ITALIA DEI VALORI (IMMOBILIARI) - I PRIMI A SCHIERARSI CONTRO IL SENATORE CONTI E LA SPECULAZIONE SUL PALAZZO DI FONTANA DI TREVI SONO I DIPIETRISTI - EPPURE FU PROPRIO RICCARDINO CONTI A COMPRARE (CON UNA TRANSAZIONE DI CUI NON SI CONOSCONO I PARTICOLARI) LA SEDE DEL PARTITO, QUANDO ERA DI PROPRIETÀ DI TONINO, CHE DA SEMPRE GESTISCE IL PARTITO COME FOSSE UN’ATTIVITÀ DI FAMIGLIA…

Chris Bonface per "Libero"

Con sprezzo del pericolo fra i primi ad attaccare a testa bassa il meraviglioso affare immobiliare compiuto dall'imprenditore-senatore-politico giramondo Riccardo Conti (ha aderito a tutti gli eredi dell'ex Dc, ora è nel Pdl), c'è stata l'Italia dei valori di Antonio Di Pietro. Porta la firma del presidente dei senatori Idv, Felice Belisario, infatti l'interrogazione urgente al ministro del Lavoro Elsa Fornero sull'acquisto da parte di Conti del palazzo dietro Fontana di Trevi per 26,5 milioni di euro, rivenduto la stessa giornata all'Enpap (ente di previdenza degli psicologi) per 44 milioni di euro.

Belisario - come si fa in queste occasioni - grida alla «scandalosa compravendita» e attacca diretto anche l'immobiliarista del secolo: «Spetterà alla magistratura valutare se aprire un'inchiesta, ma il comportamento del senatore Pdl Conti fa sorgere gravi sospetti».

Eppure Conti doveva essere ben noto all'Italia dei Valori. Non solo perché collega parlamentare, ma proprio come immobiliarista. È stato infatti lui nel non lontano 2007 a togliere le castagne dal fuoco a Di Pietro, in una delle rare occasioni in cui l'ex pm ha avuto problemi con il gruppo dirigente del partito. Fu infatti Conti ad acquistare con una transazione di cui non si sono mai rivelati i particolari l'immobile a Roma della Antocri srl interamente posseduta da Di Pietro dove aveva all'epoca sede il partito.

Il fondatore Idv più volte è stato criticato per mischiare un po' troppo vicende e affari personali con vicende e affari politici. Così è accaduto con l'Antocri, una società immobiliare che Di Pietro aveva costituito dedicandola ai tre figli (nel nome sono contenute le tre loro iniziali). Comprò da Marco Tronchetti Provera e da una società del gruppo Pirelli real estate un immobile a Milano e poi un immobile a Roma.

Fece un mutuo su entrambi i fabbricati (quello di Milano con terreno annesso) e di fatto si fece pagare le rate dei due mutui dal partito, cui affittò i locali per qualcosina in più di 50mila euro all'anno. Pochi sapevano però che le sedi erano di proprietà personale del fondatore, e la commistione di affari pubblici e privati non piacque. Indignato lui disse ai suoi: «Cercatevi un'altra sede!». E i suoi trovarono un immobile in affitto da Inarcassa dietro la Galleria Alberto Sordi. Così fu sciolto il contratto di locazione a Roma fra l'Antocri amministrata da Claudio Belotti e l'Italia dei Valori amministrata da Silvana Mura, ex moglie dello stesso Belotti.

Tutto in famiglia. Di Pietro a quel punto aveva una ex sede di partito, quella nazionale, in via Principe Eugenio 31 a Roma di cui non sapeva più che fare. Cercò qualche inquilino, ma non lo trovò. Ne fece cenno in parlamento a qualche collega di altro partito. Fu così che spuntò Conti. Bastò una stretta di mano e il politico bresciano, che all'epoca stava nell'Udc di Marco Follini, acquistò da Di Pietro la ex sede di partito romana.

L'operazione fu fatta attraverso la immobiliare Estate Due srl, e in quel caso non si capisce bene chi abbia compiuto l'affare. Nel bilancio Antocri srl l'anno della vendita fu registrata solo una diminuzione delle immobilizzazioni materiali per circa 1,2 milioni di euro. E naturalmente scomparve il mutuo con la Bnl da 400mila euro, che probabilmente fu rilevato dal nuovo proprietario. Ma nessuna cifra fu registrata ad alcun titolo in bilancio, né di minusvalenza né di eventuale plusvalenza. A leggere le cronache odierne, è probabile che l'affare l'abbia compiuto Conti. Ma conoscendo anche l'abilità di Di Pietro per gli affari, è possibile anche l'esatto contrario.

 

ANTONIO DI PIETRORICCARDO CONTI

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