UN PASTICCIO MACRO PER UN MICRO-SINDACO - IL MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA, SENZA DIRETTORE DA MESI, RISCHIA DI ESSERE LA CAPORETTO DELLA CULTURA DEL MARZIANO MARINO

1. IL MACRO, SENZA DIRETTORE DA MESI, RISCHIA DI ESSERE LA CAPORETTO DI MARINO
Giovanna Vitale per "la Repubblica - Edizione Roma "

Hanno aspettato per 40 minuti l'arrivo dell'assessore alla Cultura, attesa al Macro per la presentazione della mostra di Giulio Paolini. Poi, quando finalmente si è materializzata sotto le arcate dell'ex fabbrica Peroni, l'impaziente drappello di curatori, critici e addetti ai lavori capitanati da Beatrice Bulgari è partito all'assalto di Flavia Barca, contestandole il disinteresse suo e del Campidoglio tutto nei confronti del museo d'arte contemporanea di Roma. Acefalo da mesi, senza più direttore dalla sconfitta di Alemanno e addirittura a rischio declassamento.

Un episodio che racconta il malumore diffuso in città per come l'amministrazione di centrosinistra, sulla carta più sensibile del centrodestra, sta (mal)trattando le sue istituzioni culturali. Una questione non più rinviabile. Destinata, subito dopo il varo del previsionale 2013, a diventare una delle partite cruciali della giunta Marino. Sulla quale si sta ragionando già da qualche settimana, dopo aver archiviato l'idea di commissariare i gioielli di famiglia, cercando con pazienza di comporre il quadro delle nomine pezzo dopo pezzo come in un gigantesco (e fragilissimo) puzzle.

A cominciare proprio dal museo d'arte contemporanea, dove «il direttore sarà un dirigente esterno, scelto in tempi brevi con un avviso pubblico che faremo partire subito dopo l'approvazione del bilancio. Guarderemo i curricula ma anche i progetti di rilancio del museo», ha rassicurato l'assessore Barca. La notizia che gli "amici del Macro" aspettavano.

Anche per tirare la volata al loro beniamino, quel Bartolomeo Pietromarchi che è stato già direttore e ora si candida a succedere a se stesso. Ma dovrà vedersela con il suo predecessore, il trentino Danilo Eccher, già responsabile del museo negli anni di Veltroni, che quasi certamente sarà fra i partecipanti al bando del Campidoglio. Come pure l'attuale direttore del Maxxi Arte, Anna Mattirolo.

O il critico Ludovico Pratesi. Una rosa di tutto rispetto, che potrebbe riproporsi per la sovrintendenza capitolina, anch'essa sottoposta ad avviso pubblico per il dopo-Broccoli. A contendersi l'incarico ci saranno di sicuro due dirigenti interni e autorevoli come Claudio Parisi Presicce (attualmente titolare dell'interim) e Alberta Campitelli, ma potrebbero farsene avanti altri, magari provenienti dal ministero dei Beni culturali. Mentre sempre l'avviso pubblico, ma stavolta per individuare i membri del cda, verrà utilizzato sia per il Palaexpo (dove il direttore Mario De Simoni resterà in carica fino al 31 dicembre,
poi si vedrà) sia per le Biblioteche.

Una partita chiusa è invece quella sul Teatro di Roma: a prendere il posto di Gabriele Lavia sarà l'ex direttore generale dell'Eti Ninni Cutaia, mentre il presidente
Franco Scaglia verrà sostituito da Gianni Borgna, storico assessore alla Cultura di Rutelli prima e Veltroni poi.

Come risolto è pure il rebus sul teatro dell'Opera: niente commissariamento, alla scadenza del cda, il 3 dicembre, ne verrà nominato uno nuovo che porterà con sé il cambio del soprintendente.

A rimpiazzare Catello De Martino sarà il manager della cultura Carlo Fuortes, che però ha posto come condizione, già accettata, di non lasciare la guida dell'Auditorium (avendo peraltro fatto lo stesso col Petruzzelli di Bari). Dove potrebbe anche arrivare l'ex assessore alla Cultura Umberto Croppi, il jolly che il sindaco Marino potrebbe utilizzare come soluzione-ponte. Fermo restando che il risiko è ancora da completare e, dunque, ancora tutto da giocare.

2. MACRO STORY
Alessandra Mammì per L'Espresso

Vive la France e Odile Decq. Che è scesa a Roma per difendere il suo museo. "Le Macrò", come lo chiama lei. Non solo un progetto architettonico,ma un organismo dentro la città a immagine e somiglianza di città. In quell'auditorium rosso come un cuore del Museo di Roma, nel mezzo della tempesta che lo vede commissariato e incerto, l'architetto (non archistar) è venuta formalmente a presentare il suo libro "L'Espace comme expérience de sensations" e a raccontare cos'è per lei un museo, ma anche a chiarire che le spiace molto dover constatare che "Italia tutto è politica e poiché la politica è una cosa complicata, in Italia tutto diventa complicato".

Invece il Macrò è semplicissimo: nella struttura che prevede passeggiate, soste in piazza con fontana e ristorante come tutte le piazze di questa città eterna. E semplicissimo anche nella funzione che è quella di essere (come in tutte le città d'Europa) una chiesa laica e un luogo di ricerca, di studi, di pensieri, di esperienza, di sensazioni, appunto.

E ha ripetuto Odile - perchè anche la politica capisca- non stiamo parlando di un edificio ma del pensiero intorno al quale quell'edificio è stato costruito. Interno e esterno, grande sala, auditorium che batte al centro come un cuore/cervello, le passerelle, le scale, i corridoi e le improvvise apertura. Perchè camminare in un museo è camminare in un paesaggio.

E la presenza di un museo è un centro di energia capace di cambiare il suo quartiere e da lì, l'intera città. Se non fosse così un architetto (che non vuole farsi chiamare archistar ma ha il suo da fare in giro per il mondo), non sarebbe arrivata fin qui in un pomeriggio d'inverno a difendere il suo Macrò.

MACRO 2. Arriva l'assessore ed è subito tumulto. Che Flavia Barca, assessore alla cultura della giunta Marino, non sia popolare al Macro è evidente. Non le perdonano neanche dieci minuti di ritardo. A Roma poi. Segno che il suo indice di popolarità è davvero basso. Eppure lei è arrivata in pace. Ammette degli errori, promette un direttore esterno (se il sindaco e il bilancio glielo concederanno), giura di non aver mai pensato di snaturare il museo facendone una location per eventi, confessa di non sapere se mai si farà una fondazione, si confonde alquanto sui destini futuri del luogo ma convoca tutti per metà gennaio. La platea molto diffidente passa dal tumulto al borbottio. Timeo Danaos et dona ferentes....

 

 

MUSEO MACRO ROMA MUSEO MACRO A TESTACCIO ignazio marino e napolitano all opera di roma per la prima di ernani diretto da riccardo muti Ignazio Marino e Anna Falchi DANILO ECCHER E CLAUDIA LUDOVICO PRATESI UMBERTO CROPPI Bartolomeo Pietromarchi e

Ultimi Dagoreport

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO