1. LETTA E NAPOLITANO LAVORANO E SPERANO NEL RINVIO O NELL’ASSOLUZIONE DEL CAV. 2. IN CASO DI CONDANNA, IL SATRAPO DI ARCORE SI DIMETTE E FA CADERE IL GOVERNINO 3. TECNICAMENTE IN CASO DI CONDANNA NON CAMBIEREBBE NULLA, SUBITO. ANCHE QUELLA SENTENZA VA MOTIVATA, E POI TRASMESSA ALLA CORTE DI APPELLO DI MILANO PER L’ESECUZIONE. QUESTA PROCEDURA TRADIZIONALMENTE HA AVUTO SEMPRE TEMPI LUNGHI 5. CHISSÀ SE ERNESTO LUPO, GIÀ PRIMO PRESIDENTE DELLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE, OGGI CONSIGLIERE DELLA GIUSTIZIA DI NAPOLITANO CHE HA PRESO IL POSTO DEL POVERO LORIS D’AMBROSIO, RIUSCIRÀ AD AZZANNARE LA CONDANNA…

1. ATTENTI AL LUPO (ERNESTO)
Stroncato da un infarto Loris D'Ambrosio, chi ha preso Napolitano per il nevralgico posto di Consigliere per gli affari dell'amministrazione della giustizia? Ernesto Lupo, dal 12 luglio 2010 al 12 maggio 2013, primo presidente della Corte suprema di Cassazione. Chissà se Lupo riuscirà ad azzannare la condanna...

2. IN CASO DI CONDANNA IL CAV FA CADERE IL GOVERNO
Franco Bechis per "Libero"

Questa volta non è stato un consiglio ma un vero proprio ordine: «Nessuna dichiarazione fino al 30 luglio». Con Silvio Berlusconi gli avvocati sono stati perentori. Senza differenza nel collegio che assiste il Cavaliere. La pensa così - ed è evidente - l'ultimo arrivato, il professore Franco Coppi. Concordano però sia Niccolò Ghedini che Pietro Longo. Ogni parola potrebbe essere quella sbagliata nell'ultimo miglio che separa dalla sentenza di Cassazione sul processo per i diritti Mediaset.

Se richiamo c'è stato nelle ultime ore, è perché Berlusconi è inquieto, e forse avrebbe voluto altro. Da giorni consulta freneticamente i propri collaboratori. Discute con quelli che la stampa definisce «falchi» o «colombe».

Più con i primi che con i secondi. Dopo i colloqui è stato Berlusconi a farsi vivo: «Mi mandi due appunti su quel che ci siamo detti?». Il Cavaliere così ha già pronta la bozza del discorso che seguirà la sentenza della Cassazione, attesa per il 30 luglio anche se potrebbe slittare di qualche giorno o settimana. Appunti che in gran parte girano intorno all'ipotesi che forse anche per scaramanzia viene ritenuta più probabile: sentenza negativa, conferma della condanna di appello (5 anni di cui però 4 indultati) e quindi anche della pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici per un periodo di 5 anni.

Da quegli appunti, ancora disordinati, una cosa almeno si comprende: se la vicenda giudiziaria dovesse finire male (e non è detto sia così: la Cassazione potrebbe anche rinviare in corte di appello o assolvere Berlusconi), il governo di Enrico Letta non sarà affatto immune dalla bufera.

Il Cavaliere ha soprattutto una bussola che lo orienta in queste ore: in ogni caso non sarà lui a subire da altri l'espulsione formale dalle istituzioni e dalla politica. In caso di condanna non attenderà la notifica formale al Senato da parte della procura generale presso la Corte di Appello di Milano a cui spetterà l'incombenza.

