“L’UCRAINA AVRÀ BISOGNO DEL PROPRIO PIANO MARSHALL” - MARIO DRAGHI PRIMA DI TORNARE IN ITALIA DAGLI STATES, HA RICEVUTO IL PREMIO DELL’ATLANTIC COUNCIL (COME DAGO-ANTICIPATO), PARLANDO DI ECONOMIA E INFLAZIONE. AL SUO FIANCO, LA SUA VECCHIA AMICA JANET YELLEN, SEGRETARIO DI STATO ED EX PRESIDENTE DELLA FED, CHE RICORDA “I SUOI SAGGI CONSIGLI NEL CORSO DEGLI ANNI”. COMPRESI GLI ULTIMI: QUELLI SULLE SANZIONI E SUL BLOCCO DELLE RISERVE ALLA BANCA CENTRALE RUSSA… - IL DISCORSO INTEGRALE
1 - DRAGHI CERCA LA SPONDA DEGLI USA "ADESSO BIDEN PARLI CON PUTIN"
Ilario Lombardo per “La Stampa”
Dopo la fine della guerra, l'Ucraina andrà ricostruita. Ma non potrà farlo da sola.
mario draghi premiato all atlantic council
«Avrà bisogno del proprio Piano Marshall, come quello che ha contribuito alle relazioni speciali tra Europa e Stati Uniti».
Nei due giorni a Washington, Mario Draghi ha più volte rilanciato la proposta di un piano di ricostruzione dell'Ucraina. Lo fa ancora, nelle ultime ore in America, prima di salire sull'aereo, durante la serata di gala organizzata per lui dall'American Council.
E' un passaggio nodale della nuova strategia del premier, l'altro lo metterà nero su bianco nel corso del Cdm convocato appena atterrato a Roma, riferendo ai ministri del viaggio e spiegando che in questa fase del conflitto «tutti gli alleati devono sedersi ad un tavolo in cui l'Ucraina sia l'attore principale» e che «Biden deve chiamare Putin».
Questo ultimo punto era già emerso tra le righe nelle dichiarazioni del Draghi americano.
La guerra è cambiata. «Dobbiamo essere pronti - dice - a continuare a stare con l'Ucraina molto tempo dopo il conflitto. La distruzione di città, impianti industriali e campi richiederà un enorme sostegno finanziario».
janet yellen mario draghi atlantic council
L'imperativo morale degli Stati Uniti e dell'Europa, sostiene il premier, deve essere garantire che le istituzioni democratiche di Kiev «rimangano forti, stabili e vivaci». È significativo che lo dica qui, nel cuore politico degli Stati Uniti, dopo aver incontrato il presidente Joe Biden e la speaker della Camera Nancy Pelosi.
L'impatto della guerra non sarà simmetrico. Lo sguardo dell'economista gli fa vedere come le dinamiche dell'inflazione, i costi dell'energia, la carenza alimentare e le conseguenze umanitarie abbiano effetti diversi tra Usa ed Europa. Accanto a lui, al tavolo, è seduta Janet Yellen, segretario al Tesoro americano.
mario draghi premiato all atlantic council
Si conoscono dai primi anni Settanta. Draghi la ricorda giovane "assistant professor" di Harvard quando lui era al Mit di Boston. È lei a consegnargli il premio di politico dell'anno e a ricordare «i suoi saggi consigli nel corso degli anni, specialmente di recente quando il mondo ha dovuto affrontare nuove sfide». Si riferisce alle sanzioni contro Mosca e alle ore convulse dopo l'invasione russa, quando Draghi suggerì all'Europa e alla vecchia amica di bloccare le riserve alla Banca centrale russa.
Qualche ora prima della serata all'Anthem Theatre di Washington, Draghi aveva spiegato quanto «i paesi europei non abbiano risorse nei bilanci» per ricostruire l'Ucraina: «Occorre, quindi, che tutta l'Europa investa e faccia proprie queste sfide, dando una risposta collettiva». Solo così l'Italia «farà la sua parte, ma insieme agli altri». Per affrontare i costi della guerra i leader lavorano all'ipotesi di replicare il piano di indebitamento comune realizzato per il Covid.
L INCONTRO TRA JOE BIDEN E MARIO DRAGHI VISTO DA CARLI
Le turbolenze delle opinioni pubbliche occidentali stremate dal carovita potrebbero far mancare il sostegno alla resistenza ucraina. Per questo è necessario, insiste Draghi, che l'America aiuti l'Ue.
Sul gas, sull'energia, ma anche a livello diplomatico, per sbloccare le esportazioni del grano dai porti ucraini, confidando che gli Usa attivino contatti a «tutti i livelli» con il Cremlino. Draghi ha chiesto a Biden uno sforzo maggiore verso i negoziati. Senza però negare il sostegno militare a Kiev, che presto potrebbe tradursi nell'invio di altre armi e in un rafforzamento del contributo di soldati italiani alla Nato sul fianco est dell'Europa, in Bulgaria e Ungheria.
