emmanuel macron

MACRON MEJO DI SALVINI! - IL PRESIDENTE FRANCESE È MOLTO PREOCCUPATO DAI SONDAGGI CHE LO DANNO SOTTO MARINE LE PEN E TENTA IL TUTTO PER TUTTO PER PROVARE A VINCERE LE ELEZIONI DEL 2022, OCCUPANDO OGNI SPAZIO SUI SOCIAL - I VIDEO BUONGIORNISTI DEL CAGNOLINO NEMO SU TIKTOK, GLI YOUTUBER FAMOSI, L’OSSESSIONE PER I GIOVANI: BASTERÀ TUTTA QUESTA FUFFA PER RIOTTENERE LA FIDUCIA DEI FRANCESI? – VIDEO

 

 

Stefano Montefiori per www.corriere.it

macron su tiktok

 

Per accompagnare la Francia fuori della pandemia, vincere le elezioni della primavera 2022 e restare altri cinque anni all’Eliseo, il più giovane presidente francese della storia scommette sui connazionali più giovani di lui.

 

L’attenzione di Emmanuel Macron — 39 anni e mezzo il giorno della sua elezione nel 2017 — per gli under 30 è una questione di stile e di propaganda, senza dubbio, ma anche di sostanza politica. Lui e la moglie Brigitte, di 25 anni più grande, hanno rotto da subito i codici della comunicazione una sera della Festa della musica di qualche anno fa, postando su Instagram la foto scattata all’Eliseo assieme a ballerini in maglietta traforata, canottiere scollacciate e occhiali neri.

emmanuel macron 2

 

La scommessa: far di testa sua

Molti gridarono al sacrilegio delle nobili stanze, cuore della République, ma il presidente mostrò di non preoccuparsene troppo e pochi mesi dopo, in visita nelle Antille francesi, replicò facendosi fotografare sorridente accanto a un ventiduenne a torso nudo che faceva il dito medio all’obiettivo.

 

macron su tiktok 2

Il ragazzo si rivelò essere un pregiudicato per rapine, e certo lo staff presidenziale avrebbe potuto fare più attenzione, ma quell’immersione tra i giovani di Saint Martin fece capire due cose.

 

La prima: Macron avrebbe provato a scuotere e rinnovare la società francese anche a colpi di azzardi mediatici. La seconda: il presidente avrebbe fatto sempre di testa sua, con giovanile cocciutaggine, ascoltando poco o nulla i suggerimenti di chi gli stava accanto. Tranne quelli di Brigitte, unica vera consigliera e anche lei, da ex insegnante di francese, attenta ai giovani (la première dame sta lanciando con i fondi del gruppo del lusso LVMH la sua rete di scuole per 25-30enni rimasti fuori dal mercato del lavoro).

emmanuel macron da giovane

 

Nemo, il labrador di Emmanuel Macron in un video contro l’abbandono degli animali diventato virale su Tik Tok. A fianco il presidente sulla piattaforma socialNemo, il labrador di Emmanuel Macron in un video contro l’abbandono degli animali diventato virale su Tik Tok. A fianco il presidente sulla piattaforma social

 

Chiudere le scuole, ultima risorsa

emmanuel macron giovane

I giovani sono l’ossessione di Macron, e lo si è visto anche nella gestione della crisi Covid. Il governo francese è apparso spesso esitante, incline a contraddirsi - «Le mascherine non servono a nulla», «Le mascherine sono fondamentali», «State in casa», «State fuori» - e responsabile di troppi tentennamenti nel prendere l’unica via di uscita possibile, quella della vaccinazione di massa.

 

macron su tiktok 1

Ma nell’anno del Covid appena trascorso Macron è rimasto fedele a un’unica strategia, ha avuto un’unica bussola: chiudere le scuole solo come ultima risorsa. Nella scelta drammatica tra sacrificare l’istruzione e quindi il futuro dei giovani o privilegiare la tutela dei più anziani, il presidente non ha mai avuto dubbi. Prima di tutto i giovani. Anche quando gli epidemiologi lo scongiuravano, a gennaio, di chiudere tutto per frenare le varianti e i medici oggi protestano perché gli ospedali presto potrebbero essere costretti a tornare alla medicina di guerra (ovvero scegliere i pazienti con più possibilità di salvarsi e curare solo quelli).

