AGGIUNGI UN POSTO A TAV – SALVINI FA IL POMPIERE: “IL GOVERNO NON CADRÀ PER L’ALTA VELOCITÀ”, MA LE GRANDI OPERE SONO IL PRIMO GRANDE TERRENO DI SCONTRO TRA LEGA E M5S – PER DI MAIO SPENDERE 10 MILIARDI PER “ANDARE DA TORINO A LIONE È UNO SPRECO”, E TONINELLI RINCARA LA DOSE: “NEL CONTRATTO C’È SCRITTO CHE L’OPERA VA RIDISCUSSA INTEGRALMENTE”
M. Sen. per il “Corriere della Sera”
SALVINI E TRECCIA DI MOZZARELLA DI BUFALA
«Chi dice che è un' opera buona o cattiva, semplicemente non sta rispettando il contratto, sul quale c' è scritto che l' opera va ridiscussa integralmente in base agli accordi Italia-Francia, e il sottoscritto sta facendo proprio questo».
Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, non abbassa la guardia sull' Alta velocità Torino-Lione. Mentre il ministro per il Sud Barbara Lezzi, sempre M5S, dice che su Tav e Tap con la Lega «troveremo un accordo sulla base dell' analisi costi-benefici».
Anche il vicepremier Matteo Salvini fa sapere di essere fiducioso sulla possibilità di un accordo, sottolineando che «il confronto» sulla Tav non farà cadere il governo ma ribadendo che l' Italia ha bisogno di infrastrutture moderne.
«Un referendum sull' opera? Ascoltare i cittadini è sempre positivo però abbiamo speso miliardi e altri ne spenderemo. Spetta al governo decidere». Ma Luigi Di Maio sembra chiudere: «Dire che dobbiamo spendere 10 miliardi per andare da Torino a Lione, quando non riusciamo ad andare da casa a scuola perché non ci sono le strade, secondo me è uno spreco».
di maio e toninelli davanti all air force renzi
Neanche Toninelli offre aperture. «Non siamo contro le grandi opere, ma contro quelle inutili. Se non sono necessarie, perché ci sono alternative, o sono costose, ci fermeremo prima» dice Toninelli, che ha costituito una commissione per valutare costi e benefici delle grandi infrastrutture.
Al Parlamento ha promesso di renderne nota la composizione, che finora resta avvolta nel mistero. Ne farebbero parte, secondo indiscrezioni, Marco Ponti e Alfredo Drufuca, noti per le loro posizioni no Tav.
In attesa di prendere una posizione ufficiale sulla Tav, per il governo si complica anche la partita Ilva, con il tavolo convocato ieri da Di Maio, che si è chiuso con un nulla di fatto. Il vicepremier continua a usare la possibile riapertura della gara per gli stabilimenti di Taranto, per spuntare condizioni migliori ad ArcelorMittal.
«A oggi non ci sono le condizioni per far ripartire il tavolo. ArcelorMittal deve battere un colpo. Cominci a dire che si sposta dai numeri che aveva detto con Calenda» dice il ministro, riferendosi ai termini dell' intesa raggiunta con il precedente governo.
«Sul piano dell' occupazione non ci sono passi in avanti» aggiunge Di Maio. Che per il momento mette in stand-by il tavolo.
«Non ha senso rivederci se si prevedono 10 mila assunti su 13.500 e tutti gli altri devono restare a casa» dice Di Maio.
Entro oggi il ministro chiederà all' Avvocatura dello Stato un parere sul possibile annullamento della gara. I sindacati sono preoccupati, l' opposizione arrabbiata. «Nonostante i tuoi voti contrari, abbiamo trovato l' investitore con cui stai negoziando. Migliorato offerta e fatto proposta a zero esuberi. Tu per ora non hai fatto nulla. Costo 70 milioni. Lavora. Esperienze nuove fanno bene» twitta Carlo Calenda (Pd), rivolto a Di Maio.