meloni viale mazzini rai

LA LOTTIZZAZIONE IN RAI C’È SEMPRE STATA, MA A BRUXELLES SE NE ACCORGONO SOLO ADESSO – DALLA COMMISSIONE EUROPEA ARRIVA UN RICHIAMO ALL’ITALIA SUI “RISCHI DI INGERENZA POLITICA, CHE INCIDONO SULL’INDIPENDENZA DEI MEDIA DI SERVIZIO PUBBLICO” – TUTTO È PARTITO DA UNA RICHIESTA DELLA DELEGAZIONE DEL PD. È LO STESSO PD CHE PER ANNI, QUANDO ERA AL GOVERNO, SI È PRESO OGNI SPAZIO DISPONIBILE A VIALE MAZZINI?

Estratto dell’articolo di Emanuele Bonini per www.lastampa.it

Giorgia meloni e Thierry Breton a palazzo chigi

 

In Italia lo stato di salute della libertà di informazione non è dei migliori, e serve una riforma della Rai per garantire una piena e vera indipendenza del servizio pubblico. Da Bruxelles arriva un forte richiamo al Paese, che sa di critica all’attuale governo per le nomine di dirigenti e giornalisti della tv pubblica.

 

L’esecutivo comunitario guarda con preoccupazione agli ultimi avvenimenti, e il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, riconosce che «la Commissione è consapevole dei rischi di ingerenza politica che incidono sull'indipendenza dei media di servizio pubblico in Italia».

 

LA NUOVA RAI MELONIANA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Fin qui l’esecutivo comunitario ha assistito ai cambiamenti avvenuti nel servizio pubblico di informazione senza dire nulla. Ma la delegazione del Partito democratico ha deciso di rompere il muro del silenzio.

 

 Dieci esponenti italiani del gruppo dei socialisti (S&D), a cui si aggiungono la francese Sylvie Guillaume, l’austriaco Hannes Heide, la tedesca Petra Kammerevert e lo spagnolo Domènec Ruiz Devesa, partono dalle dimissioni rassegnate l'8 maggio maggio scorso da Carlo Fuortes, che ha lasciato l’incarico di ad Rai non senza polemiche.

 

«Nella sua lettera di dimissioni ha accennato a pressioni politiche sulla sua carica e ha dichiarato che la missione della Rai in quanto emittente pubblica potrebbe risultarne compromessa», lamentano gli eurodeputati. Le dimissioni di diversi giornalisti che ne sono seguite inquietano il gruppo dei socialisti in Parlamento Ue, ma pure la Commissione.

 

Breton, nel riconoscere l’esistenza di rischi di ingerenza politica per l’indipendenza del servizio pubblico, ricorda la natura nota di tali rischi.

IL BUIO OLTRE LA RAI - VIGNETTA BY MACONDO

 

«La relazione 2023 sullo stato di diritto relativa all'Italia rileva che occorre rafforzare le salvaguardie per l'indipendenza editoriale e finanziaria dei media di servizio pubblico».

 

[…] continua Breton, resta «la necessità di una riforma che consenta alla Rai di essere meglio attrezzata di fronte ai rischi di influenza politica e di dipendenza finanziaria dal governo».

 

Dalla Commissione arriva dunque la stoccata alla maggioranza. Procedure d’infrazione in arrivo? Breton non si sbilancia. Lascia intendere che a Bruxelles si guarda e si continuerà a guardare con attenzione, in attesa del completamento dell’iter legislativo europeo sulla proposta di un atto europeo per la libertà dei mezzi di informazione, adottata il 16 settembre 2022 e attualmente oggetto di negoziati tra Parlamento e Consiglio Ue. […]

FRATELLI DI RAI - VIGNETTA BY MACONDO NOMINE RAI BY IL GIORNALONE - LA STAMPA

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…