
LONTANO DAGLI OCCHI, LONTANO DALLA BOCCA(SSINI): RUBY VOLA IN MESSICO
Teodoro Chiarelli per "La Stampa"
L'ultima ad averla vista è stata il suo avvocato, Paola Boccardi. «La signora Karima el Mahroug è passata a salutarmi venerdì scorso nel mio studio a Milano. Mi ha detto che sarebbe partita per un viaggio all'estero». E in effetti Kharima el Mahroug, in arte (si fa per dire) Ruby, e «Rubacuori» per gli intimi, da alcuni giorni non si vede nell'elegante palazzina di via Swinburne nel quartiere genovese di Sturla, dove abita con il compagno Luca Risso (comproprietario di locali notturni) e la loro piccola Sofia Aida.
Non molto distante dall'Albikokka, il locale dove la giovanissima Ruby si esibiva sui cubi. Il locale dove ha festeggiato il suo diciottesimo compleanno e dove ha conosciuto Risso, che dell'Albikokka era uno dei soci.
In via Swinburne inutile suonare ai citofoni. Solo qualche vicino si affaccia alla finestra e, con fare scocciato, conferma «che quelli lì è un po' che non si vedono». Sedicenti «fonti vicine a Risso» si sono premunite di informare l'Ansa che la coppia sarebbe partita per il Messico per l'ennesima vacanza. Non solo, i due avrebbero dovuto mettersi in viaggio già una settimana fa, ma hanno dovuto procrastinare la partenza per motivi legati al volo.
La protagonista del processo giudiziario dell'anno, conclusosi con una condanna pesantissima nei confronti di Silvio Berlusconi, continua dunque a circondarsi di un alone di mistero. A Genova, ad esempio, su Ruby e sul suo compagno circolano le voci più disparate. Come quella secondo cui i viaggi in Messico e nei Caraibi più che vacanze di piacere sarebbero impegni di affari. Immobiliari, per la precisione. C'è chi parla di un villaggio turistico, chi di alcune villette acquistate e date in locazione.
Altri raccontano di una casa acquistata in Sicilia a Giardini Naxos, a due passi da Letojanni dove vivono i genitori di Ruby, la madre Zhara Yazhini, 46 anni, casalinga, e il padre Mohamed el Mahroug, 59 anni, venditore ambulante. Nel paese siciliano si sussurra inoltre che Ruby abbia dato più volte dei soldi alla madre per pagare l'affitto di casa e per altre spese.
«Beni all'estero? Mai sentito parlare di beni all'estero riconducibili a Risso o alla signora Kharima - dice al telefono l'avvocato Boccardi -. Tantomeno di villaggi turistici o immobili. Mi sembra che si corra un po' troppo con la fantasia».
In effetti il dispositivo della sentenza suscita qualche interrogativo, laddove si dice che, visto l'articolo 240 del codice penale, si dispone la confisca dei beni già sequestrati in passato a Ruby e Risso.
Niente a che vedere, però, con quanto appuntato sul diario della giovane o registrato dalle intercettazioni telefoniche: si parlava di un collier Damiani, di 4,5 milioni da B., di 170 mila euro dal ragioniere di Berlusconi e via elencando. Tutte cose negate da Ruby durante le udienze in tribunale e di cui non si sono trovate le prove. Anche nel corso delle perquisizioni nella prima casa genovese di Ruby e poi nell'abitazione di via Swinburne.
«Il 14 gennaio del 2011 - racconta l'avvocato Boccardi - furono sequestrati oggetti di bigiotteria, vestiti, una collana, un orologio Rolex d'acciaio che la signora Karima ha dichiarato di aver comprato con i primi soldi guadagnati, il computer di Risso, alcune carte di appunti. Insomma, niente oggetti preziosi, nè denaro. Ora la sentenza dispone la loro confisca, tutto qui».
Nonostante il tentativo di Ruby di ridimensionare episodi che hanno messo in grave imbarazzo l'ex Presidente del Consiglio e di negare l'esistenza di un tesoretto nascosto, la sentenza dei giudici milanesi ha però colpito pesantemente, l'avvocato Boccardi non lo nega: «Certamente è una sentenza dura. Mi aspettavo che ci avrebbero stupito. Ma non sino a questo punto».






