grillo conte rai scatoletta tonno

LA LOTTERIA A 5 STELLE NON TIRA PIÙ COME UNA VOLTA – ALLE “PARLAMENTARIE” GRILLINE SI SONO AUTO-CANDIDATE SOLO 1.922 PERSONE: NUMERI CLAMOROSAMENTE PIÙ BASSI RISPETTO AL 2018, QUANDO SI PRESENTARONO IN PIÙ DI 15MILA. COLPA DEL TAGLIO DEI PARLAMENTARI, CERTO, MA ANCHE DELLA DELUSIONE VERSO IL PARTITO CHE DOVEVA APRIRE IL PARLAMENTO COME UNA SCATOLETTA DI TONNO ED È FINITO IN SALAMOIA – DIBBA, RAGGI E CASALINO SONO I GRANDI ESCLUSI, MENTRE SCOPPIA IL CASO DEL CONSIGLIERE CAPITOLINO PAOLO FERRARA…

Federico Capurso per “La Stampa”

 

giuseppe conte

Sognare un posto alla Camera o in Senato? Sembra proprio che non ne valga più la pena. Sulla striscia di partenza per le tradizionali “parlamentarie” grilline, alla chiusura dei termini per presentare la propria candidatura, si sono schierati solo 1.922 tra attivisti, parlamentari uscenti, ex assessori, consiglieri comunali e regionali: «1165 per la Camera, 708 per il Senato e 49 per la circoscrizione Estero», viene comunicato con un post sui social del Movimento 5 stelle.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA VIRGINIA RAGGI PH LAPRESSE

Un risultato lontano anni luce dall’ondata di oltre 15 mila candidati che si erano proposti nel 2018. Colpa dell’estate o del taglio dei parlamentari. Magari anche del desiderio di Giuseppe Conte di «garantire candidature di alto profilo, espressione della migliore società civile», in modo da arginare l’arrivo nel Palazzo di «cittadini semplici» che mai hanno maneggiato la cosa pubblica. Ma più verosimilmente, come si ammette anche nel partito, «si è soprattutto affievolita la spinta che c’era cinque anni fa». E così, oggi, in tanti hanno scelto di restare a guardare.

 

PARLAMENTARIE M5S

Non sarà della partita – come anticipato ieri da La Stampa – nemmeno Alessandro Di Battista. L’ex deputato romano «non si è iscritto al Movimento e non credo voglia partecipare a queste parlamentarie, né rientrare nel partito – conferma Conte in mattinata intervenendo a Radio Capital –. Se vorrà farlo ne parleremo, per me rimane sempre un interlocutore leale e privilegiato».

 

conte casalino

Resterà a guardare anche Virginia Raggi, da sempre vicinissima a Di Battista, che come ricorda Conte «rientra nel vincolo del doppio mandato. Se ne parla come se non stesse facendo nulla di importante – sottolinea il leader M5S –, ma è presidente della commissione per l’Expo e sta combattendo battaglie importanti a Roma». L’ex sindaca fa il suo in bocca al lupo sui social «a tutti i candidati alle parlamentarie. Vi sostengo», ma resta con l’amaro in bocca, perché da mesi contava di poter ottenere una deroga e fare il suo ingresso alla Camera.

 

giuseppe conte chiara appendino 1

Chi poteva, ma non ha voluto, è invece Rocco Casalino, lo spin doctor di Conte, suo portavoce ai tempi di palazzo Chigi, «indeciso – raccontano – fino all’ultimo minuto». Ha chiesto consiglio ai diversi big del partito e se un tempo era convinto di volersi mettere alla prova per entrare in Senato, nelle ultime ore ha invece prevalso la voglia di continuare ad occuparsi della comunicazione di Conte e del M5S.

 

Anche perché a palazzo Madama, a questo giro, sarà difficile per i Cinque stelle. Tanto difficile che molti attuali senatori pentastellati hanno preferito presentare la propria ricandidatura a Montecitorio, come l’ex capogruppo Ettore Licheri, sollevando i malumori dei colleghi nelle chat interne: «Ci vogliono rubare il posto!».

 

paolo ferrara

I nomi dei candidati non sono ancora stati resi noti, ma quasi tutti i deputati e senatori attualmente al primo mandato proveranno a rientrare (anche se qualcuno, come la deputata Sabrina De Carlo, lascerà invece definitivamente il partito). Insieme a loro, anche alcuni ex assessori, come Alberto Unia e Antonino Iaria, che si occupavano di Ambiente e di Urbanistica nella giunta di Chiara Appendino. Qualcuno poi ci prova, pur non potendo.

 

Scoppia a Roma il caso del consigliere capitolino e fedelissimo di Raggi, Paolo Ferrara, che sui social del Movimento romano dà l’annuncio di voler correre per un posto in Parlamento. Sarebbe la sua quarta esperienza politica con il M5S e, per di più, interromperebbe il terzo mandato iniziato da nemmeno un anno, nonostante il regolamento interno lo impedisca chiaramente.

 

Le chat romane degli attivisti grillini in un attimo si incendiano e l’assessora in regione Lazio Roberta Lombardi sbotta: «Ferrara è doppiamente incandidabile, perché per lui si tratterebbe del quarto mandato e perché ha in corso un mandato che non termina entro il 2022». Proprio per evitare certi problemi, la lista di candidati resterà coperta fino a quando non sarà concluso il vaglio dei nomi e dei loro requisiti, pochi giorni prima delle parlamentarie del 16 agosto.

 

GIUSEPPE CONTE A FILOROSSO

Conte nel frattempo sta riunendo le assemblee regionali degli attivisti M5S per tirare le fila in vista della campagna elettorale. E tra una videochiamata e l’altra, contatta telefonicamente esponenti della società civile per sondare la loro disponibilità a correre con il Movimento senza passare dalle parlamentarie. Dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico al magistrato Cafiero De Raho, passando per il giornalista Michele Santoro e il pensiero di provare a portare in squadra anche l’ex capo della Squadra Mobile di Napoli e vicedirettore dell’Agenzia interna dei Servizi segreti, Vittorio Pisani. Ed è alla ricerca, in queste ore, del nome di un economista da poter spendere nei collegi del Nord. Sempre che per loro valga ancora la pena sognare un posto a Roma.

 

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

giorgia meloni gioventu meloniana

DAGOREPORT -  NEL GIORNO DELLA MEMORIA LA MELONI HA SORPRESO FACENDO UNA BELLA ACROBAZIA SUL FAMIGERATO VENTENNIO: “SHOAH, UNA TRAGEDIA OPERA DI NAZISTI CON COMPLICITÀ FASCISTA” - LA DUCETTA CERCA DI EVOLVERSI IN SENSO LIBERALE? PROSEGUIRÀ TOGLIENDO LA “FIAMMA TRICOLORE” POST-FASCISTA DAL SIMBOLO DI FDI? - INTANTO, UNA DICHIARAZIONE CHE DIMOSTRA COME L’UNDERDOG ABBIA GRAN FIUTO POLITICO E  CAPACITÀ DI MANOVRA PER NEUTRALIZZARE LO ZOCCOLO NOSTALGICO DI FRATELLI D’ITALIA - SECONDO: DI FRONTE ALLA IMPETUOSA AVANZATA DELLA TECNODESTRA DI MUSK E TRUMP, LA CAMALEONTE GIORGIA HA CAPITO CHE NON HA ALCUN BISOGNO DI METTERSI IL FEZ IN TESTA. QUINDI VIA DI DOSSO NON SOLO LE SCORIE DEL FASCISMO, A CUI LA SINISTRA SI ATTACCA PER SPUTTANARLA, MA ANCHE MANDANDO IN SOFFITTA POPULISMO E SOVRANISMO E CAVALCARE L’ONDA DELLA TECNODESTRA - L’ABILITÀ DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA È DI SAPER GIRARE LA FRITTATA SEMPRE A SUO FAVORE, AVVANTAGGIATA DA UN’OPPOSIZIONE EVANESCENTE, ANNICHILITA DALLA SCONFITTA

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…