1. LA LATITANZA APPENA COMINCIATA È GIÀ FINITA: DELL’UTRI ARRESTATO IN LIBANO 2. ALFANO HA ANNUNCIATO CHE L’EX SENATORE DI “FARSA ITALIA” È NEGLI UFFICI DELLA POLIZIA LIBANESE E CHE ORA VERRÀ INOLTRATA FORMALE RICHIESTA DI ESTRADIZIONE 3. UNA CARTA DI CREDITO CHE DELL'UTRI HA UTILIZZATO E L'ACCENSIONE DEL TELEFONO CELLULARE HANNO CONSENTITO AGLI UOMINI DELLA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA DI LOCALIZZARE E FERMARE L'EX SENATORE CHE DAL 3 APRILE SCORSO ERA A BEIRUT 4. IN LIBANO SI TROVANO GIÀ FUNZIONARI DELLA DIA DI PALERMO E DELL'INTERPOL, CHE ERANO SUL POSTO GIÀ DA GIORNI. DELL'UTRI POTRÀ ESSERE ESTRADATO GIÀ DOMANI 5. IN VISTA DELLE EUROPEE, L’ARRESTO DI DON MARCELLO CREA NON POCHI PROBLEMI A “FARSA ITALIA”: UN PARTITO COSTRUITO DA UN GALEOTTO E GUIDATO DA UN PREGIUDICATO

1 - «DELL'UTRI ARRESTATO IN LIBANO»ALFANO: «CHIEDEREMO ESTRADIZIONE»
Da "Corriere.it"

«Marcello dell'Utri si trova in questo momento negli uffici della polizia libanese». L'arresto dell'ex senatore di Forza Italia è stato annunciato dal ministro dell'Interno Angelino Alfano a margine dell'assemblea di Ncd. Alfano ha anche annunciato che verrà chiesta l'estradizione per l'ex senatore. «È naturale e conseguente» ha detto il ministro all'Ansa. «Dell'Utri è stato rintracciato a Beirut dalla polizia libanese che ora è in contatto con la polizia italiana in ottemperanza con il mandato di cattura internazionale - ha detto ancora Alfano È ora in corso una procedura che diventerà estradizionale».

«MI sto curando, non fuggo»
La notizia arriva il giorno il mandato d'arresto emanato dalla corte d'appello di Palermo. L'ex senatore, condannato in appello per concorso in associazione mafiosa, era da venerdì ufficialmente latitante a pochi giorni dal giudizio della sentenza definitiva in Cassazione. Aveva fatto sapere - attraverso un comunicato - di non essere «in fuga» ma di essere andato all'estero per curarsi.

2 - E MARCELLO DISSE: "SILVIO? ALTRA STORIA"
Beatrice Borromeo per il "Fatto quotidiano"

Sono depresso. È una cosa davvero terribile, non mi è mai capitato di sentirmi così. Alla mia età, sto pensando per la prima volta di andare in analisi": è con questo sms che Marcello Dell'Utri, lo scorso 4 marzo, ha declinato un'intervista in programma da qualche tempo. "Davvero non me la sento di parlare, non riuscirei a dire niente, per ora".

APPENA UNA SETTIMANA prima, all'hotel Eden di Roma, davanti a un bicchiere di vino rosso ("Uno solo, perché mi hanno appena operato al cuore"), l'ex senatore di Forza Italia pareva scoraggiato come mai prima. Seduto in una saletta vuota, aperta solo per lui che lì è di casa, pareva disinteressato sia agli sviluppi politici (al premier ho mandato un messaggino con su scritto: "Caro Renzi, non ti esaltare, è ancora tutto da dimostrare"), sia alle sorti processuali di Silvio Berlusconi ("Lo vedo benissimo, in fondo lui ha davanti solo un anno e nemmeno in carcere. Non mi preoccupa, è in forma").

