LA PINOTTI PRESA IN VOLO (DI STATO) - IL M5S DENUNCIA IL MINISTRO: HA USATO UN AEREO BLU PER FARSI PORTARE A CASA - DI BATTISTA: NON SONO I 3.600 EURO CHE QUEL VOLO COSTA OGNI ORA. IL PROBLEMA È IL COSTANTE ABUSO DI POTERE”
Da “repubblica.it”
"Io e Luca Frusone abbiamo appena denunciato alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica il ministro della Difesa Roberta Pinotti". L'Io di questa frase è Alessandro Di Battista che dal suo profilo Facebook annuncia in rete, con corredo di foto, di aver appena denunciato Pinotti, per aver usato 'aereo-blu'. Seconda visita in procura in una settimana da parte degli esponenti del Movimento, dopo quella di martedì scorso fatta da Andrea Colletti per denunciare il patto del Nazareno, che ha portato all'apertura di un fascilo di indagine.
"Riteniamo che abbia utilizzato un aereo-blu per farsi accompagnare a casa sua - così chiarisce Di Battista - lei (il ministro) sostiene di aver semplicemente usufruito di un volo di addestramento già previsto. Caso strano un volo partito 10 minuti dopo l'arrivo della Pinotti a Ciampino (veniva da Cardiff) e diretto, caso ancor più strano, a Sestri, cioè a casa sua".
Questi i particolari della vicenda che hanno spinto i due deputati ad andare alla procura della Repubblica di Roma stamattina presto per presentare relativa querela. "Bene - conclude soddisfatto Di Battista - se ne occuperà la procura e la magistratura contabile. Noi abbiamo fatto il nostro dovere. Abbiamo scritto atti parlamentari ai quali il ministro non ha risposto. Non risponde alla domande dei giornalisti. Se ne frega. Arrogante. Non sono i 3.600 euro che quel volo costa ogni ora (comunque non è poco). Il problema è il loro, costante, abuso di potere. Il loro sentirsi invulnerabili, intoccabili, differenti da noi cittadini. Auguri ministro".
Una mossa alla quale risponde secco il vicecapogruppo del Pd alla Camera, Andrea Martella: "Quando la politica ti porta dal 28 al 2 %, come in Calabria, cerchi altre strade e quando le chiacchiere stanno a zero quella delle procure è la più semplice".
Per il deputato democratico, "la verità è che la politica è lavoro, fatica, a volte compromesso: insomma tutte azioni in grado di incidere nel concreto nella vita delle persone e del paese. Ma se non si riesce", conclude, "non rimane che uscire dalla politica e rivolgersi alla magistratura, salvo poi attaccarla appena non segue i desiderata di Grillo e Casaleggio".