gentiloni

IL MARCHESE FULVIO ABBATE IN LODE DI PAOLO GENTILONI: “SU DI LUI NON SI PUÒ SPARARE, OCCORRE SOLO AMMIRARNE IL DISTACCO, LO SGUARDO PACIFICATO. NON SUSCITA INVIDIA SOCIALE. È IL COMPAGNO DI PALESTRA PERFETTO. RIMANDA A UN DROMEDARIO-MAGGIOLONE SAGGIO, CON QUEL MEZZO SORRISO, LO IMMAGINI, MENTRE TORNA A CASA DAL TORNEO DI TENNIS, L’ARIA CIONDOLANTE NELLA FELPA GRIGIA NO-LOGO”

fulvio abbate

Fulvio Abbate per http://www.linkiesta.it

 

Eureka! Se volessimo assimilare Paolo Gentiloni a una vettura, dovremmo immaginarlo, metti, come un Maggiolone, l’auto che non può non suscitare empatia, sia per la forma da tinozza rovesciata sia perché incarna la quiete del viaggio. La pianura, appunto. L’agriturismo, con incluso tennis club, da raggiungere laggiù, come ultima tappa rigenerante. E ancora, parafrasando, non a caso, una storica pubblicità, pensando alla sua seraficità da dromedario, si potrebbe aggiungere che “… e no, su Gentiloni non si può”.

gentiloni al vinitaly

 

Esatto, non si può sparare, occorre soltanto ammirarne il distacco, lo sguardo pacificato, la sensazione che la metafora più prossima all’uomo inquadri ancora un elastico lento da felpa grigia, completo coordinato da doppio su terra battuta, Gentiloni lì pronto ad affrontare la schiacciata, forse perfino la volée. Un elastico allentato come punto di forza morale e tattica, dunque. Per lui, alla fine del suo Governo che come ha detto il Presidente Sergio Mattarella decadrà subito, restano infatti unicamente parole di ammirazione riferite all’indole, al passo, all’incedere della persona e del personaggio, il circonflesso delle sue sopracciglia dinanzi all’insolubilità dei nodi governativi.

 

gentiloni

Restando nelle allegorie politiche prese in pestito da Quattroruote, non sarebbe male che a guidare la nostra utilitaria ci fosse proprio un uomo percepito come rassicurazione vivente: “Paolo, io dormo un po’, ti spiace?” E lui: “Figurati caro, a me guidare rilassa, dormi pure, ti sveglio appena arriviamo a Fiuggi, dormi, dormi…”. Il dialogo immaginario è destinato a concludersi così: “Paolo, non mi dire che siamo già a Zagarolo? Un attimo ed è Fiuggi!”

TRUMP GENTILONI

 

Paolo Gentiloni è forse tra i rari casi che avvistiamo nel coté politico in cui non è d’obbligo invidiarne le pubbliche fortune, le cariche, le opportunità raggiunte; nato in una famiglia patrizia, come nulla fosse, si è ritrovato infine presidente del Consiglio, non è da tutti. Nella sua terra di mezzo, accanto al ginnasio-liceo “Tasso” (dove lo rammentano in eskimo e capelli lunghi, alto, magro, silenzioso) c’è da riferire la militanza nei gruppi della sinistra extraparlamentare, tra maoismo e catto-mariocapannismo, oppure, scrutando all’indietro negli annali di famiglia, troviamo l’antenato marchigiano, Domenico Gentiloni Silverj, musicista, già Guardia nobile del Papa che nel 1846, in occasione dell’elezione di Pio IX, compose l’opera L’Armonia religiosa.

paolo gentiloni (3)

 

In tempi più recenti, essendo Gentiloni tra i residenti dell’inenarrabile Roma, qualcuno, cinico, chioserebbe: “…alla fine di tutto, hai visto che culo che ha avuto quello, come se chiama? Quello, sì, Gentiloni, zitto zitto!”, e subito, il compare, di rimando, “… e tu de questi te devi da preoccupà!”.

 

No, su Gentiloni non si può. Con lui l’autoclave plebea, piccolo borghese dell’invidia, perfino del doveroso risentimento di classe, ciò che un tempo, citando un film di Elio Petri, era detto marxismo-mandrakismo, cioè bramare la “roba” del padrone, cominciando dalla sua femmina, con Gentiloni non scatta, diversamente con ciò che accade invece al sentore di un Calenda.

paolo gentiloni e moglie emanuela mauro

 

Nel caso di Calenda, immaginarne la matrice sociale, il pregiato mobilio di famiglia, i trumeau, le pergamene, le feluche, tutto ciò porta molti a sollevare forconi e cric delle antiche e nuove “jacquerie”, al contrario paradossalmente in presenza del nobiluomo Paolo Gentiloni Silverj nulla di ciò accade, anzi, sembra che pochi come lui custodiscano il talento che concede l’accondiscendenza altrui… C’è modo intanto di rivedere alla moviola la sua genesi politica.

