AMERICA LAVORATA A MAGLIE - “LA GUERRA MONDIALE CON LA SIRIA COME EPICENTRO SI ALLONTANA PERCHÉ NON SI È MAI AVVICINATA, E FORSE ALLA FINE DI TUTTO QUESTO CASINO CON PREVISIONI APOCALITTICHE RESTERANNO SUL CAMPO DEPUTATI, SENATORI, ASPIRANTI E PASSATI PREMIER ITALIANI CHE HANNO SPARATO CAZZATE COME SE PIOVESSERO. PEGGIO, HANNO RINVERDITO L'ANTIAMERICANISMO VISCERALE…”
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
La guerra mondiale con la Siria come epicentro si allontana perché non si è mai avvicinata, e forse alla fine di tutto questo casino con previsioni apocalittiche resteranno sul campo soprattutto quei deputati, senatori, aspiranti e passati premier italiani che hanno sparato cazzate come se piovessero.
Peggio, hanno rinverdito l'antiamericanismo viscerale che fu, nel tempo, che sembrava passato, dei comunisti e dei fascisti, lo hanno shakerato ,e se lo sono bevuto alla salute di Zar Putin, nuovo idolo nazionale che manco il Che. Seguono nell'ordine delle icone spolverate Bashar Assad, che lui al popolo ci tiene e le armi chimiche mai, Kim jong-un, che al popolo ci tiene anche di più e col nucleare ci gioca alla domenica, e poi il mito della Grande Cina e il suo nuovo conducator Xi JinPing, che come frega lui sui dazi, e come copia le cose in quella bella plastica che basta soffiarci sopra per distruggerla, nessuno.
i potenziali obiettivi dei bombardamenti americani in siria
Resto in attesa di citazione commossa dell'articolo 11 della Costituzione più bella del mondo, magari fatta da un ex orgoglioso Padano o da un grillino dei Quartieri,, e poi parto per una vacanza urgentissima. Il quale Putin poi ha mandato in giro doverosi toni minacciosi in risposta ai micidiali tweet di Donald Trump, ma si è ben guardato da minacciare conflitti mondiali, anzi tanto nelle telefonate speciali tra Washington e Mosca, quanto in quella col premier israeliano Netanyahu, il presidente russo ha invitato tutti a stare calmi come sta calmo lui.
Proviamo a ricostruire quel che davvero è stato detto in questi giorni, così forse improvvisati esperti di politica estera che siedono al Senato e alla Camera molto orgogliosi di se medesimi, cecchini di professione dei giornaloni e delle Tv, ex post-comunisti confusi sotto la tenda del circo vuoto che si aggrappano alla Nato come ultima risorsa dopo essere stati antiamericani per tutta la loro storia, putiniani in servizio permanente effettivo che si dichiarano moderati, liberali, però non conoscono la vecchia regola mai superata secondo la quale o stai con Washington o stai con Mosca, pacifisti foderati di arcobaleno, si danno pace, chissà.
Magari capiscono che se nei prossimi mesi davvero pensavo di contrastare l'asse franco tedesco, l'attivismo di Macron, lo strapotere della Merkel, se sognano di imporre nuove regole a Bruxelles, e con Washington Londra, Gerusalemme, che devono fare gli accordi, e’ a loro che devono sembrare affidabili, non a Mosca. Notare la differenza di toni fra i nostri convulsi dibattiti ideologici e le dichiarazioni di Macron e Merkel.
Abbiamo le prove dell'utilizzo di armi chimiche, dichiara Emmanuel Macron, intervistato in diretta da TF1. La Francia, prosegue, vuole "togliere la possibilità di utilizzare armi chimiche al regime siriano, affinché mai più si debbano vedere le immagini atroci viste in questi giorni, di bambini e donne che stanno morendo". Quanto ai tempi di un eventuale intervento, il capo dell'Eliseo si è limitato ad affermare: "Ci sono decisioni che prenderemo quando lo riterremo più utile ed efficace".
Merkel conferma invece la linea storica tedesca di non intervento, avvenne già con l'operazione contro Gheddafi in Libia. La Germania non parteciperà a una possibile operazione militare occidentale contro Damasco per il presunto attacco chimico compiuto a Douma. Così la cancelliera tedesca Angela Merkel. Parlando alla stampa a Berlino, la Merkel però aggiunge che "è evidente che la distruzione delle armi chimiche siriane non è stata completa". Quindi, nessun sottile distinguo, nessuna domanda capziosa su chi mentirebbe e perché.
