AMERICA FATTA A MAGLIE – UNA SCONFITTA E UNO SMACCO PER TRUMP MA SULLA RIFORMA DELL’OBAMACARE IL PARTITO REPUBBLICANO SI È RIVELATO ANCORA UNA VOLTA NEMICO DI SE STESSO - E ORA? "THE DONALD" DEVE DECIDERE CHE COSA FARE DI PAUL RYAN CHE HA DIMOSTRATO DI NON ESSERE IN GRADO DI CONTROLLARE IL GRUPPO DI CUI È CAPO E RAPPRESENTANTE
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Ha perso perché non ha seguito il suo istinto di non politico, ha perso perché ha ascoltato e seguito le regole della palude di Washington che aveva promesso di prosciugare. Hai voglia a dare del populista, è andata proprio così, è andata che i conservatori col coltello fra i denti volevano che l'odiata legge venisse buttata a mare senza timore delle conseguenze, e i conservatori mammola eletti in zone a maggioranza democratica volevano che venisse a malapena ritoccata. È andata che Trump questa volta invece di scavalcarli li ha subiti.
Alla fine Obama care, brutta, impopolare, una roba da Welfare all'italiana che costa una follia e scontenta tutti, per ora resta dov'è, i repubblicani hanno rinunciato a metterla ai voti alla Camera dopo che lo speaker nonché autore della nuova legge è andato alla Casa Bianca ad ammettere la rivolta, anzi un vero e proprio ammutinamento di almeno 30 deputati repubblicani, e quindi la sconfitta sicura, e il presidente Trump ha deciso almeno per un giorno di non buttare a mare lui e di non dichiarare guerra al partito, e ha rinunciato all'ultimatum e alla minaccia di voler comunque il voto.
I democratici si ritrovano una vittoria senza aver combattuto ed essendo in minoranza ovunque nel Paese, dalla Casa Bianca al Congresso ai Parlamenti statali. Ma laddove c'è stupidità, la prevalenza dei numeri non basta, anzi nulla può, e il Partito Repubblicano si è rivelato ancora una volta stupido e nemico di se stesso proprio come nella campagna elettorale del 2016, quando combatteva il suo candidato perfetto.
Una sconfitta, uno smacco, una umiliazione: tutto questo è,e anche di più, perché se a qualunque governo sia pure in maggioranza può capitare di essere sconfitto o di non trovare accordo, in questo caso si sono proprio sparati sui piedi.
Donald Trump commenta in serata il brutto incidente e la rinuncia a mettere ai voti la proposta di riforma come l'aveva preparata lo speaker repubblicano della camera Paul Ryan, assieme a una parte dei collaboratori della Casa Bianca che ne aveva approvato il taglio moderato, segnatamente il consigliere anziano Reince Priebus,e quasi sicuramente il genero di Trump,Jared Kushner e la figlia Ivanka, ovvero l’ala morbida dei consiglieri del presidente.
Il quale presidente è deluso e colpito ma non appare furioso come si potrebbe immaginare. Potrebbe essere una buona giornata nella lotta di governo cominciata 64 giorni fa, perché un giudice federale della Virginia gli ha dato ragione sul bando temporaneo di viaggio per i provenienti da 6 paesi a rischio terrorismo, perché lui ha firmato l'inizio dei lavori di un importante oleodotto, il Keystone, dal Canada al golfo del Messico che Barack Obama aveva bloccato in ossequio alle richieste degli ambientalisti, e perché probabilmente stanno per venire fuori le prove dello spionaggio illegale ordinato contro il presidente appena eletto e il suo staff dall'Amministrazione uscente, insomma da Barack Obama.
Non è così perché la rinuncia alla riforma dell'assistenza sanitaria prevale su tutto, soprattutto per una fastidiosa dinamica di scontro interno che i repubblicani non solo non sono riusciti a contenere ma anzi hanno evidenziato ed esaltato, senza paura delle conseguenze tra i cittadini. Lo scontro c'è anche all'interno della Casa Bianca perché Steve Bannon, il consigliere espressione dell'ala dura e pura dei conservatori, anche se in questi giorni ha appoggiato la battaglia del presidente per far approvare la riforma così come era, in privato l'ha definita una legge preparata da Ryan assieme alle grandi compagnie di assicurazione, quindi una legge contro i cittadini americani che hanno votato per Donald Trump l'8 novembre..
Parliamoci chiaro: quando uno perde ed è il presidente degli Stati Uniti non può dire di non aver potuto esercitare il suo potere, anche se in questo caso l'hanno incastrato. La scelta si è rivelata sbagliata anche strategicamente. Perché credere e far credere che si potesse fare la riforma rapidamente? Come si fa a pensare di introdurre come prima importante legge di scardinamento della gestione precedente proprio la riforma sanitaria che Barack Obama aveva 7 anni fa concepito ed elaborato come una delle leggi più farraginose, intricate, piene di burocrazia e di trappole mai concepite? Perché non cominciare con la riforma delle tasse che è più semplice perché era stata già preparata e che avrebbe avuto l'intero corpo repubblicano d'accordo ad abbassare tanto quelle per le classi medie e per i privati quanto radicalmente quelle alle industrie? Perché non puntare solo sui primi progetti di adeguamento delle infrastrutture, che portano posti di lavoro e sono graditi ai cittadini?
Certamente la riforma della Obama care urgeva perché per fare un esempio quest'anno i premi assicurativi stavano per arrivare a cifre altissime, c'era grande scontento nella popolazione soprattutto tra i giovani per l'obbligo di assicurarsi e per le multe comminate a chi disobbediva. Per l'americano medio essere obbligati ad un'assicurazione, non poter scegliere se goderne o no, è un autentico attentato alla libertà individuale.
Trump però non si è reso conto che se il Partito Repubblicano,nonostante negli ultimi anni fosse tornato in maggioranza al Congresso non era riuscito a modificare quella odiata legge, era perché la rigidità di una parte molto conservatrice del partito lo impediva. Il gruppo cosiddetto Freedom Caucus ha fatto muro allora ed ora, in 29 non avrebbero votato perché non erano d'accordo con i compromessi preparati da Paul Ryan.
Ovvero con la scelta di mantenere nell'assicurazione dei genitori anche i figli fino a 26 anni di età, di trasformare i sussidi federale in detrazioni sulle tasse per un massimo di 4000 dollari a persona all'anno, assegnati anche in base all'età invece che solo in base al reddito, di limitare solo parzialmente il programma di copertura sanitaria per i più poveri, il Medicaid. Naturalmente la controriforma avrebbe abolito l'obbligo di procurarsi una copertura sanitaria a tutti i costi.
E adesso? Trump deve decidere come regolarsi con quelle che sembrano evidentemente ormai due anime del partito e deve anche decidere come farle convivere dalle personali più vicine alla Casa Bianca. Deve anche decidere che cosa fare di Paul Ryan, uno che in campagna elettorale gli è andato addosso e contro fino all'ultimo, che si è rifiutato di dargli il suo sostegno persino nel corso della convention repubblicana, che lo ha sempre criticato, e che ora lo ha trascinato in questa vicenda sgradevole e pericolosa, dimostrando di non essere in grado di controllare il gruppo di cui è capo e rappresentante.
Quanto alla Obamacare, Trump ha probabilmente ragione: esploderà come una gigantesca bolla e toccherà persino ai democratici occuparsene. Ma oggi questo non è consolatorio per il presidente, oggi deve correre ai ripari accelerando i tempi della riforma fiscale perché e’ pensando a quegli stimoli che la Borsa gli ha sorriso per due mesi. Steven Mnuchin, ottimo segretario alle Finanze, aveva appena dichiarato che il pacchetto sarà pronto entro agosto, ma sembra che dovranno fare prima