macron terrorismo

MACRON CI RIPENSA – FINISCE LO STATO D’EMERGENZA IN FRANCIA, MA L’ELISEO VUOLE UNA LEGGE SPECIALE ANTITERRORISMO: PIU’ POTERI AI PREFETTI, PERQUISIZIONI (ANCHE SENZA AUTORIZZAZIONE, MA CON SOLA COMUNICAZIONE AL GIUDICE), PIU’ INTERCETTAZIONI E BRACCIALETTI ELETTRONICI – UN CODICE ROCCO IN SALSA FRANCESE, INSOMMA…

 

Stefano Montefiori per La Repubblica

 

macron10

Oggi a Tolosa si apre il processo a Abdelkader Merah, fratello di Mohamed e accusato di essere stato suo ispiratore e complice per gli assassinii di sette persone (tra le quali tre bambini), nel marzo 2012. Quei fatti furono l' inizio della lunga serie di stragi che hanno colpito la Francia e poi il resto d' Europa.

 

Da allora quattro leggi successive sono state approvate per rafforzare l' arsenale giuridico francese e combattere il terrorismo islamico, e domani l' Assemblea nazionale ne voterà solennemente una quinta, in sostituzione dello stato di emergenza che scade il 1° novembre. Molte voci, dall' Onu a Amnesty International, criticano misure che vengono accusate di tradire ciò per cui l' Occidente è in guerra, cioè la difesa delle libertà individuali e lo Stato di diritto.

 

MARSIGLIA

La sera dell' attacco al Bataclan, il 13 novembre 2015, il presidente François Hollande proclamò lo stato di emergenza, una misura eccezionale risalente alla guerra d' Algeria. Da allora il provvedimento è stato prorogato per ben cinque volte. Quando si pensò di non prolungarlo, all' inizio dell' estate 2016, l' attentato di Nizza del 14 luglio con i suoi 86 morti fece subito cambiare idea al presidente. Da allora la Francia non ha conosciuto altre stragi di massa, che si sono spostate in Germania e Regno Unito, ma molti attacchi falliti o episodi di minore entità, il più grave dei quali è l' accoltellamento di ieri a Marsiglia.

le foto mai viste di nizza pubblicate da paris match 1

 

Il presidente Macron ha riconosciuto che uno stato di emergenza permanente è paradossale. Per questo il leader francese ha deciso di ricorrere a una nuova legge, ma con il rischio che i provvedimenti - eccezionali - dello stato di emergenza entrino a fare parte, definitivamente, del diritto comune. L' ispirazione di fondo è limitare il controllo dei giudici, ed estendere le prerogative del potere esecutivo.

 

MORTI FUORI DAL BATACLAN 02

I prefetti e il ministro dell' Interno potranno ancora restringere la circolazione delle persone, autorizzare perquisizioni personali e delle auto in occasioni di grandi eventi, assegnare un sospetto a soggiorno obbligato (l' attuale stato di emergenza prevede in casa, la legge allarga l' area al comune), autorizzare perquisizioni amministrative previa semplice informazione del giudice delle libertà, ricorrere al braccialetto elettronico per persone non ancora condannate, aumentare i controlli delle comunicazioni (telefonini e Internet), rafforzare i controlli alle frontiere estendendoli a un' area di 20 chilometri quadrati attorno a porti, aeroporti e stazioni ferroviarie.

 

BRACCIALETTO ELETTRONICO

Un modo, secondo le associazioni di aiuto ai migranti, di usare l' emergenza terrorismo per combattere in realtà l' immigrazione. «La normalizzazione dei poteri di emergenza minaccia gravemente la protezione dei diritti in Francia», ha scritto in un comunicato l' esperta Onu dei diritti dell' uomo Fionnuala Ní Aolain. Ma almeno serve? Di recente alcuni attentati sono stati sventati per caso (l' ultimo grazie a un idraulico che ha notato bombole di gas sospette in una casa) più che grazie alle indagini. Macron promette di affiancare a queste misure contingenti una strategia di più ampio respiro.

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…