Si dimetterà prima, parlando direttamente agli elettori con un discorso (sul sistema che ha provato a cambiare e che ha reagito espellendolo) inevitabilmente destinato ad avere ripercussioni sulla vita dell'esecutivo, nonostante la molta acqua sul fuoco che i pompieri di tutti fronti gettano in queste settimane. Tecnicamente in caso di sentenza di condanna della Cassazione per Berlusconi non cambierebbe nulla subito. Anche quella sentenza va motivata, e poi trasmessa alla Corte di appello di Milano per l'esecuzione.

Questa procedura tradizionalmente ha avuto sempre tempi lunghi. L'ultimo precedente è del 6 ottobre 2010, quando nella stessa condizione si trovò l'ex presidente della regione Sicilia (e allora deputato Udc), Giuseppe Drago,condannato in via definitiva per peculato continuato con l'accusa di avere usato in maniera impropria il capitolo delle spese riservate della presidenza della regione.

La sentenza della Cassazione portava la data del 14 maggio 2009. La corte d'appello di Palermo la notificò alla Camera sei mesi dopo, il 13 novembre 2009, fissando da quel giorno la data di decorrenza della pena accessoria comminata a Drago dell'interdizione temporanea dai pubblici uffici di anni due e mesi nove. Con molte discussioni la giunta per le elezioni dichiarò decaduto Drago proprio per quelle pene accessorie. Ma ricordò i precedenti, e non tutti furono dello stesso tenore.

C'era quello di Cesare Previti nella 15ª legislatura. Ma lui aveva tolto tutti di imbarazzo dimettendosi prima di ogni decisione. C'era quello di Marcello Dell'Utri nella 13ª legislatura: situazione simile a quella di Berlusconi, con interdizione temporanea. La giunta tergiversò (la maggioranza era di centrodestra), e nel frattempo Dell'Utri riuscì a ottenere di nuovo in Cassazione un «incidente di esecuzione» con l'annulla - mento delle pene accessorie. Il caso quindi fu chiuso così.

C'era però un altro caso ancora, e riguardava Gianstefano Frigerio, anche lui condannato in via definitiva poco dopo l'elezione del 2001 con interdizione dai pubblici uffici di natura temporanea. Anche qui la giunta ci mise parecchio a decidere. Nel frattempo Frigerio in esecuzione della condanna fu affidato ai servizi sociali. E la Camera decise alla fine di cancellare motu proprio l'interdizione dai pubblici uffici «in conseguenza dell'esito positivo dell'affidamento in prova ai servizi sociali».

È evidente che sarà questo il precedente invocato dal Pdl in caso di condanna di Berlusconi. Ma dovrà essere approvato anche dal Pd. E soprattutto sarà necessario tempo. Politicamente è assai difficile che tempo a disposizione ce ne sia: il pressing di M5Se Sel non lo consentiranno. Quindi sarà determinante la scelta del Pd. Seguirà il precedente Frigerio? «No. Lo posso escludere", sostiene con Libero Matteo Orfini, «il Pd compatto darà il via libera a quanto previsto da una sentenza definitiva di Cassazione, naturalmente se il caso si dovesse presentare».

È quasi certo quindi che in caso di condanna il Parlamento non sarebbe in grado di dare un salvagente al leader del Pdl. E Berlusconi a quella verifica non vuole nemmeno arrivare: parlerà prima agli italiani. E con loro staccherà la spina a tutti: «l'estabilishment mi espelle, non accetta la possibilità di cambiare». Quel giorno stesso il governo cadrà. Ma prima di quel giorno c'è ancora spazio per la sentenza. E non è detto che il pessimismo del Cavaliere sia così fondato. Coppi spera di no. Enrico Letta e Giorgio Napolitano anche.

 

LORIS DAMBROSIO IN UNA FOTO DEL ERNESTO LUPO NAPOLITANO - ERNESTO LUPO - ALFANOFRANCO COPPI SILVIO BERLUSCONI i giudici riuniti in cassazione letta alla camera MARCELLO DELL'UTRIMATTEO ORFINI ENRICO LETTA E GIORGIO NAPOLITANO

Ultimi Dagoreport

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...