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“L’OPS DI MPS SU MEDIOBANCA È UN’OPERAZIONE DI MERCATO” – GIORGIA MELONI FINGE CHE IL GOVERNO NON ABBIA UN RUOLO NELLA MOSSA DEL “MONTE”, CHE REGALEREBBE A CALTAGIRONE E MILLERI, CARI ALLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, IL CONTROLLO DEL SALOTTO BUONO DELLA FINANZA, E SOPRATTUTTO DI GENERALI – A DIMOSTRARE IL CONTRARIO, PERÒ, CI SONO I FATTI: L’ATTIVISMO DI GIORGETTI PER LA CREAZIONE DEL TERZO POLO BANCARIO E L’APPROVAZIONE DEL DDL CAPITALI, UN TENTATO FAVORE A DELFIN E “CALTA” PER LA SCALATA AL LEONE DI TRIESTE -VISTO CHE È UN'OPERAZIONE DI MERCATO, DECIDERÀ IL MERCATO SE APPROVARE L'OFFERTA (AL MOMENTO, SEMBRA CONTRARIO...)
MELONI, OPS MPS SU MEDIOBANCA È OPERAZIONE DI MERCATO
(ANSA) - "L'operazione di Mps su Mediobanca è un'operazione di mercato. Da una parte dobbiamo essere orgogliosi del fatto che Mps, per anni vista dai cittadini e dalla politica solo come un problema da risolvere oggi è una banca perfettamente risanata che anzi avvia operazioni ambiziose. Questo deve renderci tutti orgogliosi per il lavoro fatto.
Se l'operazione dovesse andare in porto parliamo della nascita del terzo polo bancario che potrà avere un ruolo importante per la messa in sicurezza dei risparmi degli italiani". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni prima di salire a bordo del Vespucci a Gedda.
DITEMI SE HO CAPITO BENE
— Luigi Marattin (@marattin) January 25, 2025
Il governo ha il 68% di una banca commerciale che, in precedenza, era stata portata sull’orlo del fallimento dalla troppa vicinanza alla politica e alle sue logiche.
Man mano che viene risanata (coi soldi dei contribuenti), il governo - pur rimanendo…
MPS-MEDIOBANCA, MELONI E SALVINI PROVANO A FARSI LA BANCA (DI DESTRA)
Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”
giorgia meloni e giancarlo giorgetti foto lapresse 1
«Abbiamo una banca?», è l’ormai celebre domanda dell’allora leader dei Ds Piero Fassino. Ora si riadatta ai tempi e se la intesta la destra sovranista di Giorgia Meloni. La banca di stato, o meglio di governo, è il Monte dei Paschi di Siena. Che ora vuole allargarsi.
L’offerta pubblica di scambio (ops) […] per l’acquisizione di Mediobanca, che garantirebbe il conseguente controllo di Generali, è una maxi-operazione di sovranismo finanziario messa a punto dall’esecutivo con lo scopo di avere un riferimento nel mondo bancario.
[…] L’iniziativa, giudicata ostile da Mediobanca, è stata possibile, appunto, grazie all’istituto di Siena che oggi vede ancora il Mef come primo azionista, con l’11 per cento. La sponda decisiva è quella della famiglia Del Vecchio (attraverso la holding Delfin) e del costruttore ed editore romano, Francesco Gaetano Caltagirone.
Si innesca qui un ulteriore cortocircuito: lo stato finirebbe per accettare di diluire la propria partecipazione dentro l’eventuale nuovo polo bancario, consegnando a due famiglie imprenditoriali un potere mai avuto prima in quell’ambito. I veri vincitori sarebbero Del Vecchio e Caltagirone.
[…] La regia politica è del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, d’intesa con palazzo Chigi. Anche se i diretti interessati tacciono e sono pronti a smentire. L’Ops è una anche una rivoluzione culturale. Gli eredi della fiamma missina, da sempre ostili ai salotti buoni della finanza milanese, cercano di entrare da padroni in quegli stessi salotti, prendendosi il simbolo di Mediobanca.
E con la successiva possibilità di mettere le mani sul Leone di Trieste. Dietro c’è un infine un segnale di Meloni: con l’operazione di Mps ha mandato un segnale di disistima ad Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, e Philippe Donnet, ad di Generali. Ha fatto capire di non volerli più. Resta da decifrare se sia stata una mossa vincente, dato che il veicolo scelto, Mps, potrebbe non essere adeguato.
Ma gli interessi della destra sul mondo finanziario non sono una novità. Già con il ddl Capitali, approvato definitivamente a febbraio 2024, la destra aveva cercato di dare una mano a Del Vecchio e Caltagirone per favorire la presa di Mediobanca e Generali, dando maggior peso alle minoranze.
La norma è però troppo astrusa per garantire effetti concreti. Fallita la strada legislativa, si è passati a un altro livello di azione, sfruttando il braccio operativo di Mps. L’uomo della finanza di Fratelli d’Italia, il deputato Marco Osnato, è stato l’unico meloniano ad andare in avanscoperta, parlando di «un’operazione di sistema intelligente e proficua che può dare un consolidamento bancario molto importante per la nostra nazione».
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Non solo. C’è un altro dato indiretto che conferma il sostegno governativo all’operazione. Giorgetti aveva minacciato il golden power di fronte alla recente offerta pubblica di scambio di Unicredit su Bpm per impedirne la scalata.
MPS - MEDIOBANCA - UNICREDIT - BANCO BPM - GLI INTRECCI
L’obiettivo era la creazione di un terzo polo bancario favorendo la fusione tra Mps e Bpm. Il ministro non aveva celato la sua contrarietà. Il leader leghista, Matteo Salvini, lo aveva seguito a ruota e aveva annunciato le barricate dichiarando la propria contrarietà ai monopoli. Ma l’ops su Mediobanca segna un passo in avanti, spostando la vicenda in un territorio ancora più ambizioso. Una banca governativa ancora più forte.
GIORGIA MELONI - CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO - 9 GENNAIO 2024 - FOTO LAPRESSE
Lo testimonia tweet, sebbene un po’ criptico, del senatore salviniano, Claudio Borghi: «Direi che la cosa va seguita con interesse e non solo per Siena per tutta l’Italia». Forza Italia, con il vicepremier Antonio Tajani, ha benedetto l’operazione: «Siamo per il libero mercato».
[…] La versione, ovviamente non ufficiale, che rimbalza dal Mef spinge a minimizzare il caso, derubricandolo a operazione di mercato. E nel governo, a microfoni spenti, c’è chi invita alla prudenza: «Meglio non metterci troppo la faccia sull’operazione. Qualcuno potrebbe uscirne male». […]
francesco gaetano caltagirone
MPS MEDIOBANCA
IL RISIKO BANCARIO - L OFFERTA DI MPS SU MEDIOBANCA E QUELLA DI UNICREDIT SU BANCO BPM
GLI AZIONISTI DI GENERALI
giorgia meloni giancarlo giorgetti foto lapresse 2