LA COPPIA BONDI IN FUGA DAL DUPLEX PASCALE-ROSSI - MANUELA REPETTI: “TROPPE FAIDE INTERNE” - BONDI: “ALLIBITO DALLE EPURAZIONI, FORZA ITALIA MAI COSÌ IN BASSO. LA COLPA E' DEL CERCHIO MAGICO”

1. BONDI: ALLIBITO DALLE EPURAZIONI

SANDRO BONDI E MANUELA REPETTI SANDRO BONDI E MANUELA REPETTI

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

Ha tagliato i ponti con il circo berlusconiano. Raramente a Roma e mai ad Arcore, solo un ostinato silenzio. A un tratto, però, Sandro Bondi torna a farsi sentire. Quando è troppo, è troppo. «In Piemonte hanno colpito due persone per bene senza alcun motivo. È una epurazione assurda, opera del cerchio magico che ruota attorno a Berlusconi», confida al sito “lo Spiffero”. I malcapitati a cui si riferisce il senatore sono Valter Zanetta, coordinatore azzurro di Verbania, e il commissario torinese Ettore Puglisi.

 

Sono stati messi alla porta senza prevviso dal coordinatore regionale Gilberto Pichetto. La colpa? Aver scelto di schierarsi con Raffaele Fitto. Lontani i tempi in cui organizzava seminari politici nella splendida cornice di Gubbio, anche Bondi è rimasto vittima dalla brigata che gestisce l’agenda dell’ex Cavaliere.

 

SANDRO BONDI E MANUELA REPETTI SANDRO BONDI E MANUELA REPETTI

Senatore Bondi, cosa succede?

«Mai avrei pensato che nel partito che ho contribuito a fondare si potesse arrivare a livelli tanto bassi».

Dopo tanto silenzio interviene per difendere i due dirigenti allontanati.

«Abitando in Piemonte, ho fatto solo una considerazione dopo quanto avvenuto ieri. In questo periodo stanno avvenendo cose molto gravi e difficili da comprendere».

 

L’input è arrivato dal cerchio magico. Hanno rimosso due fittiani, in un clima da resa dei conti.

«Io non faccio parte di nessuna corrente, ma constato da tempo che c’è una volontà di emarginare tutti coloro che, per diversi motivi, non si adeguano a cose e metodi che sono inverosimili e inaccettabili».

Ha avuto modo nelle ultime settimane di sentire Berlusconi per manifestare questo malessere?

«Da tempo non lo sento».

SANDRO BONDI E MANUELA REPETTI SANDRO BONDI E MANUELA REPETTI

 

Però è amareggiato.

«L’altro ieri un giornale mi ha nuovamente preso di mira scrivendo che io e Manuela (la senatrice Repetti, la compagna a cui è legatissimo e con cui trascorre il suo tempo lontano dalla politica) saremmo stati a capo di un gruppo a favore dell’Imu agricola».

Non è così?

«È una cosa assolutamente falsa e strumentale. E non credo che sia stata casuale».

 

Pensa al cerchio magico?

«Non so se il tentativo di screditarmi pubblicamente e altre cose che stanno avvenendo siano collegate e gestite dal cerchio magico. Io preferisco continuare a restare nel silenzio e, soprattutto, fuori dalla politica».

 

belusconi, quagliarello, bondi e repetti--401x175belusconi, quagliarello, bondi e repetti--401x175

Di certo il pugno di ferro è benzina sul fuoco dello scontro intestino, come rileva immediatamente Raffaele Fitto. «C’è ormai un vero e proprio allarme democratico nel nostro partito, le primarie sono più che mai necessarie e urgenti. Dopo quanto è accaduto in Puglia, ora si assiste ad assurde ritorsioni anche in Piemonte».

 

Pochi giorni fa, in effetti, l’intera classe dirigente pugliese di Forza Italia si è dimessa in seguito al commissariamento del coordinatore regionale fittiano.

 

maria rizzottimaria rizzotti

Non è la prima volta che Bondi si lascia andare a uno sfogo. «Questa storia è finita — confidò al Foglio nel novembre del 2013 — dietro Berlusconi non c’era niente. In questi anni non abbiamo costruito nulla di umanamente e politicamente solido o autentico. Finisce male».

