LAGARDE TAPIE-NA: ARRESTATO IL SUO EX CAPO DI GABINETTO (OGGI CAPO DI FRANCE TÉLECOM) - LA MALEDIZIONE DEL FMI
1 - AFFAIRE TAPIE, FERMATO L'EX VICE DELLA LAGARDE
Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"
à a capo di un'azienda (France Télécom) con 170 mila dipendenti nel mondo, lavora ormai «per il piacere di farlo» perché non ne ha bisogno in quanto ricchissimo, è amico della destra e della sinistra che lo hanno entrambe sostenuto ma da ieri il 51enne Stéphane Richard è in stato di fermo (per 24 o 48 ore). I magistrati parigini lo accusano di avere favorito Bernard Tapie nella vicenda Adidas-Crédit Lyonnais facendogli ottenere il risarcimento record di 403 milioni di euro.
Un caso che si trascina da vent'anni ma che adesso potrebbe travolgere Christine Lagarde: dopo le catastrofiche dimissioni di Dominique Strauss-Kahn, anche l'ex ministra che due anni fa sostituì «DSK» alla testa del Fmi rischia di perdere quella poltrona importante, ma poco fortunata per i francesi.
Richard potrebbe invece pagare per tutti: l'ex presidente della Repubblica Nicolas Sar- kozy, il suo ex segretario generale e poi ministro dell'Interno Claude Guéant e la stessa Lagarde, che è già stata lungamente interrogata cavandosela con lo status di «testimone assistita», che è peggio di semplice «testimone» ma meglio di «indagata». Tutti sospettati di avere danneggiato lo Stato pur di aiutare l'ex ministro di Mitterrand, ma amico anche della destra, Bernard Tapie.
Quel che non torna agli inquirenti, e neanche allo Stato francese che oggi si è finalmente costituito parte civile, è come sia stato possibile che Christine Lagarde e Stéphane Richard, all'epoca rispettivamente ministra delle Finanze e direttore di gabinetto, a fine 2007 abbiano deciso di ricorrere irritualmente a un arbitrato privato per risolvere il contenzioso tra Tapie e il Crédit Lyonnais o meglio tra Tapie e il «Consortium de réalisation», cioè la struttura pubblica incaricata di liquidare il passivo della banca nel frattempo fallita.
Quell'arbitrato finì con una sentenza clamorosa: il «Cdr» ossia lo Stato francese venne condannato a pagare all'uomo d'affari 285 milioni più interessi, ossia in totale 403 milioni. Soldi pubblici, ma a nessuno venne in mente di fare ricorso. Tolti i debiti e gli arretrati fiscali, Tapie si mise in tasca tra i 200 e i 220 milioni di euro. Quel denaro è alla base della rinascita di Tapie come imprenditore, recente acquirente di un gruppo di giornali del Sud - da La Provence a Nice Matin - grazie ai quali potrebbe fare valere il suo peso alle prossime elezioni locali, nel 2014, a Marsiglia.
All'epoca di Sarkozy presidente, Bernard Tapie frequentava spesso l'Eliseo e prodigava i suoi consigli all'amico Nicolas. Ecco perché molti - come per esempio il presidente del MoDem François Bayrou - trovarono scandalosa la decisione della ministra Christine Lagarde e del suo braccio destro Stéphane Richard di tagliare corto con la giustizia ordinaria e nominare tre arbitri.
Uno di loro è Pierre Estoup, ormai 87enne, interrogato a sua volta a fine maggio dopo che durante una perquisizione a casa sua venne trovato un libro scritto da Bernard Tapie, con questa dedica: «Per il presidente Estoup, a testimonianza della mia infinita riconoscenza. Vi ringrazio con tutto il mio affetto, Bernard Tapie». La dedica risale al 1998, la decisione arbitrale è arrivata 10 anni dopo: non si può certo dire che l'arbitro - Estoup - e la parte in causa - Tapie - non si conoscessero, come invece ha sempre sostenuto l'uomo d'affari.
«à una truffa ai danni dei contribuenti francesi», ripete Marine Le Pen, che può facilmente portare l'affare Tapie a esempio della «corruzione trasversale che attraversa Ps e Ump», suo cavallo di battaglia, mentre Bayrou insiste nel coinvolgere Sarkozy: «Tutto si è giocato ai più alti vertici dello Stato». Richard, amico di Strauss-Kahn poi vice della Lagarde, per il momento resta a capo del colosso France Télécom (Orange dal 1° luglio), che ha lo Stato francese come principale azionista. I vasi tra destra e sinistra, pubblico e privato, sono molto comunicanti.
2 - FRANCIA/ AFFAIRE TAPIE: FERMO PROLUNGATO PER STEPHANE RICHARD
(TMNews) - Stephane Richard, numero uno di Orange, e Jean-Francois Rocchi, ex presidente del Consortium de réalisation (CDR), hanno visto prolungato il loro fermo nell'ambito dell'inchiesta sull'arbitraggio di tra Bernard Tapie e il Credit Lyonnais. Il fermo non potrà comunque essere prorogato oltre domani mattina.
