megyn kelly (1)

AMERICA FATTA A MAGLIE - C'È UN SOSPETTO PER LE BOMBE, TRUMP MACINA CON IL PIL PIÙ FORTE DAL 2005, E IL #METOO STA ESPLODENDO IN UN CORTOCIRCUITO, CON IL SUPER-MANAGER DI GOOGLE LICENZIATO PER LE ACCUSE DI MOLESTIE MA RICOMPENSATO CON 90 MILIONI DI BUONUSCITA VERSATI IN SEGRETO - L'ISTERIA A SINISTRA È TOTALE: MEGYN KELLY SILURATA PER UN COMMENTO SULLE FACCE DIPINTE DI NERO AD HALLOWEEN

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

ANDY RUBIN

Se il mega movimento del Metoo, donne in armi contro gli uomini molestatori e il potere maschile impunito, finisse con un bel corto circuito che ne dimostra tutta l'ipocrisia, e che rivela come sia nato per attaccare e distruggere alcuni, segnatamente avversari politici, principalmente Donald Trump, risparmiandone molti altri, i veri potenti, gli amici, i capofila della moralizzazione, e che infine in mezzo ci siano finite alcune vittime, magari non Innocenti ma meno colpevoli di quanto sia stato sbattuto sulle prime pagine dei giornali?

 

Seguite il caso della super progressista Google, mega azienda di felpette, paladina delle donne e castigatrice di siti conservatori, ma pronta alla complicità col suo capo denunciato per molestie;

 

ma anche la miseranda fine della star del giornalismo tv, Megin Kelly, pagata a peso d'oro dalla NBC perché considerata aspramente critica di Trump, poi rivelatesi troppo indipendente e troppo poco faziosa, quindi idonea anche lei a una bella accusa di razzismo prontamente apparecchiata.

JANE FONDA MEGYN KELLY

 

Occhio che la gente soprattutto dopo il caso Kavanaugh non ne può più, e il 6 novembre potrebbe dimostrarlo ancora una volta contro tutte le previsioni.

 

Andiamo per ordine. Prima le ultime notizie di cronaca.

 

 C'è un arresto, finora di una sola persona, con precedenti di minacce di tipo terroristico, non meglio precisate, per i pacchi bomba recapitati in questi giorni ad avversari politici e del mondo dello spettacolo del presidente Donald Trump. Il quale ha fretta di chiudere la vicenda con il minimo di danni possibili a 10 giorni dalle elezioni di midterm.

 

megyn kelly su vanity fair

Lui stesso ha riconosciuto in uno dei suoi tweet che il passo rapido che grazie ai suoi comizi in giro per il Paese avevano preso i candidati repubblicani e’ rallentato per colpa delle polemiche delle accuse legate ai pacchi bomba. Se si dimostrerà un progetto rudimentale, quasi inoffensivo, opera di un pazzo isolato, si chiuderà presto così, e potrà ricominciare l'ultima parte della campagna elettorale con i dieci comizi che restano da fare al presidente.

 

Vediamo ora gli effetti sulle elezioni imminenti.

 

donald trump e megyn kelly

“I dossier che Trump cavalca nel corso dei suoi comizi fanno breccia”, titola uno dei giornaloni italiani stupefatti della piega che stanno prendendo le cose. Ma come, non doveva essere la disfatta parlamentare di Trump quella del prossimo 6 novembre? Come mai ora anche la CNN, sia pur a mezza bocca, comincia a dire che al Senato non dovrebbe esserci alcuna possibilità per i democratici, e che anche alla Camera la battaglia è riservata alla disputa su pochi seggi? Che dirà’ mai nei suoi dossier il comiziante presidente?

 

 Elementare Watson, ricorda I risultati in economia, la deregulation, le tasse più basse, i successi in politica estera, i primi risultati della guerra dei dazi, il benservito all'Unesco filo araba, fino alle ultime promesse mantenute e agli scatti di orgoglio ritrovati, come l'annuncio che è pronto a cancellare il trattato sui missili a medio raggio con la Russia, come la decisione di essere pronto a bloccare con l'uso dell'esercito la marcia di immigrati che dall'Honduras procedono con gran spiegamento di pubblicità verso il confine americano, nonostante i molti rischi di proteste, che potrebbero arrivare anche dai candidati repubblicani più moderati e timorosi. Non dossier, quindi, ma una politica esplicita che si può condividere o no, ma che è comprensibile a tutti.

sundar pichai

 

Sono invece dei dossier veri quello su Google pubblicato dal New York Times in esclusiva per ora, e quello sulla fascinosa anchor Tv,. Megin Kelly.

 

La molto progressista e impegnata direzione di Google ha coperto tre alti dirigenti, in testa il creatore del sistema operativo Android, Andy Rubin, mandandolo via ma tacendone le ragioni, quando ha lasciato la società nell'ottobre del 2014 con una buonuscita da 90 milioni di dollari. Era accompagnato dalle accuse di molestie da parte di una dipendente. La donna, con la quale Rubin avrebbe avuto una relazione extraconiugale, lo ha accusato di averla costretta a fare sesso orale in una stanza d'albergo nel 2013.

 

SUNDAR PICHAI

Secondo il Nyt, Google ha indagato, ha comprovato le accuse, chiesto a Rubin di rassegnare le dimissioni, però in silenzio e a peso d'oro, versandogli 90 milioni in rate da 2 milioni al mese, per 4 anni, ultimo pagamento il mese prossimo.

 

 E adesso? Adesso sarebbe avvenuta una reazione che conferma l'ipocrisia dominante in certi ambienti progressisti e una credibilità veramente scarsa.

 

 In seguito alla notizia pubblicata dal Nyt, il Ceo di Google, Sundar Pichai, ha inviato una lettera ai dipendenti informandoli di aver licenziato 48 dipendenti, tra cui 13 dirigenti, per presunte molestie sessuali avvenute negli ultimi due anni e ha promesso una linea sempre più dura sui comportamenti inappropriati. Amen.

 

ruth porat di google si mette a piangere per l elezione di trump

Tratta una buona uscita sicuramente congrua ma che non la compenserà del danno alla carriera, mentre vanno in onda repliche di puntate passate del suo show, Megin Kelly, bionda fatale del giornalismo televisivo TV americano, passata da Fox News a NBC perché sembrava dall'emittente di Murdoch troppo critica nei confronti di Donald Trump, ma ora considerata troppo poco anti-Trump dai progressisti di NBC che l'avevano voluta a tutti i costi, forse semplicemente una giornalista indipendente, forse una conservatrice moderata che per strada ha ritrovato il suo percorso, disapprovato gli eccessi, tentato di fare una trasmissione equilibrata, anche se , o proprio per questo, non accompagnata da successi di ascolto sulla nuova emittente.

 

kavanaugh trump

Certo è che ai colleghi super democratici, capitanati dalla veterana Andrea Mitchell, la signora proprio non andava giù e in onda con lei non ci volevano andare, per esempio a sentire i suoi dubbi sulle colpe del giudice Kavanaugh. Ancora meno era piaciuta ai capi della NBC che la Kelly si fosse schierata con il collega Ronan Farrow, accusatore di Weinstein, che ha rimproverato l'emittente di avere tenuto fermo a lungo il suo scoop costringendolo a ripiegare sul settimanale New Yorker.

 

Così è partita la trappola. Durante lo show la Kelly ha detto testualmente.

“But what is racist?” Kelly asked in a live panel discussion. “Because you get in trouble if you’re a white person who puts on blackface on Halloween, or a black person who puts on white face for Halloween… back when I was a kid that was OK, as long as you were dressing like a character

 

Tradotto a spanne suona cosi’: che cos'è razzista? Oggi finisci nei guai se sei un bianco che si mette una maschera nera sulla faccia ad Halloween o un nero che se ne mette una bianca, ma quando io ero una bambina andava bene purché fosse chiaro che era un travestimento, una maschera.

bombe destinate ai leader democratici

 

Apriti cielo, è successo un casino, non sappiamo quanto provocato, non sappiamo quanto frutto di un politically correct che è peggio del veleno spruzzato dagli aerei. La Kelly si è pubblicamente scusata per il possibile equivoco, per la stessa frase pronunciata, ma è andata così. Mollata dal suo agente, ora tratta l'uscita rispetto a un contratto di 60 milioni di dollari attraverso un potente avvocato.

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)