 

Il primo rimando è a Francesco Rutelli, già compagno di strada, tuttavia se nel caso di “Cicciobello”, miglior sindaco toccato all’Urbe negli ultimi decenni, perfino la simpatia appariva un’aggravante agli occhi di un popolo mai sazio, una forma di non gradito piacionismo, ciò non accade invece con Gentiloni, misteri dell’empatia sociale, forse perfino di un basso profilo come tratto distintivo del soggetto, naturalezza vincente.

 

paolo gentiloni laurent fabius

Lo stesso si potrebbe dire raffrontandolo di altri colleghi di percorso, che magari hanno i difetto di andare a cavallo come Parsifal post-ecocomunisti sul bagnasciuga tra Chiarone e Ansedonia, e siano diventati, ormai, il poster archetipico dell’astio pop contro la “sinistra dei salotti” (sic) e invitino ai peggiori commenti fascio-lega-qualunquisti a 5 stelle, al contrario nessuno sembra mai indicare Gentiloni come male assoluto incarnato nel corpo del PD, non è poco.

 

gentiloni vota

Se per un istante almeno proviamo a visualizzare, come versione capitolina dei Finzi Contini, la mitografia dei Gentiloni, il piano-sequenza fa scorrere la Roma gentilizia dei quartieri “umbertini”, e Paolo lì: le sue guance di gomma pane, la sagoma del liceo “Tasso” in via Sicilia, le estati in terrazza con gli amici ecologisti in maglietta e pescura, il bla bla proprio del cazzarismo romano che non sembra conoscere intervalli o epifanie, e Gentiloni ancora lì, premier in pectore per semplice spirito di servizio, lontano da ogni forma di compiacimento.

 

gentiloni

Impossibile riferirlo così all’altrove inenarrabile categoria degli ambiziosi spudorati; citando il Signor Bonaventura di Sto, fumetto ricalcato sulla Roma del quartiere Prati che molto assomiglia al nostro oggetto d’attenzione politica, Gentiloni non è né compiaciuto né “montato” come il Bellissimo Cecè, tantomeno prossimo all’invidioso Barbariccia o all’indegno Barone Partecipazio, Gentiloni, lo si è detto, rimanda a un dromedario-maggiolone saggio, con quel mezzo sorriso, con quell’accenno di espressione, lo immagini, appunto, mentre torna a casa dal torneo di tennis, l’aria fermamente ciondolante nella felpa grigia no-logo, Gentiloni surplace e insieme camminata veloce nonostante quell’elastico allentato, sembra infatti possedere le carte e la forza diesel del risolutore di problemi istituzionali inavvicinabili poiché come diceva quell’altro, “Governare gli italiani non è difficile, è inutile”. E solo gli stupidi non comprendono che persistere a ragionare sulle forme delle leggi elettorali è ormai pura perversione.

letta gentiloni

 

Se solo in un eventuale, provvidenziale, ma che dico, auspicabile referendum Repubblica-Monarchia che ristabilisca l'ordine delle cose, il posto di candidato Re non toccasse di diritto per ragioni imperscrutabili a un altro genere di uomo di mondo quale Paolo Mieli, Gentiloni lo vedremmo benissimo su un trono; per cominciare, subito nei panni di luogotenente generale del Regno, cone Umberto un tempo, se lo stallo delle consultazioni dovesse continuare ancora a lungo, fino allo sfinimento, non è detto che non ce la si faccia.

RENZI E GENTILONIGENTILONI PORTA A PORTAPAOLO GENTILONI MARK RUTTEMATTARELLA GENTILONIEMMA BONINO PAOLO GENTILONIGENTILONI DA FAZIOprodi gentilonirutelli gentiloni_1GENTILONI ZINGARETTI

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

elly schlein nicola zingaretti donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL FONDO, IL PD HA COMINCIATO A SCAVARE FACENDOSI SCAVALLARE ADDIRITTURA DAL PARTITO DI GIORGIA MELONI – SE FDI NON POTEVA NON VOTARE SÌ AL PROGETTO “REARM EUROPE” DELLA VON DER LEYEN, I DEM, CHE ADERISCONO AL PARTITO SOCIALISTA, SI SONO TRASFORMATI IN EURO-TAFAZZI: 10 HANNO VOTATO A FAVORE, 11 SI SONO ASTENUTI (E SOLO GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAPOGRUPPO ZINGARETTI I FEDELISSIMI DI ELLY, DA TARQUINIO A STRADA, NON HANNO VOTATO CONTRO URSULA) – I FRATELLINI D’ITALIA, INVECE, DOPO AVER INGOIATO IL SI', PER NON FAR INCAZZARE TRUMP, SI SONO ASTENUTI SULLA RISOLUZIONE SULL’UCRAINA. LA SCUSA UFFICIALE? "NON TIENE CONTO" DELL’ACCORDO A RIAD TRA USA E UCRAINA. INVECE GLI EURO-MELONI PRETENDEVANO UN RINGRAZIAMENTO DEL  PARLAMENTO EUROPEO A "KING DONALD" PER IL CESSATE IL FUOCO TRA MOSCA E KIEV (CHE, TRA L'ALTRO, PUTIN NON HA ANCORA ACCETTATO...)

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...