beppe grillo luigi di maio alessandro di battista

“I GRILLINI SI SONO RASSEGNATI D’AVERE UN PISELLO COME GLI ALTRI” – IL MARCHESE FULVIO ABBATE: “I PENTASTELLATI COSÌ CI PIACCIONO, FINALMENTE UMANI, SMARRITI, SE NON PESSIMI TRA I PESSIMI, RIDIMENSIONATI DA SE STESSI NEL MEDAGLIERE ETICO, COME TUTTI NOI, A RISCHIO TENTAZIONE.  E’ VENUTA MENO LA PIZZUTA PROSOPOPEA GRILLINA, CON I SUOI “ONESTÀ-TA-TA-TÀ!”

Fulvio Abbate per www.linkiesta.it

 

fulvio abbate

E anche il M5S, che gran peccato, non è più quello di una volta! La calda e avvolgente retorica della superiorità morale sembra essere finita, svanita, accantonata anche da parte dei nostri amici del MoVimento di Beppe Grillo, Casaleggio Jr., Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Paola Taverna e d’ogni altro. Realismo o ripensamento strategico-lessicale in vista di una possibile vittoria? Se ci è concessa una ripugnante eppure istruttiva metafora, sembra quasi che si siano rassegnati all’idea d’avere un pisello identico a tutti gli altri soggetti politici in lizza, anche loro, nonostante le centomila professioni di orgoglio identitario, nient’altro che normodotati.

 

BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA

Direte che il celolunghismo non è mai entrato tra le prerogative iconografiche dei loro agip-prop, tutto vero, ma un retrogusto di noi-solo-noi-dimmi-che tu-mi-vuoi!, rivolto a un bacino così ampio da comprendere sia l’omino di Bozzetto in attesa degli arretrati sia il guevarista sia il fascio in gita a Predappio, tanto per citare un brano pop del convincente Toto Cutugno, sì, che c’era, ed è stato forse uno dei propellenti più solidi delle fortune grilline, peppecrillare, o che dir si voglia.

 

Ora, se ci è concessa una chiosa personale che muova dal senso del limite individuale, va detto che i pentastellati è proprio così ci piacciono, finalmente umani, smarriti, se non pessimi tra i pessimi, ridimensionati da se stessi nel medagliere etico, come tutti noi, a rischio tentazione. Raggiunta età della ragion pratica o piuttosto conquista della consapevolezza, con conseguente guarigione dall’estremismo malattia infantile del populismo 2.0, magari alla prova dell’ennesimo disegno di legge parlamentare da mettere nero su bianco?

 

beppe grillo luigi di maio alessandro di battista contro la legge elettorale

Effettivamente, fa un po’ senso percepirne non più i toni da festa-farina-forca (e perfino sorca) sostituiti dalla pianura delle pratiche quotidiane, cominciando dalla gestione corrente delle città che conquistate, ergo costretti al momento a governare, Roma e Torino fra tutte.

 

Mettiamo da parte per il momento ciò che accade sotto la Mole, proviamo invece a ragionare, per prossimità geografica, sul buio riflesso che giunge all’intero cosmo dall’Urbe nei giorni ormai inoltrati dell’Era di Virginia Raggi che sembra aver cancellato ogni minuto mantenimento di una città unicum monumentale e urbanistico quale Roma.

 

GRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTA

Sempre personalmente, mi rifiuto in modo categorico di ritenere dirimente la parabola del povero albero di Natale, ribattezzato “Spelacchio” dai Pasquino del cinismo politico circoscrizionale, al punto da essere indicata come metafora del progressivo cupio dissolvi di una giunta che ha già mostrato un andamento al limite dell’inettitudine certificata, soprattutto perché mai si era visto un abete così umanamente amabile, proprio perché inerme.

 

RAGGI APPENDINO - ADDIO A DARIO FO

Non si può però negare che nell’impoverimento degli strumenti cognitivi abbattutosi anche sull’Urbe tutto ciò stia avendo un peso simbolico quasi planetario. Assai più di mille possibili avvisi di garanzia. E perfino dell’immondizia che strabocca dai cassonetti perfino ai Parioli. Nella situazione data, con una città che neppure Stanley Kubrick saprebbe riassumere nel suo tragico degrado, magari immaginando un esodo dei residenti verso Rocca di Papa, e che si concluda dunque con i sigilli, meglio, un grande lucchetto apposto a futura memoria alle porte della città già eterna.

 

RAGGI E APPENDINO IN CAMPIDOGLIO

Perfino il crudele pubblico bisogno assembleare da capannello in galleria Colonna è venuto meno, magari per marcare l’incapacità di una giunta che, sempre per rimanere nella prosaica comunicazione del M5S, si era fatta avanti con passo da varano gigante sostenendo che avrebbe spaccato il culo a li passeracci der cattivo governo, ventilando addirittura un nuovo rinascimento cittadino. Chi l’ha visto?

 

Addirittura, come accade con i compagni di classe più permalosi, pronti a diventare il naturale obiettivo dello scherno generale, perfino in rete sembra essere venuta meno sia la pizzuta prosopopea grillina, con i suoi “onestà-ta-ta-tà!” e “Sciacquati la bocca con l’acido muriatico prima di parlare del M5S”, sia, cosa assai più incredibile, la sistematica presa per il culo del Santo Graal grillino, culminata, fra molto altro, nell’icona della tastiera standard del simpatizzante del MoVimento, i singoli tasti preformattati con “1 vale 1”, “Honesta”, “Gomblotto”, “Siamo la gggente”, “Kasta”, “Vaffanculo”, “Svelia!”. Inutile dire che in rete è presto nata anche la “tastiera del Piddino”, dove si ribatte con “Prelievo forzoso”, “Ce lo chiede l’Europa” e “Goldman Sachs”.

DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO

 

Inutile aggiungere che conta la prima risposta, dunque si gode assai di più per “Piddiota” e “Vingiamo noi”. Un implacabile colpo per chi, nottetempo, da Franti della rete, si svegliava con spirito da troll, certo di scatenare la bava risentita del grillino medio privo d’ogni enzima d’ironia con semplici battute sui rettiliani.

 

Quanto a me, riflettendo su Luigi Di Maio, candidato premier del M5S, forse non mi soffermerei più sulla sua aria tra “Permette babbo” e stoicismo d’agente immobiliare in blazer e cravatta celeste nella pampa del potenziale acquirente. Ancora, pensando a Monicelli, Risi e Scola, che hanno messo al mondo del cinema “I mostri” (e poi, non contenti, “I nuovi mostri”) non faremo più caso al suo sguardo da ambizioso che, nonostante un DNA familiare tra MSI e AN, alla fine sembra piuttosto una reificazione del doroteismo.

 

PAOLA TAVERNA

E Beppe, Beppe nostro? Anche in lui sembra essere sopraggiunta l’età della ragione, anzi, della realpolitik, lo so, lo immagino, deve essere micidiale per un’intelligenza comica, cioè votata alla professione di incendiario, nel senso che ci ha mostrato Palazzeschi, fare caso a un’agenda politica che non sembra mostrare nessuno spunto di autentica libertà, anche lui, Beppe, c’è da immaginarlo ostaggio di un chi-me-l’ha-fatto-fare? Tra Coluche, il comico francese che si divertì a immaginarsi all’Eliseo, e un pomeriggio con Roberto Fico a parlare del servizio pubblico non c’è davvero partita. Che nostalgia per il tempo in cui, non ancora solo normodotati, ci crocifiggevano con la minaccia delle scie chimiche.

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!