatura senza precedenti» per il centrosinistra, indice di un preciso disegno: «Imbavagliare la Vigilanza e insabbiare la verità» per impedire di smascherare le «interferenze del governo sul management della Tv pubblica».

arianna meloni - comizio a viterbo

 

Una tempesta finita sui più prestigiosi quotidiani del mondo, dal Nyt a Le Monde, che da giorni dipingono la premier italiana intenta a coartare le voci in dissenso e il pluralismo. Perfetta antitesi dell’immagine moderna e autorevole che Meloni era riuscita a proiettare oltre i confini nazionali. Un danno che non sarebbe disposta a perdonare agli uomini promossi, in nome e per conto di FdI, sulla tolda di Viale Mazzini. Cui imputa di aver mal gestito il caso Scurati.

 

riccardo pugnalin

Riflessioni all’origine della contromossa allo studio in queste ore a Palazzo Chigi. Dove starebbe prendendo corpo un’ipotesi ardita. Nominare ai vertici del servizio radiotelevisivo, in occasione del rinnovo del Cda ormai alle porte, un manager esterno, di alto profilo, in grado di far scomparire il marchio di TeleMeloni dal segnale Rai. Magari non come ad, che mettere in discussione Rossi sarebbe complicato. Ma, almeno, come direttore generale. Una sorta di affiancamento, che sarebbe in realtà un commissariamento dei “fratellini”.

 

MARCELLO DELL'UTRI

E non solo il profilo, pure il nome sarebbe stato già individuato: Riccardo Pugnalin, un passato in Fininvest, transitato poi a Sky Italia, direttore degli Affari esterni di Vodafone prima di andare a guidare le Relazioni istituzionali di Autostrade. Dopo la vittoria alle politiche, Meloni lo avrebbe voluto a capo del suo gabinetto, ma il cerchio magico capitanato da Giambattista Fazzolari si mise di traverso e non se ne fece nulla. Ora però c’è un’emergenza. E Pugnalin potrebbe risolverla.

 

Lui, però, frena e precisa: “Smentisco categoricamente ogni voce di proposta ricevuta per ricoprire un mio qualunque ruolo in Rai: voglio continuare il mio attuale impegno manageriale.

mangili pugnalin

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...