E non trovava nessun conforto nemmeno dal suo destino che s'incrocia con quello dell'ex Cavaliere, 20 anni esatti dopo la nascita del loro partito: "Eh già, è curioso. Ma io e Berlusconi non siamo proprio nella stessa situazione". Non lo sono: martedì prossimo la Corte di Cassazione potrebbe confermare la condanna a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e Dell'Utri, da ieri - quando è scattato l'ordine di arresto - è irraggiungibile.

L'unico messaggio l'ha mandato all'Ansa dicendo che non ha intenzione di sottrarsi alla giustizia, ma senza specificare dove si trova: "Tengo a precisare che non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Corte di Cassazione, e che trovandomi in condizioni di salute precaria - ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica - sto effettuando ulteriori esami e controlli". "Non so dove sia, leggo dai giornali che potrebbe essere in Libano o in Guinea Bissau - spiega al telefono il suo avvocato, Pino di Peri - quel che è certo è che Dell'Utri si trova in una situazione difficilissima. Per uno come lui scappare, se è vero che l'ha fatto, dev'essere stata una scelta drammatica, frutto di un violento conflitto interiore. Anche perché mantenere lo stato di latitanza è davvero complesso".

Non è la prima volta, però, che si ipotizza la fuga del braccio destro di Berlusconi. La sua villa da favola a Santo Domingo, nonostante i tentativi di convincere la stampa del contrario ("Io qui ci sto bene due settimane, dopo mi rompo i coglioni, non c'è niente da fare"), pareva il rifugio perfetto. Ma poi l'allora pm Antonio Ingroia trovò un accordo con le autorità locali e Dell'Utri spiegò al Fatto che quell'opzione non era più praticabile: "Mi hanno già sequestrato la casa e bloccato i conti in banca. Verrei sicuramente estradato", disse.

E se il viaggio nella Repubblica Dominicana proprio alla vigilia dell'ultima sentenza di Cassazione - quella del marzo 2012 che poi rinviò il processo alla Corte d'appello - era soltanto, sostenne lui, "forse la mia ultima vacanza" - oggi tra i suoi amici c'è chi giura (ma senza prove) che Dell'Utri è tornato lì. Proprio nel 2012, poi, alcune fonti avevano informato il Fatto che l'ex senatore aveva confessato ai fedelissimi che, in caso di sentenza di condanna, aveva intenzione di fuggire.

Ma a noi raccontò un'altra storia, simile a quella affidata ieri all'Ansa: "È assolutamente falso. Sono a Roma e il 9 marzo volerò a Palermo per essere presente all'udienza. Non scapperei mai. Spero di non finire in carcere, ma se così fosse reggerei il colpo. Sono abituato a cose forti, non ho paura". D'altronde Dell'Utri è imprevedibile: il giorno prima di raccontare al nostro giornale che la sua carriera politica era finita perché lo scudo parlamentare non gli serviva più, dava ancora interviste ad altri quotidiani ribadendo: "Da senatore non mi dimetterò mai".

E ora che il suo telefono squilla a vuoto, proprio come quello del figlio Marco e della moglie Miranda (che da tempo vive a New York), ci si prepara all'ennesimo colpo di scena. Spiega l'avvocato Di Peri che il motivo per cui la Corte d'appello rifiutò la richiesta di custodia cautelare in carcere domandata dal procuratore generale, che temeva la sua fuga, era questa: "Il mio cliente si è presentato a ogni singola udienza, ha sempre dichiarato che sarebbe rimasto in Italia e che avrebbe rispettato la sentenza. Non ha mai fornito elementi per convincere i giudici del contrario. Fino a ora".

Potrebbe essere la verità oppure una strategia raffinata che l'ha reso libero di volare all'estero a pochissimi giorni dalla pronuncia di Cassazione, e che, se davvero Dell'Utri vivrà da latitante, deve aver richiesto tempo e pianificazione. A proposito, all'hotel Eden, mentre beveva il suo vino, lo sguardo di Dell'Utri cadeva in continuazione su un volume appoggiato sul tavolo: "Devo presentarlo tra qualche giorno in teatro. Quante volte l'ho letto... E ogni volta lo trovo sempre più interessante". Era Il Principe di Machiavelli.

 

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