 

Per lui, che ha amato il leader, il nuovo corso è causa di quotidiano tormento. Fino alle epurazioni, l’ultimo sgarbo che fatica ad accettare: «Sono convinto che questa decisione sia stata imposta a Pichetto. Mai l’avrebbe presa di testa sua, come mai Berlusconi avrebbe agito in questo modo». E allora di chi è la colpa? Per il senatore tutto conduce a Maria Rizzotti, chirurgo estetico e parlamentare arruolata dai centurioni di Arcore. «È lei — ricorda — che fa da cinghia di trasmissione tra il cerchio magico e il partito in Piemonte».

 

 

2. REPETTI, ECCO PERCHÉ ABBANDONO FORZA ITALIA

Lettera di Manuela Repetti a il “Corriere della Sera”

 

Caro direttore, 
desidero spiegare in maniera pubblica e sincera le ragioni del mio dissenso politico nei confronti del partito a cui appartengo. 
 

Sandro Bondi e Manuela RepettiSandro Bondi e Manuela Repetti

Da tempo, purtroppo, Forza Italia sta vivendo una profonda crisi per diversi motivi. Elenco i principali: l’azzoppamento del nostro leader, il presidente Silvio Berlusconi, con la conseguenza di un centrodestra senza più un punto di riferimento; l’arrivo di Renzi a capo del Pd, ma con una personalità politica ricca di sfumature e difficilmente incasellabile a sinistra riuscendo dunque ad attirare consenso anche al centrodestra; una vera e propria guerra interna a Forza Italia per la successione. 
 

È soprattutto quest’ultimo punto che mi ha spinto a una seria riflessione. 
Ciò che sta avvenendo, infatti, è una vera e propria distruzione, con faide interne il cui unico fine è quello di spartire l’eredità politica di Berlusconi, a cominciare da coloro che gli stanno accanto e che dicono a parole di voler tutelare la sua leadership.

 

SANDRO BONDI MANUELA REPETTISANDRO BONDI MANUELA REPETTI

Pur non essendo schierata con nessuno, ritengo che la serie di commissariamenti sia solo il risultato di rese di conti che daranno ancora altri frutti amari. Cose che, a mio avviso, nulla hanno a che vedere con il movimento liberale che Silvio Berlusconi ha fondato e che lui stesso non avrebbe mai consentito accadessero. 
 

A questo si aggiunge che Forza Italia, fondata dal presidente Berlusconi per realizzare quella rivoluzione liberale tanto necessaria per modernizzare il nostro Paese, nel tempo è cambiata. Infatti quella rivoluzione liberale è stata intrapresa solo in parte e per questo abbiamo perso consenso. 
 

Alla base di questo fallimento vi sono diverse cause, non ultima — per dovere di obiettività — l’azione di una parte della magistratura che spesso ha agito secondo finalità politiche con un accanimento nei confronti del presidente Berlusconi, compromettendo un solido equilibrio dei poteri, necessario in ogni sana democrazia. E purtroppo nemmeno i nostri governi sono mai riusciti a realizzare una riforma della giustizia equa, non contro la magistratura, ma a favore della giustizia, dei magistrati onesti e indipendenti e di tutti i cittadini. 
 

Un’altra ragione del fallimento sono stati i condizionamenti degli alleati che, tuttavia, continuiamo a inseguire nonostante ci siano evidenti, abissali diversità.  Forza Italia è cambiata anche sul piano programmatico; assistiamo infatti a posizioni contraddittorie, spesso caratterizzate da un’accentuata difesa di interessi corporativi che nulla hanno a che fare con un programma liberale. Per non parlare dei diritti civili, dove si registrano atteggiamenti di chiusura e perfino oscurantisti. 
 

BONDI-REPETTIBONDI-REPETTI

Per finire, è ormai difficile per me riconoscermi in una classe dirigente che di fatto oggi controlla Forza Italia. Per tutte queste ragioni, pur ringraziando il presidente Silvio Berlusconi, a cui va tutta la mia riconoscenza e il mio affetto, per la possibilità che mi ha offerto di diventare membro del Parlamento e di partecipare a un’avventura politica che è stata per me importante, ho deciso di lasciare il gruppo parlamentare di Forza Italia e di iscrivermi al Gruppo misto del Senato. 

 

Ultimi Dagoreport

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...