HOLLANDE, SCANSATI! IL MINISTRO DELL'ECONOMIA MACRON SCALDA I MOTORI PER LE PROSSIME PRESIDENZIALI E FLIRTA CON L'ELETTORATO DI DESTRA - I SOCIALISTI GLI LANCIANO LA VOLATA: "NON C’E’ NESSUNO CHE PUO’ FAR SALTARE IL BANCO MEGLIO DI UN EX BANCHIERE”
Carlo Vulpio per il “Corriere della Sera”
Non lascerà il governo, ma è sempre più probabile la sua candidatura alle presidenziali del prossimo anno. Emmanuel Macron - il giovane ministro dell' Economia che, piaccia o meno, è la novità della politica francese che più incuriosisce e più fa parlare di sé - è stato chiaro ieri sera, davanti ai tremila accorsi al Palazzo della Mutualità. Nel «santuario» della «gauche», Macron ha fatto un altro passo avanti verso l' obiettivo finale.
«Non sono l' uomo del né-né» ha detto, continuando: «Sono di sinistra, è la mia storia. Ma i progressisti, e per tali intendo quelli impegnati a coniugare la "egalité", la giustizia sociale, con la libertà, non stanno solo a sinistra.
Si trovano anche al centro e a destra, e noi dobbiamo portarli dalla nostra parte, perché le sfide del mondo attuale sono inedite e immense. E nessuno può pensare di affrontarle da solo, figuriamoci una Francia divisa in due o in tre».
Prima di Macron, hanno riscaldato il clima Alexandre Jardin e il deputato socialista bretone Richard Ferrand, difendendo la legge sul lavoro voluta dal ministro come «la migliore del quinquennato» e il ministro stesso come «l' unico che può davvero cambiare il Paese, poiché non c' è nessuno che può far saltare il banco meglio di un ex banchiere».
Parole di gratitudine per il presidente François Hollande e per l' icona socialista Michel Rocard, quelle di Macron, ma, soprattutto, parole molto nette su un «capitalismo a breve termine che riduce anziché aumentare le opportunità di tutti» e sulla necessità di un cambiamento radicale, che richiede una «rifondazione del Paese, delle istituzioni, delle regole», perché, argomenta Macron, «la storia non è finita, ma è venuta a trovarci ed è ridiventata tragica, con le guerre alle nostre porte e un pianeta in agonia».
Questa «marcia», dice Macron, dev' essere un'«avventura collettiva» che deve puntare a trovare soluzioni ai problemi nuovi e non limitarsi alla lamentazione e alla demagogia populiste, né preoccuparsi di essere etichettata di destra da quelli di sinistra, e viceversa, o serva dei poteri forti da entrambi.
Formare una grande maggioranza, lavorare porta a porta quotidianamente, ritrovare la fiducia e la speranza soprattutto tra i giovani. Questa è per Macron la strada giusta per conquistare il potere nel 2017. Manca un anno, ma il movimento «En Marche!» sembra davvero molto lanciato. «Vinceremo», dicono Alexandre Jardin e Richard Ferrand.
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