Ex direttore di gabinetto di Christine Lagarde, quando l'attuale direttore dell'Fmi era ministro dell'Economia francese, Stephane Richard deve fornire agli inquirenti delle spiegazioni sul suo ruolo e le sue responsabilità riguardo alla decisione del 2007 di ricorrere a un arbitraggio, che poi assegnò 340 milioni di euro a Tapie, per mettere fine al contenzioso sulla vendita di Adidas negli anni novanta.
Christine Lagarde è stata recentemente iscritta sui registri giudiziari come "testimone sotto tutela" ma rischiava di essere incriminata per "complicità in falso e appropriazione indebita di fondi pubblici". Secondo la tesi dell'accusa, il procedimento sarebbe stato manipolato a favore di Tapie, come ricompensa per aver dato sostegno a Nicolas Sarkozy alle presidenziali del 2007.
3 - I FRANCESI E LA MALEDIZIONE DEL FONDO MONETARIO STRAUSS-KAHN
Stefano Montefiori Per il "Corriere della Sera"
Un leader francese del Fondo monetario internazionale coinvolto in uno scandalo. Purtroppo per Parigi non è accaduto una sola volta, e in entrambi i casi non si può dire che Nicolas Sarkozy abbia avuto un intuito felice.
Nel 2007, subito dopo l'ingresso all'Eliseo, Sarkozy pensa alla successione dello spagnolo Rodrigo Rato alla testa del Fmi. Per decennale tradizione che risale agli accordi di Bretton Woods, il presidente della Banca mondiale è un americano, mentre il posto di direttore generale del Fmi spetta all'Europa.
Sarkozy valuta che Dominique Strauss-Kahn sarebbe un ottimo candidato. Ex ministro delle Finanze (nel governo Jospin, dal 1997 al 1999), economista di competenza riconosciuta a livello internazionale, «DSK» è socialista e mandarlo a Washington comporterebbe due vantaggi: da un lato sarebbe la prova della visione da statista di Sarkozy, il suo superare le faziosità di partito per tutelare gli interessi della Francia nel mondo; dall'altro mettere Strauss-Kahn a capo del Fmi sarebbe un ottimo modo per spedire un avversario politico fastidioso all'altro lato dell'Atlantico.
L'azione di lobbying internazionale riesce, il 1° novembre 2007 Dominique Strauss- Kahn comincia il suo incarico al Fmi nonostante molti avessero espresso dubbi sull'opportunità di mandare un noto corteggiatore seriale negli Stati Uniti, poco indulgenti con le avances sul luogo di lavoro. E infatti, neanche due anni dopo, l'economista ungherese Piroska Nagy denuncia che «DSK» ha avuto una relazione con lei approfittando della sua posizione di potere. à il primo segnale del problema che costerà a Strauss- Kahn il posto al Fmi, con ogni probabilità l'Eliseo e di sicuro la carriera.
Il 14 marzo 2011 il direttore del Fondo monetario internazionale è arrestato all'aereoporto di New York, sul volo che lo sta portando a Parigi: la cameriera dell'albergo Sofitel, Nafissatou Diallo, lo accusa di violenza sessuale. Il giorno seguente l'americano John Lipsky assume la direzione ad interim, fino alle dimissioni di Strauss-Kahn il 18 maggio 2011.
Il 5 luglio seguente l'allora 55enne Christine Lagarde prende funzione come nuova direttrice generale, la quinta personalità francese su 11 leader del Fmi dalla nascita dell'istituzione. Ex campionessa di nuoto sincronizzato ma soprattutto avvocato d'affari nello studio Baker & McKenzie di Chicago, fino a quel momento ministro delle Finanze nel governo Fillon, Christine Lagarde viene nominata con tutto il sostegno possibile di Nicolas Sarkozy che spera - designando una donna - di porre riparo alla spaventosa figuraccia internazionale provocata da Dominique Strauss-Kahn.
Ma come il predecessore anche Christine Lagarde è - per tutt'altre ragioni - una «bomba a orologeria»: il suo comportamento nell'affare Tapie-Crédit Lyonnais è - già al momento della nomina, nel 2011 - oggetto di polemiche e indagini, nessuno discute sulla sua competenza ma qualcuno esprime dubbi sul possibile esito dell'iter giudiziario che intanto continua in patria.
Il 24 maggio scorso Lagarde si è difesa molto bene nel lungo interrogatorio, evitando per il momento di essere messa sotto inchiesta. Per adesso Hollande la sostiene ancora: dopo l'addio di Jean-Claude Trichet alla Bce, e quello di Pascal Lamy che lascerà l'Organizzazione mondiale del commercio il prossimo agosto, a livello internazionale alla Francia rimane solo il Fmi.











