luigi di maio davide casaleggio

IL FONDO PER NON ANDARE A FONDO - DI MAIO PRESENTA A TORINO IL “FONDO NAZIONALE PER L’INNOVAZIONE” DA UN MILIARDO DI EURO CHE, SOTTO LA GARANZIA DELLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI, DOVREBBE SERVIRE A “INCUBARE” INVESTIMENTI E START UP - SERVE A LUIGINO A TOGLIERE AL M5S L’IMMAGINE DEL PARTITO DELLA DECRESCITA - LA FAIDA INTERNA AL MOVIMENTO SULLA TAV: COSA DECIDERA’ DI MAIO?

Ilario Lombardo per ''La Stampa''

 

LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO

Da Torino passa il futuro del M5S. E del governo. Città in ebollizione che consiglierebbe a chiunque di starne alla larga, in questo incandescente frangente. Eppure Luigi Di Maio ha sfidato tutte le previsioni più nefaste, e le perplessità di chi gli ha suggerito fino all' ultimo di rinviare, perché ora no, non è il momento adatto per farsi vedere in città, nell' epicentro del sisma politico imminente.

 

Ma il grillino ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro ha bisogno di una vetrina per provare, a suo modo, a riconnettersi all' Italia produttiva e levare di dosso al Movimento l' eterna immagine del partito della decrescita e dei No. Parlerà di venture capital, di start-up, e presenterà un Fondo nazionale per l'innovazione da un miliardo di euro, che sotto la garanzia della Cassa depositi e prestiti, è il primo mattoncino del sogno di rendere lo Stato un incubatore della tecnologia di domani.

 

luigi di maio davide casaleggio

A dargli una mano ci sarà la torinese doc Laura Castelli. sottosegretaria all' Economia, e anche Davide Casaleggio, con un piede nel mondo delle imprese e con l' altro in politica tramite l' Associazione Rousseau (il software che controlla il M5S), una mescolanza di ruoli ad alto rischio di conflitto di interessi. Alle Officine grandi riparazioni, per quanto potrà, Di Maio cercherà di mettere una parentesi al dibattito sulla Torino-Lione. Ma è impossibile riuscirci.

 

laura castelli 4

Intanto però chi tiene d' occhio la sua agenda sostiene che non sono previsti incontri né con i consiglieri grillini, sempre più insofferenti, né con il popolo No Tav, pronto a rivoltarsi se, come confermato, verrà dato comunque l' ok ai bandi per i cantieri, in attesa di un accordo politico sul da farsi. L' evento di oggi è a inviti, ma nessuno ha invitato gli industriali, principali protagonisti del fronte del Sì. A lungo si è riflettuto se prevedere un punto con la stampa , che inchioderebbe Di Maio alle domande sulla Tav, rendendogli di fatto impossibile persistere in un ostinato silenzio che va avanti da giorni. Il tempo sta scadendo. Questa settimana è stata fissata dal governo l' ennesima scadenza.

 

DANILO TONINELLI

Un accordo politico con Matteo Salvini è stato promesso sia dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte sia dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. La Lega consiglia il rinvio, ma nel M5S non si ritengono più in grado di reggere a lungo questa situazione di sospensione. Una paralisi che sta sfibrando i rapporti interni dell' esecutivo.

«Dobbiamo uscire con una posizione che sia una, e che sia chiara» è l' avvertimento di Di Maio. Il leader ha lasciato che il dossier passasse nelle mani di Conte e ora si trova costretto a dover tutelare il premier dalle tentazioni leghiste di completare la propria egemonia sul governo. È convinzione dei grillini che la Lega stia tentando di indebolirlo, perché «ha un consenso ancora altissimo e rappresenta l' unico argine alle elezioni».

 

giancarlo giorgetti matteo salvini

Un'analisi che rispecchia la lacerazione in atto e che la battaglia sulla Tav potrebbe accelerare. Ma che viene letta in maniera opposta se a parlare sono fonti del Carroccio, secondo le quali il premier è vittima della bolgia interna al M5S. Le indiscrezioni raccolte raccontano lo stupore di Salvini e di Giancarlo Giorgettidi fronte alla smentita di Conte sulle sue stesse aperture all' Alta velocità piemontese, hanno spaventato il vertice del M5S. A Torino, Di Maio arriva nel momento peggiore, con la sindaca Chiara Appendino delusa, i consiglieri pronti a strappare, i cittadini arrabbiati e i No Tav sul piede di guerra. Difficile che oggi verrà messo un punto.

matteo salvini giancarlo giorgetti

 

Di Maio resta imbufalito con Toninelli. Conte aveva chiesto un progetto e un tavolo di trattativa a Bruxelles che il ministro non è riuscito a garantire. Nello sbandamento delle ultime ore, i grillini pensano di non avere alternative. Se decideranno di non rinviare la scelta, la strada sarà segnata. Costretti a non poter sposare la mini-Tav che si è intestato Salvini, proporranno il rafforzamento della linea storica. Una vecchia proposta dei No-Tav che fa storcere il naso alla Lega: A noi va bene tutto - fa sapere Salvini- basta che sia qualcosa di realizzabile.

 

 

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…