LINEA MARINA - DIETRO ALLA RINASCITA DEL CAV C’È LA STRATEGIA PRO RENZI DELLA FIGLIA CHE LO HA SPINTO A MOLLARE I FALCHI PER SALVARE LE AZIENDE - IN POLITICA MARINA È ENTRATA NEL MODO MIGLIORE PER UN IMPRENDITORE: RESTANDONE FUORI

SIGNORINI BERLUSCONI MARINASIGNORINI BERLUSCONI MARINA

Michele Brambilla per “la Stampa”

 

Come tutti gli imprenditori che vogliono entrare in politica contando davvero qualcosa, Marina Berlusconi c’è entrata nel modo migliore: restandone fuori. La vittoria di Silvio di ieri è infatti, anche e soprattutto, una vittoria del lavoro condotto, dietro le quinte, da Marina. 
 

VIGNETTA GIANNELLI SILVIO BERLUSCONI E MARINA SACRA FAMIGLIA VIGNETTA GIANNELLI SILVIO BERLUSCONI E MARINA SACRA FAMIGLIA confalonieri con marina e piersilvio berlusconi confalonieri con marina e piersilvio berlusconi

Intanto spieghiamo perché quella di ieri è una vittoria di Berlusconi. Non c’è bisogno di molte parole. L’ex Cavaliere era dato per finito da almeno quattro anni. Prima cacciato da premier. Poi condannato e addirittura umiliato a far da badante ai malati d’Alzheimer. Poi in discesa libera nei sondaggi e alle urne. Così era messo Berlusconi. Adesso è determinante per approvare le riforme e probabilmente anche per eleggere il Presidente della Repubblica.

Ma dietro a questa resurrezione, non c’è dubbio che ci sia molto del lavoro silenzioso di Marina. Alla fine del 2011, quando Berlusconi lasciava palazzo Chigi fra i fischi e gli insulti, un suo ex ministro (che, si badi bene, non è poi andato con Alfano: è ancora in Forza Italia) mi confidò: «Il presidente è stato rovinato più dai suoi falchi che dalla sinistra». I falchi, cioè coloro che lo hanno sempre istigato allo scontro, e che anche in questi ultimi tempi avrebbero voluto rompere con Renzi e andare alle urne a vincere o morir.

Marina (e, con lei, Fedele Confalonieri) ha sempre pensato che quella linea fosse suicida, e ha convinto il padre a essere realista. Perché litigare con Renzi? In fondo quel giovanotto fa riforme che il centrodestra avrebbe voluto ma non potuto fare. E poi un governo nemico sarebbe stato un pericolo per le aziende di famiglia. Ma già quando c’era Enrico Letta l’ex Cavaliere era stato convinto a preferire il dialogo.
 

MARINA E BERLUSCONIMARINA E BERLUSCONICAMPER CON FOTO MARINA BERLUSCONI CAMPER CON FOTO MARINA BERLUSCONI

Così tutto è cambiato, rispetto all’ultima e un po’ cupa stagione del Berlusconi premier, segnata da risse verbali, da un giornalismo d’attacco, da scontri con la magistratura. La «linea Marina» ha portato frutti anche nelle aule di giustizia. Basta con gli avvocati barricadieri: meglio i Coppi, che portano a casa le assoluzioni. E basta pure con una vita privata a dir poco disordinata. Prima, ad Arcore entrava chiunque: le Olgettine, i loro impresentabili manager, certi finti fedelissimi che poi hanno approfittato di Berlusconi per mettergli le mani nel portagli.
 

Il nuovo «cerchio magico» dell’ex premier - Pascale, Rossi, Toti, Bergamini - è un cerchio benedetto da Marina: e ha cambiato l'aria ad Arcore, dove la libertà d’accesso non è più disinvolta come prima. Non si parla più, e da un pezzo, di bunga bunga, o di «serate galanti» secondo la versione della difesa. Non si vedono più pitonesse, e perfino l’ex fido Brunetta è stato messo a tacere. Dietro a tutto questo c’è la moral suasion di Marina. Anche le voci su una possibile cessione del Milan - che per Marina è solo una perdita di soldi - confermano che in famiglia ha vinto la linea della primogenita.
 

francesca pascale e marina berlusconifrancesca pascale e marina berlusconi

Così, Berlusconi sta dedicandosi alla realizzazione del suo forse più ambizioso progetto: passare alla storia come un uomo che, alla fine, non ha diviso ma unito: come un uomo di pace; nella sua testa perfino come un Padre della Patria. Perché questo, checché se ne pensi, è il vero desiderio di Berlusconi: essere benvoluto da tutti. Ecco, così si è arrivati all’ultima strategia politica di Berlusconi. Ammesso che sia davvero l’ultima, perché Berlusconi resta Berlusconi, un uomo che può sempre cambiare idea.

 

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…