matteo renzi alessandro di battista sergio mattarella giuseppe conte

L’ULTIMO MIGLIO DI CONTE – SERGIO MATTARELLA HA DOVUTO RESISTERE ALLE SIRENE DEL PD CHE GLI CHIEDEVANO DI DARE DIRETTAMENTE L’INCARICO A GIUSEPPE CONTE. CHE, INVECE CHE ESSERE DELUSO, DOVREBBE SOLO RINGRAZIARE IL CAPO DELLO STATO CHE GLI HA EVITATO DI BRUCIARSI – UN CONTE TER CON LA STESSA MAGGIORANZA SAREBBE COMUNQUE UNA BOMBA A OROLOGERIA. CON DUE INNESCHI: RENZI E DIBBA…

sergio mattarella

Ugo Magri per “La Stampa”

 

A Sergio Mattarella le forzature non piacciono. Dettare la linea, imporre soluzioni, mettere questo o quello con le spalle al muro è quanto di più lontano ci sia dal suo modo di arbitrare. Ecco perché ha resistito alle pressioni di quanti, anzitutto nel Pd, ma anche tra i Cinque Stelle, gli chiedevano di dare direttamente l'incarico a Giuseppe Conte senza bisogno dell'«esploratore» Roberto Fico.

 

ROBERTO FICO ESPLORATORE

L'argomento di chi tirava la giacca al presidente era: i grillini non mettono più veti a Italia Viva e finalmente l'hanno detto chiaro; perché dunque sprecare altri 4 giorni in ulteriori approfondimenti con l'Italia in queste condizioni? La risposta del Colle è che questi giorni non sono affatto tempo perso, anzi guadagnato. E l'esploratore serve eccome perché i veti reciproci sono caduti, questo è già un indubbio risultato, però adesso c'è da percorrere l'ultimo miglio, come sempre il più difficile, con frotte di serpenti annidati sotto le foglie.

 

conte e casalino - Grande Fratello Chigi

C'è da definire un programma di governo, bisogna ancora capire quale struttura avrà il Conte-ter, chi lascerà la poltrona di ministro e chi invece riuscirà a occuparla; soprattutto c'è da superare un muro di incomunicabilità anche umana tra Matteo Renzi e l'Avvocato del popolo. A Palazzo Chigi mordono il freno, tradiscono impazienza, non vedono l'ora di tornare in pista; eppure dovrebbero ringraziare Mattarella che, mettendo in campo il presidente della Camera nella veste di paciere, ha evitato a Conte di bruciarsi prematuramente oppure, se l'immagine non piace, di andare a sbattere dopo la prima curva.

SERGIO MATTARELLA ROBERTO FICO

 

Si è sparsa voce che di qui a martedì mattina, quando tornerà sul Colle per riferire, Fico potrebbe cambiare berretto e, al posto del casco color kaki da esploratore, mettersi quello di presidente incaricato. Le malelingue insinuano che Renzi sarebbe pronto a sostenerlo come premier per il gusto di giocare l'ultimo scherzetto a Conte. Per quanto suggestiva, la diceria viene categoricamente smentita al Quirinale.

 

SERGIO MATTARELLA MEJO DI BERNIE SANDERS

Anzitutto perché Fico non intende minimamente prestarsi a operazioni del genere. E poi perché, nel caso in cui si venisse a confermare l'esistenza di una maggioranza coesa, solida nei numeri, coerente nei programmi, non esiste alcun dubbio su chi Mattarella incaricherebbe per guidarla: Conte e non altri. Dei cinque potenziali alleati sentiti al Quirinale, quattro (M5S, Pd, Leu ed Europeisti) hanno indicato esclusivamente quel nome.

 

MEME SU SERGIO MATTARELLA

Si tratta adesso di superare le riserve del quinto partito, Italia Viva, senza strattonarlo perché sarebbe controproducente, ma attraverso un confronto civile di programmi e di idee. L'ideale sarebbe (ma al Quirinale nessuno lo ammetterà mai) che Fico riuscisse nell'impresa di far sedere intorno a uno stesso tavolo i vari protagonisti, in modo da ricominciare stavolta con il piede giusto.

 

Altrimenti fra un mese ci ritroveremmo punto e daccapo. Mattarella ha scelto Fico proprio perché gli riconosce un profilo idoneo: ha un tratto di cordialità partenopea unita alle buone maniere, conosce perfettamente il terreno di gioco come si richiede a uno «scout» ed esercita un certo ascendente tra i Cinque stelle, dove divampa la rivolta contro l'ennesimo dietrofront su Renzi.

 

MATTEO RENZI

Il capo dello Stato non ha ritenuto opportuno puntare invece su Elisabetta Casellati, come gli ha chiesto insistentemente l'opposizione di centrodestra che si è presentata al Quirinale in formato unico. Non occorre essere Einstein per capirne il motivo: vista la sua origine berlusconiana, la presidente del Senato sarebbe stata inevitabilmente accusata di sabotare le possibilità d'intesa tra Conte e Renzi. Insomma, con tutto il rispetto per la seconda carica della Repubblica, Casellati non sarebbe stata la persona giusta al posto giusto.

 

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO