AMERICA FATTA A MAGLIE - ORMAI NON È PIÙ RUSSIAGATE MA FBIGATE, CON IL SUPER-AGENTE CHE HA TRAMATO PER SALVARE HILLARY DALL'INCRIMINAZIONE E IL PROCURATORE MUELLER CHE CONDUCE UN'INCHIESTA DESTITUITA DI OGNI FONDAMENTO, BASATA SU UN DOSSIER FASULLO COMMISSIONATO E PAGATO DAI DEMOCRATICI E POI COMPRATO DAL BUREAU
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Quantico è la sede dell'FBI ed e’ anche il titolo di una fiction TV di successo nella quale agenti coraggiosi si mescolano a traditori e spie, a corrotti e terroristi, in una sarabanda infernale che oggi sembra quasi realistica, visto che arrivano con i documenti le prove che nel 2016 le accuse per la vicenda delle mail a Hillary Clinton furono annacquate e ridotte a semplice rimbrotto in un atmosfera di complotto per farla vincere e far perdere l'odiato Donald Trump.
Guardate che solo il pregiudizio ancora imperante tra i media americani e quelli internazionali impedisce loro di ammettere che non di RussiaGate si può più parlare ma di FbiGate, e che un procuratore speciale come Robert Muller continua ostinatamente a condurre una inchiesta destituita non solo di prove ma anche di credibilità, al pari di lui.
A Quantico è andato Donald Trump per parlare agli agenti del corso appena terminato e con loro ha evitato qualunque polemica in un discorso breve nel quale ha ribadito che sarà sempre dalla loro parte e non li lascerà mai indietro perché ha la massima fiducia nell'attività degli agenti del bureau.
La polemica l’ha riservata alle dichiarazioni fatte in partenza per Quantico, chiarendo che ce l'ha coi vertici, anziché i vertici ce l'hanno con lui, e hanno tramato illegalmente contro di lui e a favore di Hillary Clinton durante la campagna del 2016.
"It's a shame what's happened with the FBI. But we're going to rebuild the FBI. It'll be bigger and better than ever”. È una vergogna quello che è successo all’Fbi, ma noi lo ricostruiremo più grande e migliore che mai..
Sulla vicenda la Casa Bianca ha preso una posizione ufficiale dichiarando che i documenti del Federal Bureau of Investigation finalmente noti dimostrano che c'è un pregiudizio estremo contro Trump tra i dirigenti del bureau. L'imputato principale resta l'allora direttore James Comey, ma il personaggio centrale è il numero 2 del controspionaggio, Peter Strzok.
bill clinton licenzio il capo dell fbi sessions pochi mesi dopo il suo insediamento
Lui partecipa all'inchiesta sulle mail e all'interrogatorio di Hillary Clinton, lui cambiò il linguaggio della dichiarazione finale del direttore a proposito del comportamento della Clinton, da “pesantemente negligente” a “estremamente distratto”, cioè da incriminazione a niente di fatto, lui scambiava fitti messaggi sulla necessità di agire pro Clinton e contro Trump con un avvocato del Bureau e sua amante, Lisa Page, lui non ha ritenuto di incriminare i collaboratori della Clinton che avevano ammesso di aver mentito, lui ha interrogato l'allora consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn, dimenticando di informarlo che avrebbe potuto tanto non rispondere quanto avvalersi di un avvocato, lui fino all’estate scorsa, quando la relazione e relativi messaggi è stata scoperta, era stato assegnato all'inchiesta su Russia Gate tra i principali collaboratori dal Procuratore Speciale.
Veniamo alla mancata incriminazione di Hillary Clinton, che fu un tormentone della campagna elettorale in diverse fasi e puntate, fino all'ultimo, quando sia pur per pochi giorni, Comey fu costretto a riaprire l'inchiesta. Comunicazioni del segretario di Stato sono state per anni dirottate, dal 2008 al 2012, dal server sicuro del dipartimento di Stato ad un server non sicuro privato della Clinton. A quel server avevano accesso anche alcuni collaboratori. Tutti hanno mentito.
hillary clinton depone sulla strage di bengasi in libia 6
Perché? Tutti hanno poi detto di aver distrutto quelle mail ma invece un'inchiesta dell' FBI ne ha ritrovate una parte, alcune delle quali considerate top secret. Ancora top secret è l'argomento di quelle mail, anche se è legittimo e lecito supporre che si trattasse di affari con alcuni Paesi arabi, della vendita di Uranio alla Russia, ma anche e tristemente dell'assassinio dell'ambasciatore americano e delle sue guardie del corpo a Bengasi in Libia. Molte bugie, molte cose da nascondere, probabilmente alto tradimento.
