LA LOTTA ANTI-CASTA NEL M5S S’E’ PERSA PER STRADA! CONTE "RICICLA" CRIMI E LA TAVERNA. PER I DUE EX SENATORI VITTIME DELLA REGOLA PENTASTELLATA SUL DOPPIO MANDATO, UN PARACADUTE DA 70MILA EURO L’ANNO. I DUE GRILLINI ANTI-CASTA SARANNO COLLABORATORI DEL GRUPPO M5S (CON TANTI SALUTI ALLE BATTAGLIE SUGLI SPRECHI E I PRIVILEGI DELLA 'KASTA') - LO STESSO PEPPINIELLO APPULO AVEVA ASSICURATO CHE…
Luca Sablone per ilgiornale.it
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Hanno passato una carriera politica all'insegna della lotta contro la casta, denunciando a squarciagola ogni singolo centesimo fuori posto di chi occupava la tanto disdegnata "poltrona". Ma nel giro di pochi mesi lo spirito guerriero e le battaglie di bandiera sono finite nel cassetto. Vuoi per opportunismo politico, vuoi per circostanze mutate nel tempo. Sta di fatto che di quel Movimento 5 Stelle non c'è più ombra. Tanto che Giuseppe Conte starebbe pensando a una strategia per "aggirare" le assenze pesanti dovute al vincolo del doppio mandato e permettere ad alcuni "trombati" di trovare ancora spazio nel palazzo nonostante non siano stati eletti.
Taverna e Crimi tornano a Palazzo?
A creare una emorragia all'interno del M5S è stato il combinato disposto della riduzione del numero dei parlamenti e il limite dei due mandati che ha costretto molti big a restare fuori dalla corsa per le ultime elezioni politiche. Prima del ritorno alle urne si è tenuta una discussione molto animata all'interno della galassia grillina, ma alla fine è stato scelto di non modificare uno degli ultimi pilastri storici rimasti ancora intatti.
Di conseguenza più di qualcuno non ha potuto proseguire la propria esperienza in politica, anche se una fronda aveva paventato l'idea di concedere una deroga a pochi. Ma questo sarebbe stato visto come un vantaggio ai "figli di serie A" contro i "figli di serie B". Polemiche sotterrate? Tutt'altro. Un'accusa del genere è pronta a essere rivangata perché Paola Taverna e Vito Crimi potrebbero rientrare nel palazzo. Questa volta, però, non in veste di politici eletti dagli italiani.
A riportare l'indiscrezione è La Repubblica, secondo cui per entrambi sarebbe in arrivo "un contratto di tutto rispetto" dal valore di circa "70mila euro l'anno" con il ruolo di collaboratori dei gruppi parlamentari. Il quotidiano ha riferito che tutti e due dovrebbero essere assunti, uno alla Camera e l'altra al Senato, come dipendenti del gruppo grillino con un "imponibile da poco meno di 70mila euro l'anno".
Al momento non ci sono conferme pubbliche in via ufficiale, ma a microfoni spenti la pratica viene definita addirittura "in lavorazione". La firma potrebbe arrivare entro la fine del mese. Dal Movimento 5 Stelle tengono a sottolineare che si tratta dei due "più meritevoli, i più esperti". Saranno gli unici a poter intraprendere il sentiero del ritorno? Solo il tempo fornirà la risposta. Di certo gli altri dovranno aspettare, almeno per il momento.
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La lotta anti-casta s'è persa
La notizia, qualora dovesse essere confermata, non sorprenderebbe affatto. Era stato lo stesso Giuseppe Conte ad assicurare che, in mancanza di una deroga al secondo mandato, si sarebbero valutate altre strade: "A questo inconveniente ovvieremo trovando le forme e i modi per valorizzare il patrimonio di competenze ed esperienze dei portavoce che durante questa legislatura hanno contribuito a fare del Movimento una vera, notevole forza riformatrice".
Ecco perché si starebbe discutendo di quali ruoli assegnare agli ex. Professori della scuola di formazione del Movimento, cariche interne al partito o collaboratori dei gruppi? Certo, non ci sarebbe nulla di malvagio. È ovviamente lecito che il M5S pensi di "riservare" dei posti a personalità politiche che ritiene adeguate e coerenti al nuovo corso. Ma annotiamo che la famosa lotta anti-casta s'è persa per strada.
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