AMERICA FATTA A MAGLIE - “DOPO AVER PERMESSO ALLA COREA DI ARMARSI COL NUCLEARE, LEI E SUO MARITO BILL, ORA LA TRADITRICE HILLARY HA ANCHE IL CORAGGIO DI CRITICARE”: DOPO L’ONU, TRUMP VA GIÙ DURISSIMO. MA IL VERO BERSAGLIO È L’IRAN, CHE CON RUSSIA E PAKISTAN FORNISCE LA TECNOLOGIA ATOMICA AL PUZZONE KIM - L’ACCORDO CON GLI AYATOLLAH FRUTTA MILIARDI: COSA FARÀ L’EUROPA?
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
“Dopo aver permesso alla Corea di armarsi col nucleare, lei e suo marito Bill, ora la traditrice Hillary ha anche il coraggio di criticare”. Il tweet arriva puntuale, assieme all'elenco di tutti gli incontri internazionali, perché la battaglia della Casa Bianca si è spostata per una settimana a New York.
Alle Nazioni Unite in queste ore non conta il folklore doviziosamente raccontato del termine inusuale di Rocket Man usato da Donald Trump per definire Kim Jong-un, o della risposta degli inviati di Pyongyang che dicono che il presidente e’ un cane che abbaia, e nemmeno delle maniche a palloncino del vestito di Melania Trump, ma come scrivono i pochi giornalisti che seguono gli sviluppi di una situazione internazionale pesantissima, la congiunzione tra crisi con l’Iran e crisi con la Corea del Nord;
non solo perché c'è un evidente collegamento noto ai servizi di intelligence di tutto il mondo tra i programmi nucleari dei due Stati canaglia, ma anche perché la fine miseranda dell'accordo sul nucleare in Corea del Nord prefigura in un prossimo futuro la stessa fine miseranda dell'accordo del 2015 con l'Iran.
vladimir putin con hassan rohani
Di più, in questo scontro sotterraneo si misura il rapporto degli Stati Uniti con l'Europa, che è a livelli veramente bassi, si inquadra definitivamente la condizione di Israele, si stanano le doppiezze di Cina e Russia.
A Donald Trump e al suo discorso durissimo reaganiano va sicuramente dato almeno questo riconoscimento, che nelle stanze del Palazzo di Vetro si stiano affrontando argomenti seri e delicati apertamente e a brutto muso, non i soliti minuetti inutili. Avvisare Gentiloni, chissà se se n'è accorto che il soft power fa ridere. La Mogherini sì, se non altro come esecutrice è parte in causa, non a caso si presenta così volentieri con lo straccio in testa dagli ayatollah.
L'Iran profittando dell'allentamento delle sanzioni e di un accordo solo parziale di riduzione del programma nucleare, che lo stesso Rohani ha rivendicato di poter continuare se difensivo, acquista armamenti e sommergibili di ogni tipo, qualcun'altro incassa.
Il segretario di Stato, Rex Tillerson, conferma che Trump ha preso una decisione sull'accordo stipulato nel 2015 con l'Iran, ma che non vuole parlarne fino a che non lo comunicherà al Congresso a ottobre in occasione della certificazione dell'accordo, tanto non vuole parlarne che non ha dato una risposta nemmeno alla preoccupata alleata inglese Theresa May.
Quel che Tillerson non dice è che proprio gli inglesi, nonostante ufficialmente si dicano convinti di voler proseguire negli accordi con Teheran, stiano lavorando a fornire all'Amministrazione le prove di violazioni e comportamenti scorretti dell'Iran , quelle prove che incredibilmente non fornisce al suo presidente la CIA, impegnata probabilmente a tramare contro di lui. Ora, il casus belli deve essere ben consistente e non contestabile, perché il precedente negativo è quello di Colin Powell con le fialette delle armi chimiche di Saddam Hussein, rivelatesi una bufala inutile.
TEST MISSILISTICO NORD COREANO
La prova che tanto l'accordo nucleare del 2015 con l'Iran quanto la pazienza strategica con la Corea del Nord sono stati due errori capitali di politica estera commessi dal predecessore di Donald Trump sta nel trovare i contatti tra Iran e Corea del Nord e le prove che da Teheran viene fornita la tecnologia nucleare alla Corea del Nord.
