LETTA STOP AND GO: IL PROVVEDIMENTO SULL’IMU È SALTATO PER EVITARE IL TRIONFO POLITICO DEL CAVALIERE

Fabio Martini per "la Stampa"

Si è capito subito che non c'era niente da fare, che le carte preparate dai grandi burocrati del ministero dell'Economia erano carenti, non consentivano di chiudere. Un'ora prima della riunione del Consiglio dei ministri, in una saletta si sono visti Enrico Letta, il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni e il vicepremier Angelino Alfano e lì hanno scoperto che i conti non tornavano.

I testi erano ricchi di passaggi spuri, sull'Imu il Pdl insisteva per sospendere l'imposta anche per i capannoni industriali ma i problemi erano soprattutto sulla Cassa integrazione in deroga: mancavano coperture credibili e l'ipotesi di bloccare i premi di produttività degli statali non piaceva al Pd e neppure al presidente del Consiglio. In altre parole, il rischio era di uscire dal Consiglio dei ministri soltanto con la sospensione dell'Imu, in parole povere con un trionfo politico per Sillvio Berlusconi.

È stato a quel punto, prima ancora di entrare in Consiglio, che Enrico Letta ha preferito far slittare entrambi i pacchetti. In altre parole meglio un rinvio di qualche giorno che la vittoria di un solo partito, puntando dunque sulla contestualità: il prossimo Cdm - forse martedì - licenzierà entrambi i provvedimenti. Ma ancora prima di questo avvio stentato, Enrico Letta aveva già deciso una novità importante, che verrà resa pubblica oggi: d'ora in poi, ogni riunione signisi aggroviglino nelle riunioni formali del governo.

Una "toppa" immaginata dal presidente del Consiglio e da un attivissimo Dario Franceschini anche per scongiurare l'effetto-paralisi che potrebbe essere prodotto dai partiti, come preannunciato dalle scelte in alcune Commissioni parlamentari: a Palazzo Chigi, anche se nessuno lo direbbe a voce alta, non viene considerato un viatico riformista le presidenze delle Commissioni Lavoro assegnate a due "falchi" contrapposti: alla Camera il Pd Cesare Damiano, al Senato il pdl Maurizio Sacconi, due nemici storici.

Ieri sera in Consiglio dei ministri si è svolto un breve dibattito, con Alfano che ha sottolineato come fosse stato un errore di comunicazione annunciare prima qualche cosa che non si è stati in grado di approvare, mentre Dario Franceschini, proprio per superare questo corto circuito ha proposto di fare trapelare l'interpretazione alla fine più vicina alla realtà, ma caricandola in positivo: l'accordo su due dossier c'è - e questa è la notizia - dopodiché si tratta di trovare tutti gli accorgimenti necessari.

Lo stop and go è stato deciso da Letta anche in funzione di un sabato difficile. Domani sarà una giornata complicata per il governo: nel giro di poche ore si terranno due riunioni pubbliche ad alto potenziale corrosivo per il governo: il comizio in piazza di Berlusconi a Brescia e la riunione del "parlamentino" del Pd che dovrà votare il segretario protempore.

Da una parte Berlusconi urlerà slogan contro i giudici: dall'altra, un partito (il Pd) che non ha ancora digerito la maggioranza assieme al Pdl e che apre una stagione congressuale in gran parte centrata sull'appoggio più o meno caldo al governo. Davanti a questa tenaglia ieri sera Enrico Letta ha preferito non regalare argomenti alle corpose legioni anti-governative presenti in entrambi i partiti. In particolare nel Pd sarebbe stato preso molto negativamente un Cdm che avesse licenziato soltanto il provvedimento di sospensione dell'Imu.

 

ENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONIENRICO LETTA E BERLUSCONI Fabrizio SaccomanniLETTA ALFANO BONINO IMU jpegBerlusconi sul palco di piazza del Popolo DARIO FRANCESCHINI

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