renzi delrio

LA MANDRAKATA DI MATTEUCCIO: UN RENZI BIS SENZA RENZI - SE VINCE IL "NO" SPUNTA IL NOME DI DELRIO PER COMPLETARE LEGISLATURA (COME VUOLE MATTARELLA), CON IL DUCETTO IMPEGNATO A SCHIENARE I DISSIDENTI PD, IN VISTA DEL CONGRESSO - GIA’ BRUCIATO PADOAN: VIENE DALL’OCSE, QUINDI E’ UN TECNICO

 

Goffredo De Marchis per la Repubblica

 

RENZI INSTAGRAM delrio verso porta piaRENZI INSTAGRAM delrio verso porta pia

In caso di vittoria del No, Matteo Renzi continua a pensare al voto anticipato nel 2017. Per una questione caratteriale: «Io non mi ci vedo a fare il segretario del Pd per un anno e più sostenendo un altro governo che sarà bombardato da Grillo e Salvini perché non eletto». E per un calcolo che a Palazzo Chigi stanno facendo da molti giorni: «Con una sconfitta di misura, il 45-48 per cento sono voti riconducibili a me e al Pd». Numeri sufficientemente incoraggianti per affrontare una sfida elettorale contro una compagine molto variegata e dove il vero dominus sarebbe Beppe Grillo.

 

Lo scioglimento delle Camere è veramente il nodo più difficile da districare nei tanti scenari post 4 dicembre. A cominciare dal fatto che le elezioni anticipate sono nella disponibilità del capo dello Stato Sergio Mattarella e che dal Quirinale è già filtrato il mood presidenziale: cercare in ogni modo di arrivare alla scadenza naturale della legislatura, ovvero febbraio 2018.

 

dario franceschinidario franceschini

Umore espresso pubblicamente dal ministro della Cultura Dario Franceschini, molto vicino al capo dello Stato. Ma il Colle fa filtrare che il pallino è nelle mani di Renzi, che la via d' uscita alla bocciatura della riforma costituzionale passa innanzitutto dal premier e segretario del Pd, un partito che solo alla Camera conta 312 deputati, più altri 100 senatori. E un governo, qualsiasi governo, ha bisogno di una maggioranza parlamentare per sopravvivere. Questa è la vera partita tra Renzi e il Colle. Comincerà all' indomani del 4 dicembre sempre che non vinca il Sì.

 

Il sentiero meno impervio per giungere a questo risultato è accettare il reincarico da parte di Mattarella, avviare le operazioni per una nuova legge elettorale, tenere insieme il Pd, convincere gli alleati dell' esecutivo (Ala e Ncd) che l' unica soluzione praticabile è il voto nella primavera nel 2017. Insomma, non ritirarsi a Rignano, come promesso ormai molti mesi fa, ma nemmeno vivacchiare, mettendosi invece subito in gioco e accettando la sfida delle urne.

 

RENZI E DELRIORENZI E DELRIO

Le variabili, come si vede, sono molte, forse troppe, e gli ostacoli ancora di più. Renzi però pensa soprattutto a questo orizzonte quando dice, anche al di là della propaganda, che non subirà mai un governo tecnico, un governicchio, un inciucio.

 

Del resto è difficile vedere, con questo Parlamento, un governo tecnico sul modello Monti. Con quale maggioranza? Pd e 5 stelle insieme? Con Forza Italia e il Pd uniti? Renzi dunque lo nega non solo come spauracchio per spostare gli indecisi sul Sì. È un' ipotesi complicatissima da realizzare, il segretario del Pd non avrebbe problemi a stopparla.

 

PADOAN RENZIPADOAN RENZI

Semmai il pressing su Renzi è un altro. Viene dal partito, dalla sua pancia profonda e prevede un' altra strada. Non le elezioni anticipate. Il premier resta leader dem e propone un governo politico. Un Renzi bis senza Renzi con Delrio o Padoan a Palazzo Chigi. Il governo nasce su un non detto: la durata. In realtà "vede" il traguardo del 2018. Nel frattempo Renzi fa il segretario a tempo pieno, gira l' Italia, prepara il congresso del Pd dove rimane il superfavorito e si ricandida alla guida dell' esecutivo.

 

renzi nella sede pd del nazarenorenzi nella sede pd del nazareno

Questo suggerimento gli arriva ormai da molte parti, principalmente da alcuni dirigenti del suo partito che "misurano" anche la resistenza dei gruppi parlamentari del Pd allo strappo del voto anticipato. Come dire: non è sicuro che i dem seguiranno il leader sulla china del voto a primavera. Il Renzi bis senza Renzi garantisce la stabilità, serve a preparare una rinvincita nel 2018. «Fa un po' il democristiano - spiega un deputato amico -. Lui alla segreteria che dà le carte, un suo uomo alla presidenza del Consiglio. Altrimenti possono esserci prospettive peggiori perché soluzioni, anche senza di lui, si possono sempre trovare. E non tecniche».

 

RENZI MANGIA CON BERSANIRENZI MANGIA CON BERSANI

Mentre Renzi è pancia a terra per colmare lo svantaggio e ai suoi professa ottimismo sulle possibilità di rimonta, qualcuno infatti pensa già al dopo. Certo, l' idea di sostenere un altro al suo posto è estranea alla sua grammatica. La sua prima scelta, nel caso, ricadrebbe su Pier Carlo Padoan, l' unico del quale Renzi non avvertirebbe l' ombra allungarsi sul Pd e sulle sue ambizioni.

 

Ma Padoan, fino a due anni e mezzo fa era all' Ocse. Anche con un esecutivo di ministri politici, avrebbe il sapore di una scelta "tecnica". Graziano Delrio rappresenta l' alternativa, ma una figura come il ministro delle Infrastrutture, sarebbe davvero così neutra rispetto alla lunga battaglia congressuale e alla ricandidatura? La risposta dei renziani è no.

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…