giancarlo giorgetti matteo salvini

DIETROFRONT! - LA LEGA RESTA (PER ORA) NELL’EUROGRUPPO COI SOVRANISTI DI MARINE LE PEN E I NAZIONALISTI TEDESCHI DI “ALTERNATIVE FUR DEUTSCHLAND” PER NON PERDERE LA PRESIDENZA E I BENEFICI CHE QUESTA COMPORTA - MA IL PARTITO È DIVISO: METÀ DEGLI EUROPARLAMENTARI APPOGGIA L’AVVICINAMENTO AL PPE TEORIZZATO DA GIORGETTI - L’OPPOSIZIONE DI BORGHI E BAGNAI, LE DIVISIONI INTERNE E LA POLEMICA SUI COMMISSARI DEL CARROCCIO AL SUD…

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

Giorgetti Salvini

Per il momento non cambia niente: la Lega rimane nel gruppo Identità e Democrazia accanto a Marine Le Pen e ai nazionalisti di Alternativa per la Germania per non perdere la presidenza e tutto ciò che questa comporta. A Matteo Salvini di finire adesso in una terra di nessuno non piace: si troverebbe con la metà degli europarlamentari contro la svolta europeista chiesta da Giancarlo Giorgetti. Uno strappo con ripercussioni interne anche in Italia: Claudio Borghi e Alberto Bagnai non vogliono «morire democristiani». Il leader leghista oggi a Roma spiegherà ai 28 eurodeputati (il pugliese Andrea Caroppo è andato già via) cosa intende fare.

 

goofy 7 alberto bagnai claudio borghi

La sua linea è apparentemente inflessibile. «Non cambiamo assolutamente nulla, è un dibattito giornalistico surreale», dice Salvini. Spera però che la Cdu tedesca si muova verso destra nel suo prossimo congresso, così da potere bussare alla porta del Ppe. Intanto oggi qualche indicazione in più rispetto al mantra «non cambia nulla» dovrà darlo. A Strasburgo la discussione è agitata. C'è un braccio di ferro tra una robusta minoranza, di cui fa parte Gianna Gancia (moglie di Roberto Calderoli), Marco Dreosto e il veneto Toni Da Re che vorrebbe spezzare il cordone sanitario in cui la Lega è chiusa e coloro, come il capogruppo Marco Zanni, che hanno tutto l' interesse a rimanere.

 

STRACHE SALVINI LE PEN

Dunque oggi nessun colpo di scena ma una vera discussione su cosa fare in Europa, come votare quando si presenteranno questioni rilevanti. Sul bilancio comunitario, ad esempio. «Arriverà il momento di decidere sui fondi europei per l' agricoltura. Non dobbiamo isolarci», ripete Da Re.

 

Il prossimo anno il Carroccio dovrà decidere se votare il tedesco Manfred Weber, l'attuale capogruppo del Ppe, alla presidenza del Parlamento europeo per sostituire il socialista David Sassoli. Passo dopo passo, senza strappi ma con una traiettoria verso l'area di governo. Del resto, come ripete Giorgetti che oggi sarà all'incontro, non si può governare senza avere a proprio favore le istituzioni che contano.

 

salvini giorgetti

Oggi non si parlerà solo di collocazione in Europa. Gli eurodeputati leghisti eletti nelle circoscrizioni del Sud lamentano la gestione del partito da parte dei commissari lombardi mandati da Salvini. Viene loro attribuito il pessimo risultato alle amministrative. Il calabrese Vincenzo Sofo ricorda che nel 2019 il consenso dei pugliesi era del 25,3%, un anno dopo al 10%. «Stesso discorso vale per la Campania, ma più eloquente - sostiene Sofo - è il caso Calabria: alle europee la Lega è stata votata dal 22,6%.

 

SALVINI LE PEN-3

A Crotone dal 21,5% a Reggio dal 22,4%. Un anno dopo alle regionali è scesa al 12%: a Crotone al 14,3%, a Reggio l' 8,2%. Alle comunali peggio: a Crotone ha preso il 3,6% e a Reggio, nonostante esprimessimo il candidato sindaco, il 4,7%». Per Sofo la colpa non è di Salvini, ma dei commissari: «Se già un bergamasco difficilmente apprezza di essere gestito da un bresciano, figuriamoci un calabrese». Per Francesca Donato, eletta in Sicilia, «i tempi per un segretario siciliano sono maturi».

MANFRED WEBER DONATELLA CONZATTI

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…