2 - FARE IL MASSIMO PER LA PACE
Intervento di Mario Draghi all'Atlantic Council l'11 maggio, pubblicato da “la Repubblica”
mario draghi premiato all atlantic council 2
Negli ultimi anni l'Italia ha vissuto tempi veramente difficili. Abbiamo affrontato la pandemia prima di ogni altro paese del mondo occidentale. Abbiamo subito l'impatto della crisi economica in modo più grave degli altri paesi europei.
Ora assistiamo al ritorno della guerra nel nostro continente, guerra che rappresenta una minaccia per la nostra sicurezza, per la prosperità e per la sicurezza energetica. E ciò accade per la prima volta dai tempi della seconda guerra mondiale. Eppure, come ha fatto più e più volte nel corso della sua magnifica storia, l'Italia ha reagito.
E siamo pronti a fare la nostra parte, assieme agli alleati europei e transatlantici, per superare questo tragico momento. Per riportare la pace dove regna il male. Le parole di Janet Yellen mi riportano all'inizio degli anni '70, ai primi anni che ho trascorso negli Stati Uniti, quando io ero specializzando al Mit e Janet era assistente a Harvard. Per un giovane uomo che veniva da Roma, a Cambridge era tutto nuovo.
L INCONTRO TRA JOE BIDEN E MARIO DRAGHI VISTO DA CARLI 1
Al Mit ho imparato a guardare avanti e a pensare con rigore. E soprattutto, per via della mia cultura, ho imparato a mettere in dubbio le opinioni diffuse, anche le più radicate. Queste lezioni mi guidano ancora oggi, alle prese con una delle crisi peggiori dai tempi della seconda guerra mondiale. L'invasione russa dell'Ucraina ha provocato un cambiamento di paradigma nella geopolitica. Ha rafforzato il legame fra l'Unione Europea e gli Stati Uniti, isolato Mosca e sollevato seri interrogativi riguardo alla Cina. I cambiamenti sono ancora in corso ma una cosa è certa: i loro effetti saranno di lunga, lunghissima durata.
Dobbiamo continuare a sostenere il coraggio degli ucraini che si battono per la loro libertà e per la sicurezza di noi tutti. Dobbiamo continuare a gravare di costi la Russia, approvando rapidamente il nostro prossimo pacchetto di sanzioni. Ma dobbiamo anche fare tutto il possibile per ottenere un cessate il fuoco e una pace duratura. Spetterà agli ucraini e a nessun altro decidere i termini di questa pace.
janet yellen mario draghi atlantic council
Nel frattempo dobbiamo prepararci al mondo in cui vivremo domani. Dobbiamo essere pronti a sostenere l'Ucraina anche ben oltre la fine della guerra. La distruzione delle sue città e della produzione agricola e industriale richiederà un sostegno economico enorme. L'Ucraina avrà bisogno di un piano Marshall, simile a quello che ha contribuito a creare il rapporto speciale che esiste fra l'Europa e gli Stati Uniti.
E dovremo garantire che le sue istituzioni democratiche rimangano forti, stabili e vivaci. L'Ucraina è nostra amica. L'Ucraina continuerà a essere nostra amica. I tempi difficili sono iniziati ben prima dello scoppio della guerra ma ognuna di queste crisi ha conseguenze di rilievo per l'Europa: rischi, ma anche opportunità. Faccio qualche esempio. La pandemia ha unito l'Europa in un modo che era impensabile anche solo qualche mese prima.
mario draghi conferenza stampa a washington 3
Mi riferisco allo sforzo congiunto che abbiamo fatto sui vaccini, un esempio per il mondo intero. E alla creazione di Next Generation Eu, un primo passo verso un "momento hamiltoniano" come quello che due secoli fa ha contribuito a creare gli odierni Stati Uniti. La guerra in Ucraina potrebbe unire ancora di più l'Unione Europea. È evidente che i singoli Stati non possono far fronte da soli alle molte e difficili sfide che li attendono nei prossimi anni. È evidente che ciò di cui abbiamo bisogno ora è uno sforzo collettivo, che ci unirà molto più che in passato.
Dovremo razionalizzare la spesa per la difesa, evitando inefficienze e ridondanze, accelerare la transizione energetica, rilanciare la ripresa dell'economia e combattere disuguaglianze vecchie e nuove. Queste trasformazioni radicali richiederanno un cambiamento delle nostre istituzioni e forse anche modifiche dei nostri trattati fondativi. Dobbiamo ricordare l'urgenza del momento e la grandezza della sfida. È il momento dell'Europa e non dobbiamo lasciarcelo sfuggire.
Le scelte che si prospettano all'Unione Europea sono brutalmente semplici. Possiamo essere padroni del nostro destino oppure schiavi di decisioni altrui. Ciò che mi rende ottimista è che sappiamo di non essere soli. In un momento di profondi cambiamenti qualcosa è immutato. Lo stretto legame fra l'Unione Europea e gli Stati Uniti. Un legame senza tempo che ci rafforza entrambi. Traduzione di Alessandra Neve