 

marine le pen mascherinata

Rompere con anni di immobilismo

Il giovane Macron è arrivato all’Eliseo convinto che la società francese gli avesse dato mandato di realizzare finalmente quella «rupture» promessa e mai realizzata dai predecessori, rompendo finalmente con anni di immobilismo e di incomunicabilità manifesta: «Non vi capisco, mi dispiace», aveva ammesso Jacques Chirac durante un incontro con i ragazzi in diretta tv.

 

mcfly e carlito emmanuel macron 5

Per esaltare il lato giovane e dinamico del Paese, Macron ha creato lo slogan della Francia come «Start-up Nation», il colmo per un Paese pronto a chiamare jeu decisif il tie break nel tennis pur di rintuzzare gli anglicismi. A protestare contro questa visione da Silicon Valley europea sono non solo le vestali della purezza della lingua, ma anche chi accusa il presidente di preferire il marketing alla politica e soprattutto di favorire un certo tipo di giovani, quelli già privilegiati usciti - come lui, diplomato all’Ena - dalle grandi scuole delle élite (ndr. dell’Ena, l’École nationale d’administration, il presidente aveva annunciato l’abolizione, l’8 aprile l’ha ufficializzata).

 

Invertire il calo demografico

emmanuel macron parla ai francesi

In realtà le misure prese per tutti i giovani, non solo i più fortunati, sono molte: per esempio il raddoppio delle classi nella scuola elementare, la mensa scolastica a un euro, l’obbligo di studiare o di fare apprendistato per i 16-18enni, il piano «1jeune, 1solution» con 6,5 miliardi di euro stanziati per incoraggiare le aziende ad assumere lavoratori sotto i 25 anni.

 

macron e il labrador nemo

Macron poi si trova a governare in un momento particolare per la Francia. La tradizionale generosità dello Stato sociale francese aveva reso la Francia il Paese in cui si facevano più figli in Europa, ma da dieci anni la demografia francese è in calo e rischia di allinearsi a quella esangue di Paesi come l’Italia. Il presidente cerca di invertire la tendenza negativa, e con qualche successo.

IL CANE DI MACRON FA SESSO DAVANTI A TUTTI

 

È vero che nel 2020 sono nati in Francia solo 735 mila bambini, il numero più basso dalla fine della II Guerra mondiale, per colpa anche della pandemia. Ma la diminuzione della natalità a dicembre 2020 rispetto all’anno precedente è stata solo del 7% in Francia, contro il 22% in Italia.

 

Il ricorso agli youtuber famosi

mcfly e carlito 6

«I minorenni non votano», fa notare chi è scettico sulle conseguenze elettorali della politica macronista. «Ma i loro genitori e i loro nonni sì», ribatte Frédéric Dabi, studioso dell’istituto Ifop.

 

Al di là della pura contabilità elettorale, parlare ai giovani significa mostrare a tutti i francesi che il governo pensa al futuro, ha una visione a medio-lungo termine, coltiva una speranza per il Paese. Per questo Macron va a cercare i giovani ovunque si trovino: visita le scuole e i centri di formazione, dà interviste a nuovi media online come Brut, incoraggia il premier Jean Castex a fare lo stesso su Twitch e apre account su Tik Tok (ndr. lo ha fatto il 7 luglio 2020, guarda il video su Youtube).

 

CANE DI MACRON CHE FA PIPI

Nell’ultimo slancio giovanilista, Macron ha chiesto aiuto a McFly e Carlito, due tra i più popolari youtuber francesi, per convincere i coetanei a rispettare le misure di protezione dal Covid: «Se fate un video su questo e superate i 10 milioni di visualizzazioni, il prossimo lo girerete all’Eliseo». Sfida vinta, ovviamente (guarda il video-articolo su Corriere.Tv).

 

Il diritto di voto ai sedicenni

CANE DI MACRON

Nell’anno che lo separa dalle elezioni il presidente cercherà la «grande idea», la proposta di portata anche simbolica che dovrà riassumere il suo impegno pro-giovani. Tra le possibilità si parla di un reddito minimo per gli under 25; oppure l’estensione a tutti della «garanzia giovani» riservata oggi ai disoccupati (un aiuto all’autonomia che va dalla redazione del curriculum ai consigli su igiene di vita e gestione del budget); e c’è anche chi, come il deputato della maggioranza David Corceiro, propone a Macron di prendere spunto dall’idea del neosegretario del Partito democratico italiano, Enrico Letta, dando il diritto di voto ai sedicenni.

mcfly e carlito 1CANE DI MACRON CON BRIGITTE 2

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…