In Inghilterra Theresa May dopo un tentennamento iniziale si prepara a contribuire a qualunque forma di intervento. Washington prende nota, è evidente. A che tipo di risposta sta pensando, tutti alla guerra? Più che il segretario alla difesa Mattis, è interessante quel che ha detto il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, per un anno capo della Cia, ora alle audizioni per la conferma del Senato "La guerra è sempre l'ultima risorsa. Ci sono poche persone che temono la guerra più di quelli di noi che hanno servito in uniforme. E c'è una grande differenza tra una presenza militare e una guerra".
Ma siccome la Russia negli otto anni di Obama, Hillary Clinton, John Kerry, ha fatto come le pareva, siccome “La Russia continua a operare in modo aggressivo, grazie ad anni di soft policy” “Now over“, adesso è finita, dice Pompeo
Ed è finita già da un po', nonostante Donald Trump e la sua Amministrazione abbiano le mani legate, nell'agire verso Putin in modo efficace, in modo che porti a un negoziato complessivo, dal Russia Gate
“L’elenco delle azioni compiute da questa Amministrazione per alzare il prezzo a Vladimir Putin è lungo. Stiamo ricostruendo il nostro già forte comparto militare e ricapitalizzando il nostro deterrente nucleare. Abbiamo imposto sanzioni più dure ed espulso più diplomatici e funzionari dell’intelligence russi dagli Stati Uniti che mai dalla Guerra fredda. Se non guidiamo le richieste di democrazia, prosperità e diritti umani in tutto il mondo, chi lo farà?”.
Aggiungo io che un anno fa, appena insediato il governo, Trump autorizzo’ un attacco di missili punitivo dopo un episodio di uso di armi chimiche in Siria analogo all'ultimo.
Che cosa significano queste dichiarazioni nel contesto dell'ultimo incidente,ovvero l'attacco chimico di Douma , per il quale gli americani accusano i russi e i russi accusano un complotto filo-americano? Che cosa significano le conseguenti minacce di attacco e contrattacco, a colpi di missili smart che stracciano qualsiasi scudo, annunciati via Tweet da Trump , per rispondere alla promessa russa di abbattere qualsiasi aereo o missile americano sulla Siria e di bombardare i battelli di lancio?
Significano che è cambiata la politica, ma che ancora non c'è alcun piano militare preciso, quindi che si e’ aperto tutto lo spazio possibile per le contrattazioni e i negoziati.
L’eventuale intervento, a cui parteciperanno Francia, Arabia Saudita e Regno Unito, è ancora da formulare . Nessuno vuole togliere dal potere Bashar el Assad. Però bisogna ottenere qualcosa di più di quello che è stato ottenuto un anno fa quando gli americani bombardarono con una salva di missili Tomahawk la base siriana da cui partì il jet responsabile dell’attacco chimico a Khan Sehykhun.
Siccome fioccano anche in questi giorni le dietrologie sull'imbroglio, le convinzioni e certezze che mai Assad bombarderebbe il suo popolo con armi chimiche, vale la pena ricordare che una commissione Onu dopo mesi di inchiesta e indagine sul campo ha concluso senza alcun dubbio che quell’ attacco lo ha ordinato lui, Assad. Alle anime belle ricordo che così fanno i dittatori, anche senza apparente ragione, perché il popolo va tenuto in ogni modo nel terrore e oppresso, si strilla al complotto e i cretini col culo al caldo ci cascano
L’effetto attacco fu limitato, oggi si dice troppo limitato.Di fatto i russi furono avvertiti in tempo, gli iraniani sono rimasti dove erano, Assad si è spaventato e ha continuato a usare armi non convenzionali, come gli ordigni arricchiti al cloro di Douma, ma anche prima e altrove, molte volte in questi mesi.
Naturalmente anche se serve che la capacità di dissuasione questa volta sia più alta, serve anche di non colpire direttamente dei militari russi, e la stessa cosa vale per Mosca. Sono i famosi cadaveri dei nostri ragazzi che è necessario che non tornino a casa in una bara avvolti nella bandiera.
Tanto è vero che in quasi tutte le postazioni è stata issata la bandiera russa.
Putin ha parlato a lungo con Benjamin Netanyahu, che in Siria ha colpito già numerose volte, anche il giorno dopo l'attacco di Douma. Israele segue il suo criterio di difesa della sicurezza dell'interesse nazionale, è l'Iran e le sue mire la preoccupazione e il nemico principali. Se Putin parla con Israele, e certamente per mandare segnali e messaggi a Washington, ma è anche per fornire rassicurazioni sul ruolo della Russia.
Insomma, il mondo non è dipinto di rosa, il Medio Oriente è sempre stato the Hell's Kitchen, la cucina dell'inferno del mondo, Washington tira avanti cercando di contenere la situazione in attesa di arrivare al vero showdown, che è quello con Teheran. Se poi a certi fini politici di casa nostra Trump era piaciuto perché lo ritenevano un burattino di Putin, purtroppo mannaggia si sono sbagliati.