LOFT WING - IL COMITATO RENZI? UN MISCHIONE DI BERSANIANI, VELTRONIANI E GIOVANI TURCHI. TUTTI RIGOROSAMENTE UOMINI (LE DONNE VANNO BENE PER LA TV)

Wanda Marra per "Il Fatto Quotidiano"

E adesso come lo facciamo Renzi? In sella a un cavallo? Dite di no, meglio su una vespetta?". Sono le sei della sera e il comitato renziano per le primarie si è appena insediato. La sede prescelta è a via dei Pianellari, a pochi passi da via della Scrofa, in pieno centro di Roma. L'ingresso posteriore dà su un cortile interno, sul quale si affaccia una bottega storica di incisori. Sui ripiani, un busto di Mazzini, uno di Garibaldi. "Questi li abbiamo fatti perché ce li ha chiesti Ciampi". Ce n'è anche uno più grande di Dante. In onore di Renzi? "No. Magari per lui potremmo fare un leader... socialista magari... ma quale... forse Pertini?".

C'è un po' di confusione sotto il cielo democratico e non. La sede, 180 metri quadri per 4.000 euro di affitto al mese ricorda da vicino il loft scelto da Veltroni come quartier generale. Un loft in minore, però. Quello era a due passi dal Circo Massimo, ambiziosamente vicino ai simboli dell'Antica Roma, questo è strategicamente a pochi metri da Montecitorio.

Tanto quello era ampio, arioso, ambizioso, tanto questo è sobrio e tutto sommato un po' angusto. Ci sono le stesse travi di legno a vista: ma i soffitti sulla testa di Walter erano decisamente più alti. "Beh, all'epoca con Veltroni c'era tutto il partito", commenta uno che fu in prima linea.

Ieri Renzi per l'ennesima volta durante il forum al Messaggero si mette in contrapposizione al partito per la cui leadership sta correndo: "Possono gonfiare tutto quello che vogliono, ma il segretario non lo eleggono solo gli iscritti, i tesserati più o meno gonfiati, ma il cittadino che, senza nessun obbligo, va a votare ai gazebo". Immediata reazione dagli avversari: "Offende gli iscritti". Lui ha una linea precisa. "Conta solo l'8 dicembre". Anche perché il voto dei circoli è tutt'altro che scontato. All'entrata del comitato elettorale ci sono già i pannelli con le foto dell'ultima Leopolda: folla oceanica , Renzi al centro del palco, lavagnetta che rimanda la parola "Stupore".

All'inaugurazione arrivano renziani della prima e dell'ultima ora. Francesco Clementi, look professorale, Dario Nardella, indaffarato, Lino Paganelli , circospetto, Maria Elena Boschi, fotografatissima, Marco Agnoletti, incollato al cellulare. Matteo non si fa vedere. È un posto troppo piccolo per contenerlo, spiegano i suoi: per far posto alle telecamere avrebbero dovuto chiudere la strada. Gli onori di casa li fa il capo del comitato, Stefano Bonaccini, segretario dell'Emilia Romagna, bersaniano fino all'altroieri. Prima di stappare una bottiglia di spumante davanti alle (uniche) due bandiere del Pd fa un discorso old style democrat: "Ci siamo stancati delle risse. Facciamo tutti parte della stessa famiglia, semmai vogliamo allargarla . Un conto è non voler aver un padrone, altro è cercare una leadership forte".

Poi invita tutti ad impegnarsi e a non dare nulla per scontato. Insieme a lui ci sono i 4 responsabili del comitato. Esempio di manuale Cencelli (in minore): c'è Antonio Funiciello , cresciuto con Veltroni, Matteo Ricci, presidente della provincia di Pesaro, che è stato vicino ai Giovani Turchi, Fausto Recchia, prodiano, Alberto Losacco, fedelissimo di Franceschini. Tutti 40enni, tutti uomini, tutti desiderosi di emergere. Nello spazio all'aperto - di fronte agli incisori - c'è un piccolo palco, con l'immancabile slogan: "L'Italia cambia verso". "Servirà per le interviste", commenta il deputato romano Rughetti. Uno schermo a disposizione, per il giovane Matteo è il minimo sindacale. Cartelli didattici completano il quadro. La riunione si scioglie. In serata i renziani hanno un impegno istituzionale: il capo riunisce alla Camera i parlamentari che hanno firmato la sua candidatura per lavorare alla strategia parlamentare delle prossime settimane. Non solo legge elettorale. "Sì al voto palese, temo i giochini dei 5 Stelle", ha detto a proposito dei lavori della Giunta per la decadenza. Anche Bonaccini ha da fare: c'è la riunione della Commissione per il congresso.

Volano accuse di brogli incrociate. Bianchi, presidente della Fondazione Big Bang, spiega che la Leopolda non verrà computata tra le iniziative per le primarie. E Mecacci, coordinatore del comitato Cuperlo: "Mancavano le bandiere per una questione di contabilità. Il tetto per le primarie è di 200mila euro a testa, rischia di non rientrarci".

 

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