A LONDRA SI SPEGNE LA SIGARETTA, MA SI ACCENDE LA POLEMICA – IL PARTITO CONSERVATORE SI SPACCA SULLA LEGGE ANTI-FUMO PROPOSTA DA RISHI SUNAK, IN CUI VIENE INTRODOTTO IL DIVIETO DI ACQUISTARE SIGARI E SIGARETTE A CHI E’ NATO DOPO IL 2008 - PER BORIS JOHNSON È RIDICOLO CHE IL PARTITO DI WINSTON CHURCHILL, GRANDE APPASSIONATO DI SIGARI, VOGLIA METTERE AL BANDO IL FUMO. PER LIZ TRUSS "È UNA MISURA TOTALMENTE FOLLE"
Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
Protezione della salute o neo-proibizionismo illiberale? La legge anti-fumo che verrà votata stasera al Parlamento britannico divide i conservatori e riaccende il dibattito sui limiti dell’intervento statale.
Il provvedimento voluto dal governo di Rishi Sunak introduce il divieto di acquistare sigari o sigarette, per sempre, per chi sia nato dopo il 2008: questo vuol dire che l’età legale per fumare si alzerà di un anno ogni dodici mesi, fino all’estinzione dei fumatori nel giro di un paio di generazioni. […]
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Ma è una svolta che non ha convinto tutti nelle file dei conservatori: la legge passerà, perché è appoggiata anche dai laburisti, tuttavia il premier ha lasciato libertà di voto ai deputati del suo partito e ci si aspetta che saranno decine a ribellarsi, inclusi alcuni ministri. A guidare la fronda ci sono due ex primi ministri, ossia Boris Johnson e Liz Truss: il primo ha definito la misura “assolutamente folle” e la seconda ha gridato al “nanny state”, lo “Stato-bambinaia”.
Per Boris, è ridicolo che proprio il partito di Winston Churchill, grande appassionato di sigari, voglia mettere al bando il fumo, mentre Liz si dice avversa alle proibizioni in generale (e lo stesso Johnson, una volta, si era detto “contrario a vietare alcunché”).
[…] Ma non tutti sono convinti: come ha osservato Simon Clark, il direttore della lobby pro-fumo, “se sei legalmente un adulto, è una discriminazione se ti vengono negati gli stessi diritti degli adulti che sono magari solo un anno o due più anziani di te”. Insomma, il dibattito è su quanto lo Stato abbia il diritto di intromettersi nelle scelte individuali dei cittadini, per dannose che siano.
Ma è anche una questione economica: si calcola che 76 mila morti all’anno in Gran Bretagna siano attribuibili al fumo e che ancora più persone soffrano per questo motivo di malattie croniche, il che grava il servizio sanitario di un peso insostenibile. La dipendenza dal tabacco è però in discesa costante: ormai solo il 13% della popolazione britannica è annoverato tra i fumatori.
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