“IL SILENZIO DI BERGOGLIO CONFERMA IL MIO DOSSIER” – “LA VERITÀ” PUBBLICA LA SECONDA LETTERA DI MONS. VIGANÒ A UN MESE DALLE ACCUSE A PAPA FRANCESCO: “L’AVER COPERTO MCCARRICK NON SEMBRA UN ERRORE ISOLATO DEL PAPA. MOLTI ALTRI CASI SONO STATI DOCUMENTATI, MOSTRANDO CHE HA DIFESO PRETI CHE HANNO COMMESSO ABUSI” – E POI L’APPELLO AL CARDINAL OUELLET: “LEI HA I DOCUMENTI, RENDA TESTIMONIANZA”
Lettera di Carlo Maria Viganò pubblicata da “la Verità”
Come tutti i battezzati, come sacerdote e vescovo della santa Chiesa, sposa di Cristo, sono chiamato a rendere testimonianza alla verità [], intendo farlo fino alla fine dei miei giorni. È trascorso ormai un mese da quando ho reso la mia testimonianza, unicamente per il bene della Chiesa, di quanto avvenuto nell' udienza con papa Francesco il 23 giugno 2013 e al riguardo di certe questioni che mi è stato dato di (...) conoscere negli incarichi che mi furono affidati in segreteria di Stato e a Washington, con relazione a coloro che si sono resi responsabili di aver coperto i crimini commessi dal già arcivescovo di quella capitale.
carlo maria vigano con mccarrick nel 2012
La decisione di rivelare quei fatti è stata per me la più sofferta e grave che abbia mai preso in tutta la mia vita. La presi dopo lunga riflessione e preghiera, durante mesi di profonda sofferenza e angoscia, in un crescendo di continue notizie di terribili eventi, con migliaia di vittime innocenti distrutte, di vocazioni e di giovani vite sacerdotali e religiose sconvolte.
theodore mccarrick con il giovane james che lo accusa di abusi quando era minorenne
Il silenzio dei pastori che avrebbero potuto porvi rimedio, e prevenire nuove vittime, diventava sempre più insostenibile, un crimine devastante per la Chiesa. [] Dichiaro con chiara coscienza davanti a Dio che la mia testimonianza è vera.
Certo, alcuni dei fatti che stavo per rivelare erano coperti dal secreto pontificio che avevo promesso di osservare e che ho fedelmente osservato fin dall' inizio del mio servizio alla Santa Sede. Ma la finalità del secreto, anche di quello pontificio, è di proteggere la Chiesa dai suoi nemici, non di coprire e diventare complici di crimini commessi da alcuni suoi membri.
Io ero stato testimone, non per mia scelta, di fatti sconvolgenti, e come sta scritto nel Catechismo della Chiesa cattolica, il sigillo del segreto non è vincolante quando la custodia del segreto dovesse causare danni molto gravi ed evitabili soltanto mediante la divulgazione della verità. Solo il sigillo del segreto sacramentale avrebbe potuto giustificare il mio silenzio.
Né il Papa, né alcuno dei cardinali a Roma hanno negato i fatti che io ho affermato nella mia testimonianza. Il detto «Qui tacet consentit» si applica sicuramente in questo caso, perché se volessero negare la mia testimonianza non hanno che farlo, e fornire i documenti in supporto della loro negazione. Come è possibile non concludere che la ragione per cui non forniscono i documenti è perché essi sanno che i documenti confermerebbero la mia testimonianza?
il cardinale theodore mccarrick
Il centro della mia testimonianza è che almeno dal 23 giugno 2013 il Papa ha saputo da me quanto perverso e diabolico fosse McCarrick nei suoi intenti e nel suo agire, e invece di prendere nei suoi confronti quei provvedimenti che ogni buon pastore avrebbe preso, il Papa fece di McCarrick uno dei suoi principali agenti di governo della Chiesa, per gli Stati Uniti, la Curia e perfino per la Cina, come con grande sconcerto e preoccupazione per quella Chiesa martire stiamo vedendo in questi giorni.
papa francesco bergoglio con il cardinal theodore mccarrick
Ora la risposta del Papa alla mia testimonianza è stata: «Io non dirò una parola!» Salvo poi, contraddicendo sé stesso, paragonare il suo silenzio a quello di Gesù a Nazareth davanti a Pilato e paragonare me al grande accusatore, Satana, che semina scandalo e divisione nella Chiesa, ma senza mai pronunciare il mio nome.
Egli ha posto invece in essere una sottile calunnia contro di me, calunnia da lui stesso tanto spesso condannata persino con la gravità di un assassinio. Per di più, lo ha fatto ripetutamente, nel contesto della celebrazione del sacramento più sacro, l' Eucaristia, in cui non si corre il rischio di essere contestati come davanti ai giornalisti.
Quando ha parlato ai giornalisti, ha chiesto loro di esercitare la loro professione con maturità e di tirare le loro conclusioni. Ma come possono i giornalisti scoprire e conoscere la verità se quelli che sono direttamente implicati si rifiutano di rispondere ad ogni domanda o di rilasciare qualsiasi documento?
[]. Ma c' è di più: l' aver coperto McCarrick non sembra essere stato certamente un errore isolato da parte del Papa. Molti altri casi sono stati recentemente documentati dalla stampa, mostrando che papa Francesco ha difeso preti omosessuali che hanno commesso gravi abusi sessuali contro minori o adulti.
[...] Nel frattempo, una delegazione della Usccb (la Conferenza episcopale degli Stati Uniti, ndr), guidata dal suo presidente, il cardinale Daniel DiNardo, è andata a Roma per chiedere un' indagine del Vaticano su McCarrick. Il cardinale DiNardo e gli altri prelati devono dire alla Chiesa in America e nel mondo: il Papa si è rifiutato di svolgere un' indagine in Vaticano sui crimini di McCarrick e dei responsabili di averli coperti? I fedeli hanno diritto di saperlo.
Vorrei fare un appello speciale al cardinale Marc Ouellet, perché con lui come nunzio ho sempre lavorato in grande sintonia e ho sempre avuto grande stima e affetto nei suoi confronti.
Ricorderà quando, ormai terminata la mia missione a Washington, mi ricevette la sera nel suo appartamento a Roma per una lunga conversazione. All' inizio del pontificato di papa Francesco aveva mantenuto la sua dignità, come aveva dimostrato con coraggio quando era arcivescovo di Québec.
Poi, invece, quando il suo lavoro come prefetto della Congregazione per i vescovi è stato virtualmente compromesso perché la presentazione per le nomine vescovili da due «amici» omosessuali del suo dicastero passava direttamente al Papa, bypassando il cardinale, ha ceduto.
Un suo lungo articolo sull' Osservatore Romano, in cui si è schierato a favore degli aspetti più controversi dell' Amoris laetitia, ha rappresentato la sua resa.
Eminenza, prima che io partissi per Washington, lei mi parlò delle sanzioni di papa Benedetto XVI nei confronti di McCarrick. Lei ha a sua completa disposizione i documenti più importanti che incriminano McCarrick e molti in Curia che li hanno coperti. Eminenza, le chiedo caldamente di voler rendere testimonianza alla verità!