LUSI E MALCOSTUMI DI UN TESORIERE - AUTO DI LUSSO, PARTY ESCLUSIVI E CATERING FIRMATI VISSANI NELLA MEGAVILLA A GENZANO: 17 VANI SU 4 PIANI, GIARDINO CON ROTONDE STILE BEVERLY HILLS PER UN VALORE DI 2 MLN - IL SENATORE PD, STRADIOTTO: “QUANDO SERVIVANO PER LE CAMPAGNE ELETTORALI I SOLDI NON C’ERANO MAI” - ALLA MARGHERITA FANNO COME LE 3 SCIMMIETTE: NON VEDO, NON SENTO, NON PARLO…

Caterina Perniconi per il "Fatto quotidiano"

L'ultima festa è stata quella per i suoi 50 anni, il 25 novembre. Ma a quanto pare le cene a casa di Luigi Lusi, il tesoriere della Margherita che ha fatto sparire 13 milioni di euro, erano un'istituzione.

Ieri in Parlamento non si parlava d'altro: catering firmati dal pluristellato chef Gianfranco Vissani, bottiglie prestigiose, servizi d'argento. Insomma, lo sfarzo di cui si circondava l'ex tesoriere della Margherita era noto a molti. Qualcuno ricorda di aver presenziato alle serate nell'attico di via Monserrato , a due passi da Campo dei Fiori nel cuore della Capitale.

Ma c'è anche chi è stato a Genzano, per il suo compleanno, in una villa che di certo non passa inosservata: "Credevo che fosse di un giocatore della Lazio" dice un passante nel vicino viale Mazzini. Perché la proprietà è degna di un divo di Beverly Hills: 17 vani distribuiti su 4 piani, per un valore d'acquisto di 2 milioni di euro e una ristrutturazione recente e non ancora completata costata più di un milione. Dall'esterno del poderoso muro di cinta si scorgono solo gli ultimi due piani della villa con un bovindo di vetro ricavato sul terrazzo principale.

Per osservare meglio l'edificio in stile primi ‘900, bisogna arrampicarsi sulla strada che porta al lago di Nemi, in una delle zone più prestigiose dei Castelli Romani. Da lì si scorge un giardino con una rotonda in stile americano intorno al quale sfilano le auto, ma si vedono anche le telecamere di sorveglianza e i sensori antifurto.

Sul campanello ci sono i cognomi del senatore (Lusi) e della moglie (Petricone). Subito sotto compare il nome della Paradiso immobiliare, la società intestataria della proprietà, ceduta da Cristiano Berloco a Lusi insieme all'edificio. Il portone è chiuso, con il passo carrabile bloccato dai dissuasori mobili. Inutile suonare al citofono. Dopo un minuto di attesa una voce femminile spiega che il senatore non c'è: "Forse è al Senato, ma non qui, non lo trova a Genzano".

Poco dopo però esce un Suv dal cancello. Ma Lusi è solito girare su berline di ben altra forgia. Alle porte di Roma torna solo nel weekend e per le feste, come quella dei 50 anni, alla quale hanno partecipato molti amici intimi e qualche collega di partito. Certo è che chi è stato lì, dopo aver visto la casa di Roma, difficilmente poteva ignorare il tenore di vita dell'ex tesoriere.

"Avranno pensato che era ricco di famiglia" ironizza qualche deputato in Transatlantico. Ma c'è anche chi non ha voglia di scherzare e comincia a ipotizzare le ragioni del silenzio che per troppo tempo ha circondato il boy scout della Margherita: "Mi verrebbe a questo punto da chiedere se le persone che lavorano per l'Api siano pagate dall'Api o dalla Margherita. Insomma se Rutelli stia facendo politica in un altro partito con i soldi del Pd" chiede il vicepresidente del Partito democratico, Ivan Scalfarotto.

Ma su questo tema anche i più acerrimi "nemici" dell'ex sindaco di Roma nel partito sembrano non volersi pronunciare. Arturo Parisi, interrogato dai giornalisti alla Camera sulle omissioni intorno alla vicenda, le archivia a "valutazioni" che preferisce non fare. E a chi chiede allora una valutazione specifica su Rutelli, chiosa: "È un ragazzo simpatico". Non chiarisce che tipo di movimenti economici ci fossero tra i partiti nemmeno il Direttore generale della Margherita, Giuseppe De Meo, definendosi "non autorizzato a dichiarare dell'argomento".

L'unico che sa e può parlare della fine che hanno fatto i soldi pubblici pare sia solo lo stesso Lusi. "Io so che quando servivano per le campagne elettorali non c'erano - dice il senatore del Pd, Marco Stradiotto - nel 2006 la campagna di Prodi l'abbiamo fatta coi fichi secchi, proprio perché Lusi aveva chiuso i cordoni della borsa ‘tanto si vinceva lo stesso'. I soldi all'interno di un partito devono essere usati per fare politica. Ma se poi avvengono questi fatti la situazione fa riflettere". Sulle ville, ma anche sulla gestione di partiti formalmente scomparsi.

 

LA VILLA DI GENZANO DI LUIGI LUSI jpegluigi lusiLA VILLA DI GENZANO DI LUIGI LUSI jpegLA VILLA DI GENZANO DI LUIGI LUSI jpegFRANCESCO RUTELLI ScalfarottoLA VILLA DI GENZANO DI LUIGI LUSI jpegArturo Parisi - Copyright PIzzi

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