“IL GOVERNO ITALIANO È UNO SCIUSCIÀ DEI REGIMI AUTORITARI” – LUTTWAK CONTRO LA ‘SOLIDARIETÀ’ DI RUSSIA E CINA ALL’ITALIA, CHE OVVIAMENTE CHIEDERANNO UNA CONTROPARTITA A EMERGENZA FINITA: “L’ITALIA HA UN’ECONOMIA PARI O SUPERIORE A QUELLA RUSSA, DOVEVA RIFIUTARE GLI AIUTI. LA CINA? ALTRO CHE ‘VIA DELLA SALUTE’, DIETRO C’È IL 5G A HUAWEI…”
Francesco Bechis per www.formiche.net
L’Italia non è sola. In queste due settimane di crisi sanitaria lo Stivale è finito al centro di una staffetta di aiuti umanitari, mascherine, respiratori, équipe mediche dall’estero per combattere il coronavirus. Fra i donatori ci sono gli Stati Uniti, ma anche Paesi al di fuori dell’alveo Nato come Cina, Russia, perfino Cuba.
Si tratta, ovviamente, soprattutto nel caso dei rifornimenti cinesi, di un’iniziativa globale, che tocca da vicino diversi altri Paesi europei entrati ora nel vortice dell’emergenza. È vero però che a Roma ha trovato un’accoglienza particolarmente calorosa. Di qui la promessa di alcuni esponenti di punta del governo italiano di mostrare eterna riconoscenza ai soccorritori.
Riconoscenza o debito? Se lo chiedono in questi giorni molti a Washington Dc. Oltreoceano l’arrivo di aerei cargo cinesi e russi, e la campagna diplomatica e mediatica che li ha accompagnati, sono visti con una certa preoccupazione dall’amministrazione di Donald Trump. L’idea è che, presto, all’Italia sia presentato il conto di questi gesti solo apparentemente gratuiti.
Ne è convinto chi alla Casa Bianca ha lavorato e conosce da vicino l’Italia. Come Edward Luttwak, già stratega del Pentagono, analista e politologo americano. Nonostante il momento di prova per l’Italia, il suo giudizio è impietoso e le sue parole corrosive.
“Gli italiani di oggi non ricordano una vecchia espressione: sciuscià. Erano gli scugnizzi napoletani che un tempo pulivano le scarpe ai soldati americani. Ecco, oggi il governo italiano è questo, uno sciuscià” – dice a Formiche.net dalla sua casa nel Maryland – anche il Bangladesh e l’Afghanistan presto manderanno aiuti, magari anche il Congo. Il Congo Brazzaville, ovviamente. Immagino che sarà preparato per loro un gran ricevimento al ministero degli Affari Esteri (ride, ndr). Questa non può essere una mentalità da Paese G7”.
LUIGI DI MAIO, ROCCO CASALINO E GIUSEPPE CONTE GUARDANO ADORANTI E OMAGGIANO VLADIMIR PUTIN
A nulla serve fargli notare che la sanità al Nord è al collasso, e che forse gli aiuti dall’estero una mano la possono dare. Luttwak è furibondo, soprattutto sulla nuova spedizione di militari e macchinari inviata dal presidente russo Vladimir Putin e accolta alla base di Aviano dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Chiunque non si metta a ridere di fronte a una notizia del genere è un cretino. In Russia non hanno la più pallida idea di quanta gente sia infettata, perché non fanno i test. Chi è malato non viene trattato, gli ospedali non curano quasi nessuno”.
“In Russia, a Mosca, c’è gente che muore in ospedale per mancanza di antibiotici comuni o medicine come l’aspirina, altro che Sars e coronavirus – aggiunge – nei centri periferici, nelle cittadine sperdute, c’è chi muore dentro le ambulanze. Questa mentalità fa pena. L’Italia, che ha un’economia pari o superiore a quella russa, doveva rifiutare questi aiuti, il cui volume peraltro è dubbio”.
Il sospetto è che, nonostante le smentite del ministero degli Esteri russo, dietro la spola di aerei ci sia una contropartita politica. Più che sospetto, una certezza. L’obiettivo di Mosca, dice Luttwak, è la rimozione delle sanzioni Ue: “Sai che novità. L’Italia sta facendo lobbying da anni in Europa per rimuovere le sanzioni e poter esportare un po’ di salami. Anche questo in onore alla solita mentalità da sciuscià: l’ordine internazionale viene gestito da Paesi seri, l’Italia guarda il suo ombelico”.
Non più generoso il bilancio dei soccorsi arrivati dalla Cina, e dall’Hubei, la regione della città di Wuhan, dove tutto è nato. Sono stati i primi ad atterrare in Italia, e i più sostanziosi. Accompagnati da una squadra di medici. “Magari una parte di queste era già installata in Italia, a Prato”, scherza Luttwak, poi torna serio. “Anche qui non mi sorprendo. Dopotutto un anno fa Xi è stato accolto come un imperatore a Roma. Voleva essere accolto da tutti i Paesi europei, ma in tanti lo hanno rifiutato, perfino il Portogallo e la Danimarca. L’Italia gli ha offerto una sontuosa cena di Stato. Mi chiedo se sia stata a base di brodo di uiguro e dessert tibetano”.
C’è la partita del 5G dietro la “Via della Salute”, una nuova puntata della “Via della Seta” nel campo sanitario annunciata in una telefonata fra Giuseppe Conte e Xi Jinping? “Non c’è di mezzo il 5G, c’è di mezzo il 5G a Huawei, perché, ovviamente, quello prodotto dalle europee Ericsson e Nokia non va bene – risponde secco lo stratega americano –. Questa storia del cloud degli ospedali, poi, è il colmo: la gente sta morendo o è in terapia intensiva, e ora l’emergenza è installare una nuova rete cinese negli ospedali?”.
luigi di maio xi jinpingVLADIMIR PUTIN CON LUIGI DI MAIO
Il politologo prende di mira il Movimento Cinque Stelle, che da anni è in prima fila a tessere la tela dei rapporti con Pechino, e ora si è fatto avanti con un appello alla comunità internazionale: rimuovere le sanzioni contro Venezuela, Iran, Cuba, Siria, perfino Corea del Nord, per alleviare la lotta di questi Paesi contro il virus. “Vogliono inviare aiuti a questi bei Paesi? Li posso aiutare io, mi organizzo con un amico e magari invio un pacchetto di aiuti anche Afghanistan, con le debite istruzioni per evitare che sia toccato solo da uomini, o da donne coperte dalla testa ai piedi. Anni fa i Cinque Stelle hanno assorbito l’entusiasmo e le speranze di tanti giovani italiani nella speranza di un cambiamento. Il cambiamento non c’è stato, e ora la tragedia è diventata farsa”.
Luttwak boccia anche un’altra proposta che si fa strada fra le fila grilline, quella di rimodulare le missioni all’estero per richiamare in patria una parte dei militari. “L’Italia ha delle forze dell’ordine molto preparate, in particolare i Carabinieri e la Guardia di Finanza. Non penso valga la pena mobilitare tutti questi soldati dall’estero, peraltro mettendoli a disagio, e a rischio, con tutti gli spostamenti che sarebbero necessari”.