salvini zingaretti

DUE LEADER IN PANNE - QUANTO POTRÀ RESISTERE ZINGARETTI ALLA GUIDA DI UN PD CHE NON LO SEGUE SULLA SCELTA PIÙ IMPORTANTE, OVVERO QUELLA DI DAR VITA A UN GOVERNO CON I CINQUE STELLE? - QUANTO POTRÀ RESISTERE IL SALVINI DI QUESTI GIORNI, QUELLO CHE SI PIEGA A CONTE SUI MIGRANTI, CHE PROVOCA UNA CRISI AL BUIO, CHE CI RIPENSA E CHIEDE SCUSA, CHE TIENE IL SUO "TELEFONO SEMPRE ACCESO”?

Francesco Bei per “la Stampa”

 

Armata PD - Renzi Zingaretti

A meno di 24 ore dall' apertura ufficiale della crisi di governo, con il discorso in Senato del presidente Conte e le sue probabili dimissioni, possiamo iniziare a mettere qualche punto fermo nella "crisi più pazza del mondo".

 

Primo, la giornata di ieri segna una svolta. Il vertice nella villa di Beppe Grillo a Marina di Bibbona (scoperto dai giornalisti del Tirreno) taglia infatti la strada a quanti, tra i leghisti e nello stesso gruppo dirigente M5S, speravano ancora in un ritorno alla vecchia formula gialloverde. Nonostante tutti i tentativi di Matteo Salvini, non si potrà andare avanti come se nulla sia successo dall' 8 agosto in poi, quando in maniera del tutto inaspettata il leader della Lega tolse la fiducia al presidente del Consiglio con un comunicato stampa.

 

grillo fico di maio

Nessuna retromarcia. Anche nel Carroccio sembra sia arrivata la presa d' atto di questa irreversibilità della crisi. Tanto che il comunicato congiunto dei due capigruppo della Lega - "Se i grillini preferiscono Renzi lo dicano chiaro, gli italiani sapranno chi scegliere" - ieri sembrava scritto apposta per provocare una reazione uguale e contraria dei grillini, puntualmente arrivata. Siamo al classico gioco del cerino, con Salvini che punta ad accreditare la tesi del grande complotto anti-urne dei "soliti poltronisti". Di cui, ovviamente la Lega sarebbe la sola vittima incolpevole.

 

NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI

Il secondo punto fermo è che, dopo la discesa in campo di Romano Prodi, ormai tutto il gruppo dirigente dei dem - a esclusione del segretario Nicola Zingaretti e di Carlo Calenda - si è espresso a favore di un governo politico con i Cinque Stelle o di una maggioranza Ursula (sottocategoria del primo, ma con l' aggiunta di Forza Italia).

 

Questo naturalmente non significa che la formula sia destinata al successo o che si riuscirà a condurla in porto, ma di certo tutti i tentativi fin qui messi in campo da Zingaretti per evitarla sono falliti. Il che la dice lunga sulla presa che ha sul partito e sui gruppi parlamentari. Uno iato, quello fra la linea del segretario e la stragrande maggioranza del suo stesso partito, che forse in un futuro nemmeno troppo lontano potrebbe produrre lacerazioni clamorose. Quanto infatti potrà resistere Zingaretti alla guida di un esercito che non lo segue sulla scelta più importante, ovvero quella di dar vita a un governo?

matteo salvini ritratto come un troglodita con la clava in una vignetta dello spectator

 

Infine, la terza "verità" che la crisi ha portato a galla: Salvini non solo non è invincibile, ma sembra anche aver perso il tocco magico. Se ne stanno accorgendo gli stessi leghisti, i quali ammettono a taccuini chiusi che il Capitano è in confusione e procede a tentoni.

 

Nel saggio "Populism" (Oxford University Press, 2017) Cas Mudde e Cristòbal Rovira Kaltwasser dimostrano che i leader populisti hanno alcune caratteristiche comuni, al di là delle tante differenze. Si devono presentare come leader forti, liberi da qualunque restrizione, devono essere percepiti come uomini d' azione e non di chiacchiere, devono dimostrare di essere virili e carismatici. E soprattutto devono difendere la loro immagine di "salvatori", capaci di portare il popolo fuori dalla crisi.

 

MATTEO SALVINI NELL ORTO

Tutte caratteristiche negate dal Salvini di questi giorni, quello che si piega a Conte sui migranti, che provoca una crisi al buio, che ci ripensa e chiede scusa, che la mattina dice una cosa e la sera il suo opposto. Nel Salvini che tiene il suo "telefono sempre acceso", c' è tutto tranne che il carisma di un vero capo populista.

Ultimi Dagoreport

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…