La verità è che Comey all'inizio dell'estate del 2016 l'incriminazione del Hillary Clinton candidato alla presidenza per il Partito Democratico l'aveva decisa, ma poi ha taciuto sui successivi editing del testo da lui preparato e ha avallato l’ assoluzione Testo che non è più soltanto argomento di conversazione, perché lo ha reso noto il senatore repubblicano Ron Johnson, presidente della commissione Homeland Security .
Ora, se la candidata Clinton fosse stata incriminata, avrebbe dovuto immediatamente ritirarsi dalla corsa presidenziale.
hillary clinton depone sui fatti di bengasi 3
Ci sono tutti gli estremi per accusare Comey e compagni di aver interferito nel processo elettorale.
Magari al posto della Clinton sarebbe andato Joe Biden, magari non avrebbero fatto in tempo ad accusarlo di molestie sessuali, viste le centinaia di culi che ha pizzicato in tanti anni di carriera politica, magari oggi sarebbe lui il presidente degli Stati Uniti.
Veniamo ora a Robert Mueller, il procuratore speciale, che nel luglio scorso ha mandato via il suo collaboratore coinvolto nelle vicende del 2016, ma non ha ritenuto di informare il Congresso sulle ragioni dell’ allontanamento. Come ha ricordato nell'audizione del 13 dicembre Il deputato repubblicano Trey Gowdy, al Vice Attorney General Rod Rosenstein, si nomina un procuratore speciale per evitare qualunque conflitto di interesse che possa minare la fiducia dei cittadini nella trasparenza del processo. Ma in questa vicenda, altro che trasparenza.
Il procuratore speciale ha mentito o taciuto sui comportamenti di una parte degli uomini del suo team. Ha taciuto non solo sui pregiudizi contro Trump e sui comportamenti sfacciatamente a favore di Hillary Clinton, ma anche sul fatto che il Bureau ha comprato e poi utilizzato per avviare l'inchiesta che ha portato alla nomina di un procuratore speciale lo stesso dossier fasullo confezionato dall’ agente inglese Christopher Steele, che era stato ordinato e pagato dal comitato Democratico e dalla campagna della Clinton’ attraverso la società Fusion GPS nella quale lavorava la moglie della gente dell'FBI Bruce Ohr. Bingo!
E adesso? Un micidiale editoriale del Wall Street Journal chiarisce bene lo stato delle cose. Scrive che democratici e media accusano chiunque critichi il procuratore speciale di essere un cospiratore Trumpiano, ma che non c'è alcun bisogno di cospirare contro una inchiesta che si sta ammazzando da sola.
Cita dal materiale appena reso noto delle mail tra Peter Strzok e Lisa Page.
Christopher Burrows PARTNER NELLA SOCIETA DI CHRISTOPHER STEELE
“ Voglio credere che sia vero quello che avete preso in considerazione come certo nell'ufficio di Andy, cioè che non ci sia nessuna possibilità che Trump sia eletto, ma temo che non possiamo correre il rischio. E’ come quando ti fai un'assicurazione sulla vita anche se è quasi impossibile che tu possa morire prima dei 40 anni”. A quale assicurazione si riferiva? Quale iniziativa intendeva prendere per essere certo della non elezione di Trump a metà di agosto del 2016?
Andy, per chiarirci, sta per Andrew McCabe, vice direttore dell' FBI. Come fa notare il Wall Street journal, siamo ben oltre una legittima antipatia per il candidato repubblicano Pochi giorni dopo partirà l'inchiesta basata sul documento farlocco dell’agente inglese.
Non basta, ogni giorno che passa si sa qualcosa di nuovo sulle motivazioni politiche del vice procuratore speciale,
Andrew Weissmann, del quale è stata resa nota una e-mail nella quale esprimeva il suo godimento e lode per Sally Yates, passata alle cronache perché faceva le funzioni nei primi giorni della presidenza Trump di Attorney General , e si rifiutò di mettere in pratica il bando di ingresso ai 6 Paesi musulmani emesso dal Presidente.
La signora non si era dimessa, come sarebbe stato suo diritto dal momento che non condivideva le nuove scelte politiche, no, voleva restare al suo posto e fare quel che le piaceva. Trump fu costretto a licenziarla.
Il vice Attorney general, Rod Rosenstein, che supervisiona l'inchiesta sul cosiddetto Russia gate, l'altro giorno in commissione al Congresso è stato di straordinaria reticenza nel rispondere.
Il Wall Street Journal denuncia un conflitto serio fra Congresso e FBI, e chiede al procuratore speciale come pensa in queste condizioni di poter continuare a fare un lavoro credibile, visto che ogni giorno si scopre una nuova prova che alcuni alti ufficiali funzionari del bureau che hanno lavorato per lui hanno anche interferito nelle elezioni presidenziali americane. Fa anche appello al Congresso perché si riprenda le sue prerogative e funzioni. Bell’affare.