Non solo l'Iran, si sono dati molto da fare anche la Russia e il Pakistan, con la prima i rapporti sono molto tesi e la possibilità di contrattare anche sbattendo un pugno sul tavolo è impedita dal caos del Russiagate, al secondo sono stati mandati da Trump per la prima volta in tanti anni messaggi molto duri che se non cambia atteggiamento l'intera alleanza sarà rivista.
Certo, se gli Stati Uniti riescono a mettere insieme informazioni da Israele, nel momento in cui presentano il conto non lo presentano solo all'Iran, ma anche all'Europa che negli interventi pubblici e negli incontri privati di questi giorni si è spesa per la difesa di un accordo che frutta miliardi non solo attraverso il commissario europeo Mogherini, ma anche nelle parole del premier italiano Gentiloni.
Diverso l'atteggiamento di Macron, che nell'intervento pubblico si è speso a favore del mantenimento dell'accordo, sostenendo che il male minore è l'unico modo per controllare gli ayatollah, ma ora ha aperto canali diplomatici con gli Stati Uniti e mantiene un atteggiamento disponibile.
Dove porta una escalation dello scontro diplomatico? E al contrario a quali pericoli espone continuare una politica di appeasement ignorando i propositi di Stati canaglia? Lo scontro tra modi di intendere la politica è tutto qui, la presidenza Bush finì male anche perché gli Stati Uniti per primi, e quelli che combattevano con loro erano stanchi di guerra, la presidenza del buon Obama ha dimostrato che i cattivi del mondo, come li chiama con la sua terminologia pop Donald Trump, se i giusti si distraggono guadagnano terreno.
A mettere i piedi nel piatto dire le cose con grande chiarezza ancor più del presidente americano è stato nel suo intervento l’ israeliano Benjamin Netanyahu.
Cito alcune parti.
"C’è chi difende ancora il pericoloso accordo sul nucleare iraniano sostenendo che bloccherà la strada dell’Iran verso la bomba. E’ esattamente quello che dicevano dell’accordo nucleare con la Corea del Nord e tutti sappiamo come è andata. L’accordo con l’Iran farà la stessa fine”.
Citando la clausola dell’accordo che prevede l’eliminazione delle restrizioni nell’arco di 10-15 anni, Netanyahu ha aggiunto: “Ecco perché due anni fa ho detto che il più grande pericolo non è che l’Iran possa costruire una bomba violando l’accordo: il vero pericolo è che l’Iran potrà costruire una quantità di bombe nucleari rispettando l’accordo. Immaginate il pericolo di centinaia di armi nucleari nelle mani di un vasto impero islamista munito dei missili per lanciarle ovunque nel mondo”.
Netanyahu ha poi ribadito che Israele impedirà all’Iran di creare postazioni militari e fabbriche di armi in Libano e Siria per colpire Israele dai suoi confini settentrionali.
"Molti sostenitori dell’accordo sul nucleare iraniano hanno ingenuamente creduto che in qualche modo l’accordo avrebbe moderato l’Iran, facendone un membro responsabile della comunità internazionale. Ero fortemente in disaccordo e affermavo che, una volta rimosse le sanzioni, l’Iran si sarebbe comportato come una tigre affamata, divorando nazioni una dopo l’altra. E’ esattamente quello che l’Iran sta facendo oggi. Una cortina iraniana sta calando sul Medio Oriente”. E l'ipotesi di una guerra tra Iran e Israele non è così remota come noi possiamo credere.
Questo è il clima alle Nazioni Unite,e Donald Trump non si è nascosto la gravità della situazione, altro che isolazionista come si diceva durante la campagna elettorale per denigrarlo. I democratici oggi capitanati da Hillary Clinton in tour promozionale del suo libro dicono che si tratta di una visione dark and dangerous, buia e pericolosa. Bisogna vedere da dove si parte. Il presidente afgano non la pensa così per esempio.
Ashraf Ghani parla addirittura di una differenza tra il giorno e la notte, ringrazia per la visione, il coraggio e la determinazione e. dopo aver incontrato il presidente americano a New York dichiara: ” la cortina dell'incertezza è stata sollevata”.
Si riferisce alla decisione annunciata un mese fa da Trump di potenziare gradualmente il numero di truppe americane in Afghanistan dopo che Barack Obama aveva gradualmente scelto di ritirarle, e solo di fronte a una situazione tremenda di terrorismo aveva fermato il ritiro.