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IL CAMALEONTE DOVE STA? - MACRON ERA A WASHINGTON A CONVINCERE TRUMP A NON REGALARE L’UCRAINA A PUTIN, I LEADER EUROPEI ERANO A KIEV CON TRUDEAU PER MANIFESTARE SOLIDARIETÀ A ZELENSKY. E LA MELONI? È RIMASTA A ROMA A FARE AFFARI CON GLI EMIRATINI – I VERTICI UE (CON SANCHEZ, TRUDEAU E ALTRI CAPI DI GOVERNO) SI SONO RIUNITI ATTORNO A UN TAVOLO CON L’EX COMICO PER IL SUMMIT “SUPPORTO ALL’UCRAINA” – IL REGNO UNITO AMPLIA LE SANZIONI CONTRO PUTIN: “SARÀ IL PACCHETTO PIÙ DURO DI SEMPRE…” - VIDEO
Estratto dell’articolo di Paolo Brera per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/politica/2025/02/25/news/von_der_leyen_kiev_adesione_ucraina_ue-424025877/
leader europei (con trudeau) a kiev 24 febbraio 2025
I leader dell’Unione europea e delle democrazie liberali di mezzo mondo si sono riuniti ieri a Kiev con un messaggio per Donald Trump: non possono esserci scorciatoie a danno degli ucraini per mantenere la sua promessa di chiudere la guerra in pochi giorni.
L’occasione era il Summit “Supporto all’Ucraina”. Tredici leader, europei ma non solo, in fila davanti al cimitero virtuale di Maidan, tra migliaia di bandierine gialle e blu per i caduti.
alexander stubb volodymyr zelensky kiev 24 febbraio 2025
È un’immagine potente, ma non sono solo simboli e parole: non è la solita solidarietà del 24 febbraio, quando per celebrare l’anniversario dell’invasione c’è sempre stata l’effimera processione delle ricorrenze.
Stavolta no. Il momento è drammatico, le picconate di Trump sgretolano Kiev ma anche l’Europa, con le sue politiche macchinose, lente e disunite.
Stavolta ci sono i soldi per Kiev e le sanzioni per Mosca, i simboli e le promesse. C’è la fermezza verso Putin e ci sono le aperture per Washington.
leader europei a kiev 24 febbraio 2025
C’è l’Europa, ma ci sono anche le democrazie liberali di mezzo mondo. I primi ad arrivare sono la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo António Costa.
Saranno in quaranta, tra presenti e connessi online. Ci sono gli amici di sempre dell’Ucraina, come l’ex premier inglese Boris Johnson: «Giorgia Meloni — dice a Repubblica appena uscito dal Summit — è stata molto brava sull’Ucraina. Spero che tutti gli europei lavorino insieme per spingere Trump a vedere cosa sta davvero a cuore agli europei: bisogna prendere impegni, dobbiamo mandare le truppe di terra come parte delle forze di deterrenza, per provvedere alla logistica e all’addestramento».
MOHAMMED BIN ZAYED GIORGIA MELONI
C’è il primo ministro canadese Justin Trudeau, che a latere del summt convoca un vertice del G7 di cui ha la presidenza di turno. Partecipa da Kiev, con Trump in collegamento. Zelensky e il presidente americano si parlano brevemente, i contenuti restano riservati ma Trump dirà che si vedranno di persona, «questa settimana o la prossima», per chiudere l’accordo sulle terre rare. Vedremo, ma così questo summit di Kiev e i suoi eventi collaterali sono già un successo.
emmanuel macron e donald trump foto lapresse 3
È un tentativo concreto di costruire un argine, di suturare la ferita provocata dal ribaltone americano. Ma di farlo senza strappare. I leader annunciano miliardi di euro di aiuti e nuove sanzioni contro la Russia.
[…]
Ci sono i soldi, tanti. La Ue verserà 3,5 miliardi di euro a marzo. La Finlandia, da sola, annuncia aiuti per 4,5 miliardi, Spagna e Norvegia per un miliardo a testa. Trudeau promette armi e simulatori di volo per gli F16. Anche Ursula von der Leyen spinge per la fornitura rapida di altre armi.
Giorgia Meloni e Mohammed bin Zayed
E c’è un’altra arma che l’Europa mette sul tavolo per l’Ucraina. Sanzioni contro 48 persone fisiche e 35 giuridiche: affonderanno 74 petroliere della flotta ombra russa che aggirava le barriere all’esportazione del greggio. Il Regno Unito le amplia ulteriormente, sarà «il pacchetto più duro di sempre» contro la logistica militare e la catena del profitto che Mosca riversa in armi. Tutto bene, dunque, a Kiev? Nì. C’è un fronte interno che si scalda. Proprio ieri la Rada ha bocciato per mancanza del numero legale una mozione di fiducia a Zelensky sulle elezioni, il tallone d’Achille del presidente nel mirino di Trump, oltre che di Putin.
Giorgia Meloni e Mohammed bin Zayed
ursula von der leyen a kiev - 24 febbraio 2025
leader europei (con trudeau) a kiev 24 febbraio 2025
antonio costa e ursula von der leyen a kiev - 24 febbraio 2025