MANETTE & MESSAGGINI - L’EX SINDACO DI PARMA, VIGNALI PER “ADDOLCIRE” BERLUSCONI IN VISITA IN CITTA’ CONTATTO’ L’ESCORT NADIA MACRI’ - FRENETICO SCAMBIO DI SMS SULLA NOMINA DEL NUOVO PREFETTO: “BISOGNA EVITARE CHE ARRIVI UN ROMPIBALLE” - TIRA IN BALLO LETTA, ALFANO E MARONI - LO SCORSO ANNO AI PRIMI ARRESTI IN MUNICIPIO CERCA IN OGNI MODO DI SPEGNERE L’INCHIESTA….

Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

Pietro Vignali non solo gestiva la città, ma aveva contatti anche con Roma. E, almeno a leggere i resoconti delle sue telefonate con i politici del Pdl, i suoi referenti erano i big del partito, da Silvio Berlusconi a Gianni Letta passando per Sandro Bondi e Angelino Alfano.

Agli atti sono allegate le conversazioni con Roberto Maroni, all'epoca ministro dell'Interno, in vista della nomina del prefetto di Parma. Decine e decine di conversazioni e interrogatori svelano le indagini condotte dalla Guardia di Finanza per ricostruire quello che il giudice definisce «un sistema di potere per drenare soldi pubblici». E mostrano i tentativi di interferire e di depistare le indagini in corso.

IL CAVALIERE E LA MACRÌ
Scrive il giudice: «Vignali cercava di sfruttare la sua carica istituzionale per tessere una serie di rapporti con i politici nazionali utili per varie finalità. Ciò si evince dal ricorso diretto a cariche istituzionali di spessore, ovvero i rapporti diretti con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, o indiretti, attraverso il ricorso al ministro Angelino Alfano o all'onorevole Niccolò Ghedini, in occasione delle varie attività di indagine che hanno riguardato da vicino l'amministrazione comunale. O, infine con il ministro Maroni in occasione delle varie nomine di prefetto, questore e commissario straordinario».

Secondo i magistrati «in quest'ottica va letto il rapporto con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Come si evince da una sequenza di conversazioni, Vignali aveva cercato di sfruttare al massimo una visita ufficiale del premier riuscendo, con uno stratagemma, ad intensificare i rapporti anche con quest'ultimo. Lo stratagemma era legato alla vicenda di Nadia Macrì».

Si tratta della escort che raccontò poi di aver partecipato ad alcune feste ad Arcore e a Villa Certosa e per questo è testimone anche al processo di Milano sul «caso Ruby». Ascoltando le telefonate del sindaco i magistrati hanno scoperto che «in occasione dell'arrivo di Berlusconi il 10 aprile 2010, Vignali aveva messo la donna in contatto con il Presidente, compiacendosene con la stessa. A distanza di alcuni mesi, a seguito di alcune dichiarazioni rese dalla donna nell'ambito di un'indagine condotta a Palermo, Vignali negò di essere stato lui il contatto e addirittura di conoscere Nadia Macrì».

«ATTENTO AL PREFETTO»
Telefonate ed sms ricostruiscono quanto accaduto prima della nomina del prefetto. Il 13 aprile 2010 sms tra Vignali e Giuseppe Villani, all'epoca vicepresidente del consiglio regionale dell'Emilia Romagna e tuttora consigliere oltre ad essere presidente della «Iren spa», società partecipata dal Comune, anche lui arrestato ieri: «Bisogna cat stag atenti al nov prefet can vena miga un spacabali (bisogna che stai attento al nuovo prefetto che non venga mica un rompiballe)». Vignali evidentemente segue il consiglio e il 19 aprile «chiama Villani per riferirgli di aver parlato con Maroni il quale gli aveva chiesto di segnalargli qualcuno per il posto da prefetto che sarebbe stato sostituito a maggio».

E infatti quasi un mese dopo, esattamente il 14 maggio «Villani contattava Vignali e gli chiedeva qual era il nome suggerito a Maroni per l'incarico di prefetto. Vignali diceva Francesco Russo, Villani diceva che poteva andare bene anche quello di Piacenza, tale Viana».

Il 19 maggio «Vignali dice a Villani che Maroni lo aveva appena chiamato e il giorno successivo il Consiglio dei ministri nominava il prefetto di Piacenza e quello di Parma. Vignali gli diceva di anticiparlo al candidato in maniera che avesse capito che erano stati loro a fare il suo nome così da "mettersi in linea subito"».

Poco dopo «Vignali parlava con il prefetto di Piacenza Viana e gli diceva dell'ipotesi che lui potesse avere l'incarico a Parma. Gli comunicava che il suo nome lo aveva consigliato lui al ministro Maroni anche su indicazione di Villani. Vignali mandava poi un sms a Villani: «finito adesso con il prefetto, tutto a posto. Gli ho letto un po' di patti e gli ho anche detto che tu hai un rapporto personale forte con Letta e Maroni».

«HO SCATENATO LETTA»
Il 24 giugno 2011, mentre la Guardia di Finanza arresta alcuni dirigenti comunali collaboratori del sindaco «frenetica è l'attività di quest'ultimo per acquisire notizie sull'indagine, ma soprattutto per cercare il sistema di arginarle». Il primo luglio «Vignali spiegava a Villani che avrebbe incontrato Alfano perché "adesso ho scatenato Letta". Nella telefonata precedente Vignali aveva parlato con la segreteria di Letta dicendogli che c'era un problema riguardante Parma di cui doveva parlare con il ministro».

Il successivo 26 settembre, quando viene arrestato l'assessore Paolo Giovanni Bernini, «Villani chiama Vignali dicendogli che deve parlare con Berlusconi e gli deve dire che c'è stato un ulteriore assalto della magistratura e per poter tenere la maggioranza è necessario firmino un decreto». Il 3 ottobre Vignali gli manda un sms e «dice di aver incontrato Berselli (senatore, presidente della commissione Giustizia, ndr) che ha detto di fare una cosa come presidente».

 

 

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