conte tognazzi-conte mascetti

IL CONTE DELLA RISATA! - “LA COMICITA’ DI CONTE SOMIGLIA A QUELLA DEL CONTE MASCETTI DI TOGNAZZI” – MERLO SCATENATO: "NON SIAMO PRETERMESSI", "IO SONO L'INTELEGUZIONE" SONO CAPOLAVORI PIÙ EFFICACI NON SOLO DELLA SUPERCAZZOLA, MA ANCHE DELLA CARTA D'INDINDIRINDÀ DI PAPPAGONE” – CECCARELLI E I SALTI ACROBATICI DI CONTE E TAJANI SUL CARRO DI MACRON: "POI SE IN POCHI VANNO A VOTARE CI SARA' PURE QUALCHE RAGIONE"

Dalla rubrica delle lettere di “Repubblica”

 

CONTE TOGNAZZI-CONTE MASCETTI

Caro Merlo, lei lo aveva scritto che il Conte di "né con Macron né con Le Pen" avrebbe sciolto la riserva domenica sera e si sarebbe schierato con il vincitore. Lo ha fatto con un tweet macroniano senza se e senza ma, non appena sono stati resi noti i risultati. E al congresso di Leu si è nuovamente vestito da leader di sinistra con quest' ennesima supercazzola su se stesso: "C'è una strada per fare questo percorso insieme, per essere progressisti insieme, lo abbiamo già sperimentato nel Conte 2". Angela Dato - Teramo

francesco merlo

 

Risposta di Francesco Merlo

Devo dare atto al collega Alessandro Barbano che da molto tempo si chiede come sia possibile che gli italiani non si accorgano quanto la comicità di Giuseppe Conte somigli a quella del conte Mascetti di Tognazzi. Eppure, "non siamo pretermessi", "io sono l'inteleguzione" e "salvo intese" sono capolavori più efficaci non solo della supercazzola, ma anche della carta d'indindirindà di Pappagone.

 

2 - I SALTI PIÙ ACROBATICI SUL CARRO DI MACRON

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”

 

Il bello dei repertori digitali sta anche nella pronta e agile disponibilità di espressioni che sintetizzano eterni vizi di casa nostra; per cui Cesare Marchi usa "salire", Ennio Flaiano "correre" e Bruno Barilli addirittura "volare", ma il carro resta sempre quello del vincitore.

 

CONTE CONTESTATO A DESIO

A tale proposito, dopo la vittoria di Macron, varrà qui la pena di segnalare l'immediatezza con cui le piattaforme social hanno consentito al leader cinque stelle Giuseppe Conte e al vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani di entrare nel palmares dell'opportunismo e del provincialismo all'italiana col lieto e festoso aggravio della faccia tosta.

 

Nel primo caso si ricorderà in tv, pochi giorni orsono, il faticoso e plateale inerpicarsi fra ritrosie e dinieghi dell'ex Avvocato del Popolo dinanzi al dilemma, invano postogli da Lilli Gruber, su quale dei due candidati francesi avrebbe, nel suo piccolo, preferito. Bene, ieri Giuseppi è stato lestissimo a felicitarsi con Macron augurandogli buon lavoro e, visto che c'era, ha assestato pure un calcetto alla "destra xenofoba che specula sui problemi senza essere capace di offrire soluzioni adeguate".

 

conte 19

Quanto a Tajani, che proprio oggi a nome dell'ala fusionista di Forza Italia sta stringendo un accordo con Salvini su una lista denominata "Prima l'Italia", si è catapultato sul carro macroniano con il soccorso dell'iconografia, dal che su Facebook lo si può ammirare vis-à-vis con il presidente transalpino che gli pone la mano sinistra su una spalla mentre lui afferra la destra fra le sue manone. Con tanto di traduzione in francese, insieme alle congratulazioni, dispensa un perentorio giudizio: "Il voto conferma che la destra sovranista non vince".

 

Per maliziosa, ma ragionevole esperienza, il sospetto è che in caso di vittoria lepenista, sia l'uno che l'altro avrebbero fatto lo stesso, magari Conte cavallerescamente esaltando la sua provvida tele-riluttanza e Tajani insistendo, anche senza foto, sul valore di un accordo con la destra sovranista che l'attualità avrebbe reso ancora più necessario.

 

CONTE MASCETTI

Ma anche senza fare processi alle intenzioni, e per quanto ormai rassegnati sull'inutilità di procedere a meticolosi controlli di coerenza, è pur vero che i due - e non solo loro per la verità - nel corso degli ultimi anni a seconda dei momenti e delle convenienze sono stati falchi e colombe, europeisti ardenti, tiepidi e anti, oltre a dire e sostenere pubblicamente tutto e il contrario di tutto; questione che in verità trascende il loro tenue ed eventuale macronismo di seconda mano, adattabile, multiuso e parassitario.

 

Ciò che accade all'estero troppo spesso diventa in Italia bene di rapido consumo, spunto e pretesto per lo più ornamentale, donde l'avvicendamento di emuli blairiani, sarkozisti scravattati e securitari, scopiazzatori di Merkel e Zapatero, pappagalli obamiani e improvvisati trumpisti - anche se dopo un po' comunque gli passa e i politici nostrani ricominciano a battagliare sulle leggi elettorali e altre inutili beghe con i risultati che ognuno può giudicare.

 

giuseppe conte contro il nucleare

Così, senza stracciarsi le vesti, né perdersi in valutazioni strategiche o di cultura politica (!), l'attitudine ad accorrere in soccorso dell'ultimo vincitore mette piuttosto a nudo il vuoto di credibilità di un ceto politico in stato di conclamata, prolungata e accentuata dissoluzione.

 

Con tale premessa, e tanto più rispetto al governo tecnico che fa i progetti, dà i soldi, fa le nomine e la politica estera, più che un caso di bracconaggio politicante la foga furbastra di Conte e Tajani assomiglia a una specie di innocua birbonata di cui a Parigi nemmeno si accorgeranno; ma che qui in Italia suona come l'ennesima conferma di un processo cataclismatico: la trasformazione dei partiti e dei loro periclitanti leader in puri soggetti esteriori, esseri apparenti che fluttuano senza prospettive, contenitori disponibili a riempirsi di ogni possibile mercanzia sulla base dell'eterno presente, l'abolizione del passato e la scomparsa del futuro.

 

Filippo Ceccarelli

Naturalmente le persone di Conte e Tajani, intesi come individui alle prese con la vita, hanno meno responsabilità dei processi che li spingono a muoversi in modo così goffo - però se in pochi vanno a votare, ci sarà pure qualche ragione.

Ultimi Dagoreport

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)