DI MAIO IN PEGGIO! - COL "DECRETO DIGNITÀ" IN ARRIVO UN’ALTRA STANGATA SULLE IMPRESE – SANZIONI PER LE AZIENDE CHE DELOCALIZZANO E CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO PIÙ COSTOSI – CRITICHE DA FORZA ITALIA E PD: "SE NON SONO RIUSCITI A TROVARE POCHE CENTINAIA DI MILIONI PER QUESTO DECRETO, COME TROVERANNO LE COPERTURE PER FLAT TAX E REDDITO DI CITTADINANZA?"
Franco Grilli per il Giornale
Luigi Di Maio è pronto a portare in Consiglio dei Ministri il "Decreto dignità". Di fatto sono diverse le misure che potrebbero essere adottate con il nuovo testo che sta per varare il governo. In prima battuta ci sarà un aggiustamento del redditometro e sempre sul fronte fisco va registrata anche la scadenza dello spesometro che slitterà al 28 febbraio al posto del 30 settembre. Blocco allo split payament, ma solo per i professionisti. Come aveva annunciato più volte il ministro del Lavoro ci sarà una norma che riguarderà direttamente le delocalizzazioni con sanzioni che vanno dalle 2 alle 4 volte il contributo ricevuto dalle imprese prima della fase di delocalizzazione.
La sanzione vale per le imprese che delocalizzano in un Paese extra Ue e in un Paese all'interno dell'Unione europea. Altro punto presente del decreto è la cancellazione della pubblicità che riguarda i giochi e le scommesse. Si salvano solo le lotterie. Salta la norma che impediva la somministrazione di contratti a tempo indeterminato. Le proroghe per quelli a termine saranno fino a 36 mesi. In questo quadro infine va sottolineato come in caso di rinnovo di contratto a tempo determinato il costo contributivo aumenterà dello 0,5 per cento rispetto alla quota della 1,4 per cento che è già a carico del datore di lavoro. Insomma le aziende sia sul fronte della delocalizzazione che su quello contrattuale finiscono nel mirino con pesanti sanzioni per chi non si allinea alle nuove norme volute da Di Maio.
Il testo appare abbastanza svuotato dagli intenti iniziali del capo politico del Movimento Cinque Stelle e ha una sorta di connotazione punitiva per le imprese come sottolinea il portavoce dei gruppi di Camera e Senato di Forza Italia, Giorgio Mulè: "Il primo passo del governo sul fronte del lavoro è un passo falso o addirittura un passo indietro. Non i padroni ma tutte le categorie che creano lavoro e cioè imprenditori, commercianti, artigiani dicono all'unisono e con grande chiarezza che le misure annunciate dal decreto dignità sono esattamente l'opposto di quello che serve per favorire l'occupazione. L'incompetenza e la superficialità del ministro Di Maio che Forza Italia denuncia sin dalla nascita del governo adesso iniziano a venire drammaticamente fuori".
Forti critiche anche dal Pd con Michele Anzaldi: "Dalle bozze che circolano, sempre più anestetizzate nel corso dei giorni, siamo di fronte - aggiunge - a un pasticcio che non tocca nulla del Jobs Act, nella migliore delle ipotesi non servirà a nulla, salvo danneggiare le aziende perché gli complicherà la vita. Ma se non sono riusciti a trovare poche centinaia di milioni per coprire questo decreto, come troveranno le decine e decine di miliardi che dovrebbero servire per Flat Tax, Reddito di cittadinanza, Fornero, etc? Mistero".
Intanto fonti di Palazzo Chigi, alla vigilia del Consiglio dei ministri, fanno sapere che il Decreto dignità porterà ad un superamento del Jobs Act "dichiarando guerra ai contratti precari. Il provvedimento punta alla tutela dei lavoratori con importanti disincentivi ai licenziamenti ingiusti con l'aumento del 50 per cento dell'indennizzo che può arrivare a 36 mensilità".