toni da re - matteo salvini

NELLA LEGA SCATTANO LE EPURAZIONI DEGLI ANTI-SALVINIANI – L'EUROPARLAMENTARE TONI DA RE, EX SEGRETARIO DELLA LIGA VENETA, VERRA’ ESPULSO DAL CARROCCIO PER AVER DATO DEL “CRETINO” AL SALVINI. STASERA IL CONSIGLIO DIRETTIVO REGIONALE VOTERÀ, MA IL SUO DESTINO SEMBRA SEGNATO – DA RE DA’ VOCE AL FORTE SCONTENTO DEI LEGHISTI VENETI PER LA LINEA DEL “CAPITONE” – IL FATTORE ZAIA E IL RISCHIO TRACOLLO ALLE EUROPEE

Estratto dell’articolo di Laura Berlinghieri per www.lastampa.it

 

TONI DA RE - MATTEO SALVINI

Fuori dal partito, per avere definito il segretario Salvini un «cretino», da cacciare da via Bellerio. Ma rendendolo così un martire della frangia dei lighisti veneti, in rotta totale con il "capitano”. Potrebbe essere una mossa studiata a tavolino, quella di Giantantonio Da Re - per tutti, semplicemente “Toni” - ex segretario della Lega veneta, ex sindaco a Conegliano Veneto (nella Marca trevigiana, roccaforte del partito più nostalgico), europarlamentare con nessuna possibilità di conferma a Bruxelles.

 

Alcuni giorni fa, la sua definizione di Salvini è apparsa nero su bianco su un quotidiano, non passando inosservata agli occhi della segreteria leghista. Che, a tre mesi dalle elezioni europee e nel pieno di una guerra intestina, di tutto aveva bisogno che dell’occasione per rinvigorire proprio l’ala dei non salviniani. [...]

 

toni da re matteo salvini luca zaia

Ma chissà, appunto, che quella di “Toni” non sia stata un’uscita «a orologeria», per svegliare la base. Del resto, in un’intervista al Mattino di Padova, è stato lui stesso a dire: «Con Salvini, il partito ha perso principi, valori e riferimenti. Ora mi chiamano da tutto il Nord, ma io lo dico da quasi quattro anni. E a chi mi dice “hai ragione, siamo tutti con te, ma sbagli i modi”, rispondo: ma cosa aspettate ancora?».

 

In ogni caso, il Consiglio direttivo regionale del Carroccio è stato convocato per questa sera, 7 marzo, dal giovane segretario Alberto Stefani, nella sede di Noventa Padovana, per votare il provvedimento di espulsione. Ventuno votanti, tra i quali il presidente Zaia, sicuro assente, e lo stesso Da Re, che a sua volta non si dovrebbe presentare.

 

toni da re

Stando ai nostri “sondaggi”, la vittoria dei favorevoli all’espulsione dovrebbe essere schiacciante; salvo interventi esterni (da via Bellerio), che potrebbero suggerire il perdono, proprio per evitare di fare il gioco di Da Re. Ma è un'ipotesi marginale: troppo grave l'affronto al "capitano".

 

Va detto che il voto sarà palese ed esprimersi contro il provvedimento sarà letto come votare contro il segretario, ma comunque si attende una discussione tutt’altro che pacata. «Venderemo cara la pelle e sono assolutamente convinto che porteremo a casa il risultato», il commento di uno dei votanti, tanto per intendersi. Si tratta di Marcello Bano, sindaco di Noventa Padovana, uno di quelli che non hanno paura di ribellarsi a Salvini.

 

TONI DA RE - MATTEO SALVINI

E le voci fuori dal coro cantano anche fuori dal direttivo. Come quella del capogruppo in Consiglio regionale Alberto Villanova, che premette «Da Re ha sbagliato», ma poi aggiunge «spero si riesca comunque a ricucire». Oppure quella di Fabiano Barbisan, militante storico della Lega, al quale però è stato impedito di votare al congresso regionale. Espulso pure lui dal partito tre mesi fa, ma poi reintegrato, e pure con il ruolo di coordinatore delle elezioni nel Veneto orientale: si tratta del più ricco tra i consiglieri regionali, con un bacino di voti troppo ghiotto per essere lasciato al macero. [...]

 

LUCA ZAIA MATTEO SALVINI

Quesiti ai quali i dissidenti della Lega potrebbero inchiodare i “lumbard” che si sono presi in mano il partito, in caso di cacciata del loro capopopolo. E c’è già chi, pensando al settembre prossimo, immagina Toni Da Re sul palco di Pontida con una scopa in mano, all’inno di «Pulizia, pulizia, pulizia».

matteo salvini luca zaia pontida 2022matteo salvini toni da re

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…