di maio salvini

CASALINO & CASALEGGIO NON SONO FESSI - COSÌ COME SALVINI USA CAROLA PER GUADAGNARE CONSENSI FUORI DALLA BOLLA DEI SINCERI DEMOCRATICI (LA LEGA È ARRIVATA AL 38%), LA STRATEGIA DI DI MAIO È QUELLA DI FAR PASSARE MATTEO PER QUELLO CHE DIFENDE I RICCHI BENETTON, MENTRE LUI E I 5 STELLE STANNO CON LE VITTIME DEL PONTE MORANDI. INFATTI È GIÀ PRONTO A DIRE: OK AI BENETTON, BASTA CHE PAGHINO (E SALVINI ROSICA)

matteo salvini luigi di maio

DAGONOTA - Avviso ai navigati: fuori dalla bolla dei social e dei sinceri democratici, dove ci sono decine di milioni di italiani cui frega poco dei migranti e zero, meno di zero (anzi godono delle sfortune) di Carola Rackete, Salvini guadagna consensi. Allo stesso modo, fuori dalla bolla dei social e dei sinceri liberali, dove ci sono decine di milioni di italiani cui frega poco degli azionisti di Atlantia e zero, meno di zero (anzi godono delle sfortune) della famiglia Benetton, Di Maio guadagna consensi.

 

L'equazione è molto semplice, e ora i furbi Casalino&Casaleggio sono riusciti a far passare Salvini per quello che difende la ricca famiglia veneta mentre i 5Stelle sono dalla parte delle vittime del ponte Morandi. Ovviamente e giustamente il Capitone deve tutelare anche l'elettorato leghista che ha paura di un governo che espropria ed è sensibile alla certezza del diritto. Proprio come i parlamentari Pd che sono saliti sulla Sea Watch tutelavano l'elettorato che davvero è preoccupato per le sorti dei migranti. Capite come funziona la strategia comunicativa di questi tempi? Il veleno di uno è la medicina dell'altro...

 

 

carola rackete salvini

AUTOSTRADE: DI MAIO, APPLICHIAMO INDICAZIONI COMMISSIONE MIT

 (ANSA) - "A me il partito dei Benetton non fa paura, bisogna andare avanti per dare seguito alla relazione della commissione del Mit. Poi sediamoci al tavolo, troviamo una soluzioni condivisa ma questa volta non vincono le grandi lobby". Lo dice il vicepremier Luigi Di Maio in un video su facebook sottolineando: "qui al posto di chiedere scusa si accusa il governo di aver fatto uscire notizie pilotate".

 

"Il tema Atlantia è la punta di un iceberg, riguarda tutta una serie di soggetti che in Italia non hanno fatto gli imprenditori ma i "prenditori"", attacca Di Maio che spiega: "la maggior parte degli imprenditori o degli artigiani che pagano regolarmente le tasse è incazzata con i Benetton, è incazzata con chi pensa di ricattare lo Stato parlando di posti di lavoro. E' surreale. Crollano i ponti e quelli del quartierino stanno tutti zitti, crolla un titolo in Borsa e fanno la rivoluzione".

luciano benetton

 

 

"NON DIFENDIAMO I BENETTON MA CHI GESTIRÀ LE AUTOSTRADE?" RABBIA SALVINI SU DI MAIO

Amedeo La Mattina per “la Stampa

 

Il governo sembra più compatto su come affrontare la difficile partita che il premier Giuseppe Conte sta giocando sullo scivoloso crinale tra nomine europee e procedura d' infrazione. Ma appena si toccano le questioni Ilva, Alitalia e Ponte Morandi saltano i nervi. Soprattutto quando di mezzo ci sono Benetton e Autostrade, diventati la bestia nera dei 5 Stelle. Poi se c' è una cosa che fa infuriare Luigi Di Maio è sentire i leghisti mettere in dubbio il suo lavoro per trovare una soluzione per gli stabilimenti della multinazionale dell' acciaio e un partner adeguato per la compagnia di bandiera.

 

luigi di maio matteo salvini

Con tutto ciò che ne consegue sulla tenuta dell' occupazione. «Il silenzio della Lega sulle concessioni, dispiace, fa sentire ancora più protetti i Benetton. A me il partito dei Benetton - afferma il vicepremier grillino - non fa paura, questa volta vincono i cittadini non i Benetton. E non c' entra nulla il lavoro. A me dispiace che sulla revoca alle concessioni, ma anche sull' immunità penale per l' Ilva, Salvini dica che si perderanno posti di lavoro. Ci si può fidare di me. Noi non possiamo farci ricattare». Il capo M5S assicura che non verranno persi posti di lavoro, «ma solo i profitti della famiglia Benetton».

 

A sua volta Matteo Salvini non ci sta a far passare la tesi secondo cui anche la Lega fa parte del «partito» di Atlantia, degli interessi di un gruppo sul quale rimane in sospeso il giudizio della magistratura che dovrà decidere quali sono state le responsabilità sul crollo del Ponte Morandi. Sono state le parole di Di Maio a farlo infuriare: «Il mio partito non si fa arruolare da nessuno. Non ho però capito quali sono le soluzioni del ministro dello Sviluppo economico per l' Ilva, per Alitalia e chi dovrà gestire le autostrade se dovesse essere revocato la concessione all' Aspi».

 

castellucci

Salvini abbandona il Consiglio dei ministri irritato per le parole del suo alleato. E anche per le affermazioni del ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli, che in mattinata aveva detto di sperare che la Lega «non si aggiunga alla lista infinita di avvocati strapagati dal concessionario Aspi: tuteli l' interesse pubblico che è stato leso dall' assenza di gestione, provocando 43 morti». Un' irritazione che è aumentata per l' assenza di Di Maio al Cdm che doveva decidere l' assestamento di bilancio. Un' assenza interpretata come la voglia di non mettere la sua firma sulla decisione del governo: se poi alla fine all' Europa non bastasse questo assestamento e l' Italia venisse comunque colpita dalla procedura d' infrazione, la colpa non sarebbe dei 5 Stelle.

 

Una interpretazione che i grillini considerano «lunare e assurda», spiegando che Di Maio non era presente per motivi personali. In ogni caso, spiegano le stesse fonti M5S, la mancata partecipazione di Di Maio era stata annunciata da diversi giorni. Dunque, «Salvini si dia una calmata: semmai faccia lavoro di squadra».

 

danilo toninelli armando siri

Il ministro dell' Interno nega di aver fatto polemica, ma non molla sul tema di fondo.

Continua ad essere preoccupato delle conseguenze che potrebbero subire i lavoratori o i piccoli risparmiatori, «gli italiani che non hanno colpe». Non possono essere loro a pagare per errori di altri.

 

No, i leghisti non credono che Di Maio si stia muovendo bene. Dicono che sono due le cose: o il ministro grillino ha in mano delle soluzioni su Alitalia e Autostrade («ma noi non ne veniamo messi al corrente») oppure sta andando dritto contro un muro. Su Alitalia, ad esempio, l' ex viceministro Edoardo Rixi afferma che Lotito e Toto non hanno le risorse e le capacità industriali adeguate. «Piaccia o non piaccia, Atlantia potrebbe essere il partner giusto».

Ultimi Dagoreport

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...