LUMIA, ALFANO E QUELLO STRANO “TOUR” NELLE CARCERI: L’INIZIATIVA DEI DUE PARLAMENTARI (PD E IDV) SEMBRA TANTO UNA “TRATTATIVINA” - I DUE BALDANZOSI ONOREVOLI HANNO TENTATO DI CONVINCERE A “PENTIRSI” PROVENZANO E BIDOGNETTI? - “A QUESTO PUNTO INGROIA DOVREBBE QUANTOMENO INTERCETTARE ALFANO E LUMIA, O ALMENO PEDINARLI, PER VERIFICARE SE DIETRO QUELLE “TRATTATIVINE” SI NASCONDONO DELLE “TRATTATIVE”…

Claudio Cerasa per "il Foglio"

L'elemento surreale di questa piccola trattativa tra lo stato e la mafia che gli onorevoli Giuseppe Lumia e Sonia Alfano hanno deciso di intestarsi (senza chiederlo a nessuno, e senza avere l'autorizzazione dell'anti mafia, e senza avere neppure il consenso del ministero di Grazia e Giustizia, come invece prevederebbe la legge) è che alla fine dei conti l'inchiesta sulla trattativa tra lo stato e la mafia si ritrova a dover fare i conti con la stessa zona grigia che gli inquirenti della trattativa avevano messo sotto esame all'inizio dell'inchiesta.

Mi spiego meglio. L'inchiesta sulla trattativa tra lo stato e la mafia, almeno quella istruita dai dottori Ingroia e Di Matteo, nasce in seguito ad alcune rivelazioni fatte dal figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Massimo Ciancimino, che forse anche in Guatemala ormai conosco come "El pataccaròn", il quale, con testimonianze non esattamente sempre attendibili, è diventato "un icona dell'anti mafia" (Ingroia) proprio per essere riuscito a "dimostrare" che la trattativa sarebbe nata nel momento in cui l'ex capo dei Ros Mario Mori avrebbe avvicinato, "in segreto, "senza previa autorizzazione" e "senza richiederlo a nessuno", l'ex sindaco di Palermo Massimo Ciancimino.

E dunque, per sintetizzare, la tesi della coppia del gol Ingroia-Ciancimino jr è che la trattativa stato-mafia sarebbe maturata a margine dei colloqui che Mori ebbe tra il 1992 e il 1993 con Ciancimino senior. Mori, in realtà, il contenuto di quei colloqui (già nel 1992) lo riportò anche all'allora presidente dell'anti mafia Luciano Violante (e ai dirigenti del ministero di Grazia e Giustizia) anche se si guardò bene invece dal riportarlo alla procura di Palermo (cosa che Borsellino sapeva, e cosa a cui Borsellino mai si oppose).

Ma nonostante ciò i procuratori di Palermo che indagano sulla trattativa stato mafia da anni sostengono che è proprio in quella zona grigia costituita dai colloqui tra Mori e Ciancimino che sarebbe maturata la trattativa tra lo stato e la mafia. Stupisce dunque e fa sorridere che oggi gli Ingroia, le Alfano i Lumia che fino a due minuti fa non perdevano occasione per attaccare i poliziotti brutti e cattivi che nel 1992 avrebbero incontrato in "segreto", "senza previa autorizzazione" e "senza richiederlo a nessuno" i potenziali pentiti, oggi rivendichino "il diritto di privacy" e "il diritto al segreto" per il loro tour nelle carceri finalizzato - dicono loro - a incontrare potenziali pentiti.

A questo punto, il dottore Ingroia, per dimostrare la sua indiscutibile coerenza, dovrebbe quantomeno intercettare le utenze dei signori Alfano e Lumia, o almeno pedinarli, per verificare se dietro quelle "trattative" si nascondo delle "trattative". Esageriamo naturalmente ma non è invece un'esagerazione dire che in queste ore, forse, i grandi accusatori di Palermo si sono resi conto di quali sono le contraddizioni e le fragilità della loro stravagante inchiesta sulla trattativa. O no?

 

SONIA ALFANOgiuseppe lumiaMassimo Cianciminoingroia

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