DI LETTA E DI GOVERNO - L’IRRITAZIONE DEL SEGRETARIO CON D’ALEMA, PIÙ CHE PER LE PAROLE CONTRO RENZI, È DOVUTA ALL’ATTACCO DI “BAFFINO” AL GOVERNO DRAGHI COME “SOSPENSIONE DELLA DEMOCRAZIA” SUBORDINATA ALLA “GRANDE FINANZA INTERNAZIONALE” - ENRICHETTO, SOLDATINO DELL’ESTABLISHMENT, NON SI METTERÀ MAI CONTRO “NONNO MARIO”. MA SE IL PREMIER VA AL QUIRINALE, A PALAZZO CHIGI CHI CI SI METTE? PER LETTA L’IMPORTANTE È CHE LA MAGGIORANZA SIA LA STESSA (COME DEL RESTO HA DETTO DRAGHI NELLA CONFERENZA DI FINE ANNO…)
1 - DAGONOTA - COME SOLDATINO DELL’ESTABLISHMENT, A LETTA NON PASSERÀ MAI PER LA MENTE DI METTERSI CONTRO DRAGHI, UN UOMO CHE RAPPRESENTA OGGI UN’ISTITUZIONE DEL SISTEMA. E PER IL PD DIVENTA UN PROBLEMA...
https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/enrico-letta-conferma-pieno-essere-esponente-294618.htm
2 - LA TELA DEL SEGRETARIO DEM PER SOSTENERE IL PREMIER NELLA CORSA AL QUIRINALE MA SENZA VOTO ANTICIPATO
Roberto Gressi per il "Corriere della Sera"
La storia della sinistra internazionale è stracolma di metafore. Si va dal marxiano «il morto che afferra il vivo» e lo fa prigioniero con le sue categorie culturali, fino al «vecchio che non vuole morire e il nuovo che non riesce a nascere» di gramsciana memoria. Metafore tutt' altro che sconosciute a Massimo D'Alema che all'indomani della sconfitta politica e personale dopo le elezioni scissioniste del 2018 confessava a Giovanni Bianconi su Corriere con amara lucidità: «Ho preso meno voti della quantità di persone con cui ho parlato».
MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME
Le parole dell'ex premier sul Pd finalmente guarito dalla malattia del renzismo hanno irritato il segretario Enrico Letta impegnato nella complessa partita per il Quirinale. Ma forse non tanto per il rischio di vedere ripiombare il suo partito in una polemica passatista che lo disturba, quanto per la strana alleanza che ripropongono.
Con D'Alema che bolla il governo guidato da Mario Draghi come una sospensione della democrazia, subordinata alla grande finanza internazionale, e con Renzi paladino della permanenza del premier a Palazzo Chigi, per tenerlo lontano dalla corsa per il Colle.
Quella che Enrico Letta ha intrapreso è una strada faticosa, irta di insidie, anche proprio nel suo partito, ma della quale ha chiari i punti cardinali. Il primo è che non si può pensare di eleggere il nuovo capo dello Stato senza una larghissima convergenza. Si può, o meglio si dovrebbe, andare oltre la maggioranza che sostiene il governo, ma non si può stare nemmeno un gradino al di sotto.
Almeno se non si vuole mettere la parola fine alla legislatura, ipotesi sciagurata con la pandemia ancora da sconfiggere e con l'economia da rilanciare. Un nuovo presidente della Repubblica figlio di una spallata, si ragiona al Nazareno, lascerebbe Mario Draghi senza tutela e lo costringerebbe a sfilarsi, con danni evidenti per il Paese.
giorgia meloni enrico letta atreju
All'indomani della conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio, il segretario del Pd si è tenuto ben distante dalla levata di scudi di buona parte dei leader politici. Per lui, Mario Draghi al Colle è una possibilità e una opportunità.
matteo salvini e giancarlo giorgetti 1
Se questa dovesse essere la strada che si sceglierà di percorrere, bisognerebbe parallelamente individuare un nuovo premier e una solidissima maggioranza per portare avanti le riforme necessarie. Non è un'opzione senza ritorno, si possono valutare altre figure, purché non si rinunci alla prospettiva dell'unità nazionale, sia nell'elezione del presidente, sia nel proseguimento dell'azione di governo. Il prossimo appuntamento, il 13 gennaio, con la riunione della direzione e dei gruppi parlamentari, non è priva di difficoltà.
La direzione è frutto della vittoria di Nicola Zingaretti alle primarie, i gruppi sono ancora figli della segreteria di Renzi. E sull'ipotesi di Mario Draghi al Colle c'è un fronte del sì, un correntismo del no e un'area oscillante nel segno dell'aspettiamo e vediamo. E appunto nell'attesa si guarda alla ragionevolezza di Dario Franceschini e si osserva con interesse la rinnovata disponibilità di Lorenzo Guerini.
ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA
Ma non è solo all'interno del suo partito che guarda Enrico Letta. Non sfuggono i movimenti nella Lega, che sotto l'unità di facciata mostrano la rivalità tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. E si segnala l'asse tra governatori e imprenditori del Nord che ha già costretto il segretario ad abbandonare le posizioni più velleitarie sul Covid. Ma si guarda anche a Silvio Berlusconi, che potrebbe tirare fino all'ultimo la corda dell'autocandidatura al Colle per poi virare sull'ambizione di diventare lui il kingmaker.
MOURINHO ALLA ROMA - VIGNETTA ELLEKAPPAgiorgia meloni enrico letta foto di bacco (2)LA STRETTA DI MANO TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZIMELONI LETTAMARIO DRAGHI - FILIPPO ANDREATTA - ENRICO LETTA